RICORDO DI PERUGINO

Oggi, 17 febbraio, è il triste anniversario della scomparsa del nostro indimenticato segretario provinciale Perugino Perugini. Per tanti anni Perugino è stato la vera colonna portante dell’Anpi, a lui la nostra associazione deve riconoscenza per l’impegno instancabile che le ha generosamente dedicato.

Nato a Milano il 25 maggio 1926, di famiglia antifascista, Perugino entra giovanissimo nella lotta di Resistenza con altri ragazzi suoi coetanei, impegnandosi soprattutto nella ricerca di armi da consegnare ai partigiani. Nel dopoguerra ha continuato con passione a occuparsi dei temi a lui cari, come l’antifascismo, la giustizia sociale, la libertà e l’ uguaglianza fra i popoli. E’ morto a Como il 17 febbraio 2009.

Perugino è stato ricordato dalla sezione Anpi di Como, che è stata intitolata a lui, sabato scorso, 13 febbraio, al cimitero di Albate in presenza della figlia Laura.

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L’ ANPI NAZIONALE SUL GIORNO DEL RICORDO

10 Febbraio 2021

Nota del Presidente nazionale ANPI: “Occorre aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo”

Oggi è il Giorno del ricordo, istituito “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Ricordiamo perciò in primo luogo e senza alcuna reticenza l’orrore delle foibe e le sue vittime e, assieme, il dramma dell’esodo di tanti italiani. Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia.

Ma perdura l’assordante silenzio verso “la più complessa vicenda del confine orientale”.

Stigmatizziamo il silenzio verso l’aggressione dell’Italia fascista nei confronti della Jugoslavia (parte della Slovenia, della Croazia, compresa la Dalmazia, e della Bosnia ed il Montenegro), di cui quest’anno ricorre l’80° anniversario, gli innumerevoli, efferati massacri che ne seguirono, le impunite responsabilità dei criminali di guerra italiani.

Stigmatizziamo il silenzio verso le violenze, gli incendi e gli omicidi del “fascismo di confine” in Venezia Giulia dal 1920 in poi, che colpì le minoranze slovene e croate e gli oppositori politici italiani.

Stigmatizziamo il silenzio verso la risiera di San Sabba, campo di sterminio dove furono assassinati dall’inizio del 1944 migliaia di ebrei, partigiani, detenuti politici ed ostaggi.

Stigmatizziamo il silenzio verso i crimini nella Zona d’operazioni del litorale adriatico, che comprendeva l’attuale Friuli-Venezia Giulia e la Zona d’operazioni delle Prealpi, cioè l’attuale Trentino Alto Adige, occupati dai nazisti all’indomani dell’8 settembre, con la piena collaborazione dei fascisti italiani, complici o responsabili – a cominciare dalla X MAS – di innumerevoli delitti.

A 17 anni dall’approvazione della legge prevale una memoria vera e drammatica, ma che è parte di una memoria molto più grande, volutamente e colpevolmente rimossa. Così operando si sollecita soltanto un nuovo nazionalismo che ci riporta al 900 e non sanerà mai le ferite del passato. Occorre aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo e le incancellabili e criminali responsabilità del fascismo. Occorre infine restituire alla ricerca storica la sua funzione oggi indebitamente occupata dalla politica che, in questa misura, distorce la verità storica e la presenta a vantaggio di questa o quella parte.

Gianfranco Pagliarulo – Presidente nazionale ANPI

L’ ANPI CHIEDE LIBERTA’ PER ZAKI

9 Febbraio 2021

Appello congiunto della Segreteria nazionale ANPI e del Coordinamento regionale ANPI Emilia-Romagna

Esprimiamo la più viva preoccupazione ed il sincero sgomento per la prolungata ed ingiusta detenzione di Patrick Zaki, senza processo da un anno, con l’assurda accusa di terrorismo. Una detenzione “preventiva” che viene rinnovata ogni 45 giorni; una tortura psicologica capace solo di aggravare le già durissime condizioni di vita all’interno del carcere; una detenzione evidentemente non necessaria in assoluto spregio del diritto di ogni persona a non subire restrizioni della libertà personale se non nei casi previsti da specifiche norme di legge. La lotta di Patrick, la sua attività di studioso, incarnano i diritti fondamentali contenuti nella nostra Costituzione, nonché nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo; formazione universitaria presso l’Alma mater studiorum di Bologna e il prestigioso master internazionale GEMMA, un corso unico in Europa sugli studi di genere, non possono certo qualificarsi come “terrorismo”, ma rappresentano l’esercizio del suo diritto allo studio, alla libera ricerca scientifica e alla libera manifestazione del pensiero. Per tutto questo chiediamo al Governo italiano di intraprendere ogni azione utile che possa portare alla liberazione di Patrick Zaki e chiediamo al Presidente della Repubblica di valutare di concedergli la cittadinanza italiana per meriti speciali, per l’eminente servizio reso al nostro Paese.

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

IL COORDINAMENTO REGIONALE ANPI EMILIA-ROMAGNA

IL PRESIDENTE ANPI PAGLIARULO RIGRAZIA IL CARDINALE DI BOLOGNA

5 Febbraio 2021

Sul quotidiano Avvenire, lettera di ringraziamento del Presidente nazionale ANPI al Cardinale di Bologna Matteo Zuppi per le sue parole rivolte recentemente alla Costituzione

Pubblicata sul quotidiano Avvenire del 5 febbraio 2021 (p. 2) col titolo “Persona lavoro socialità salvano l’Italia, Grazie alla Costituzione e grazie a Zuppi” una lettera con cui il Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, ringrazia il Card. Matteo Zuppi per essersi rivolto alla Costituzione – in una lettera del 21 gennaio scorso – con parole bellissime e con l’auspicio della sua piena applicazione.

Di seguito il testo integrale della lettera del Presidente nazionale ANPI:

Vorrei ringraziarLa, gentile Cardinale, per le Sue bellissime parole rivolte alla Costituzione nella lettera che Lei ha scritto il 21 gennaio. Nel buio della pandemia e delle difficoltà in cui versano milioni di famiglie, Lei ha proposto l’unica via per ricostruire fiducia e restituire speranza. Nella Costituzione c’è quella luce, quella “lampada”, se posso permettermi di pronunciare una parola evangelica, che ci consente di vedere meglio e perciò distinguere la strada giusta dalla strada sbagliata.

In un’altra circostanza, per molti aspetti imparagonabile, l’immediato dopoguerra, in Italia ci si trovò nell’urgenza di riconoscersi come comunità nazionale e perciò di rinascere dopo gli orrori del nazifascismo e della guerra. Prevalse per fortuna lo spirito costituente e da quello spirito nacque la Carta. In realtà il seme era stato gettato prima dal Comitato di Liberazione Nazionale che aveva in essenza unito tutte le forze, pur fra loro distanti, che contrastavano la dittatura e l’occupazione. Giuseppe Dossetti, come Lei mi insegna, fu partigiano e membro del CLN di Reggio Emilia.

Su questi presupposti, l’intesa nella Costituente fu generale e diffusa pur nelle profonde differenze, anche perché si usciva da un lungo periodo in cui la persona era stata umiliata e oppressa. Da ciò l’impegno dei costituenti per restituirle il valore fondamentale che le spetta: la persona, peraltro, intesa non come individuo singolo ed isolato, ma collocata nel tessuto dei rapporti sociali, vista nella concretezza della sua vita, della sua situazione sociale e lavorativa e come fondamento della società civile: persona, lavoratore, cittadino.

In continuità con quei valori, l’Associazione che rappresento comprende statutariamente all’articolo 2 la specifica missione di “concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli”.

Per tutti questi motivi, trovo importanti le Sue parole. A tanti anni dalla sua scrittura, davvero, si tratta di rivolgersi alla Costituzione per difenderla ed attuarla.

Oggi a tal fine c’è la necessità di unire energie, far convergere esperienze e far maturare percorsi. Ci pare che le parole che ci indicano la strada del dialogo e che dichiarano l’obiettivo siano: un nuovo umanesimo. Per queste ragioni l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, assieme ad altre associazioni, sindacati, movimenti, partiti, ha dato vita a “un’alleanza che unisca giovani e anziani, donne e uomini, laici e religiosi, persone di diverse opinioni, ma unite sui principi dell’antifascismo, per un Paese che torni a progredire pienamente, su basi nuove, sulla strada della democrazia e della partecipazione e dove l’economia sia finalmente al servizio della società e della persona, come più volte ricordato anche da Papa Francesco”; tale alleanza ha recentemente lanciato l’appello “Uniamoci per salvare l’Italia” incardinato su tre parole: persona, lavoro, socialità; sono tre parole che ho ritrovato nelle ultime encicliche e in altra forma nell’evento di Assisi “Economy of Francesco”.

Gentile Cardinale Zuppi, sulla scorta di queste riflessioni e ringraziandoLa per l’opportunità, ritengo che sia il tempo di costruire un dialogo che vede nella Costituzione i riferimenti su cui confrontarci per rendere vivi i grandi temi che ci stanno a cuore, come forza propulsiva per una nuova umanità.

Gianfranco Pagliarulo – Presidente nazionale ANPI

PER UNA GIUSTA E UTILE SVOLTA LEGISLATIVA CONTRO IL NEOFASCISMO

COMUNICATO ANPI

2 Febbraio 2021

Nota della Segreteria nazionale ANPI. L’impegno della nostra Associazione per una soluzione legislativa complessiva. La generosità di una recente proposta di legge di iniziativa popolare, però parziale e limitata, che alcuni iscritti all’ANPI stanno firmando

PER UNA GIUSTA E UTILE SVOLTA LEGISLATIVA CONTRO IL NEOFASCISMO

Nonostante il dramma della pandemia continuano intimidazioni, aggressioni e vandalismi dei fascisti: sono spesso in primo piano sul web, imbrattano lapidi, e addirittura di recente attaccano iniziative da remoto, cioè le teleconferenze, dando vita a provocazioni e insulti. Ove dovesse scoppiare nei prossimi mesi una grande crisi sociale resa ancor più difficile e complessa dalla pandemia – di cui non si vede ancora la conclusione – i fascisti saranno presenti per rimestare nel torbido. Di fronte a tutto questo, la stessa legislazione vigente si mostra spesso impotente, anche a causa di non pochi contrasti giurisprudenziali.

L’ANPI sta lavorando da tempo attorno a queste problematiche e studiando i modi migliori perché tutte le istituzioni siano impegnate nell’antifascismo, di cui è largamente impregnata l’intera Carta costituzionale. Proseguiamo nello sforzo di pervenire ad una serie di proposte di respiro, idonee a riempire ogni vuoto ed a rendere più efficaci i vari mezzi già vigenti. Il nostro libro “Antifascismo quotidiano”, recentemente pubblicato, è uno strumento di lavoro per individuare i problemi ed indicare possibili soluzioni. Ci aspettano ulteriori e ravvicinati impegni in questa direzione.

Abbiamo scelto la strada, anche se impegnativa, di un intervento complessivo, perché le soluzioni parziali e limitate sono troppo spesso destinate all’insuccesso, in un Paese in cui l’iniziativa popolare non ha ancora trovato un ascolto serio, come è dimostrato dal silenzio che da anni copre la presenza in Parlamento di un disegno di legge promosso dalla CGIL e corredato da oltre un milione di firme.

La proposta di legge di iniziativa popolare di cui siamo venuti a conoscenza tempo fa è generosa e manifesta una chiara volontà antifascista, ma è parziale e specificamente incentrata sulla produzione di gadget. Firmare, come hanno fatto alcuni iscritti all’ANPI, a sostegno di tale proposta di legge, è comunque un segno di partecipazione civile e di scelta antifascista.

Comprendiamo che iniziative dirette a incidere su aspetti particolari della presenza fascista possano suscitare interessi ed illusioni; ma la realtà ci dice che oggi c’è ben poco spazio per iniziative pure ispirate a finalità legittime e comprensibili, ma irrimediabilmente incomplete e destinate a cadere nel silenzio.

Va fatto uno sforzo di lunga lena, pretendendo l’applicazione delle varie leggi già esistenti, compreso l’art. 9 della legge Scelba, che impegnava la Repubblica a far conoscere nelle scuole che cosa fosse stato il fascismo e che non è stato mai applicato.

C’è l’urgenza di definire altre e nuove fattispecie di reato, in particolare sui social e nelle teleconferenze. A questo proposito occorre, tra gli interventi più urgenti, ampliare gli attuali limitati compiti di indagine della polizia postale, responsabilizzare giuridicamente i providers, conferire ai giudici il potere di ordinare l’oscuramento dei siti e dei profili Fb fascisti.

Vi è poi l’emergenza di un intervento più incisivo sulle competenze amministrative e sugli interventi preventivi, ad esempio in tema di elezioni, a proposito dell’ammissione delle liste elettorali che abbiano riferimento a simboli o a parole d’ordine del fascismo o che comunque facciano riferimento al fascismo e della concessione di spazi pubblici a queste formazioni.

La vera battaglia antifascista deve condursi su due piani: da un lato, nel superamento della frammentata e parziale disciplina legislativa oggi vigente, con provvedimenti tali non solo da colmare specifici vuoti, ma da dare continuità e coerenza all’intero sistema; dall’altro lato, nell’impegno quotidiano di ciascuno a far conoscere che cosa è stato il fascismo del tragico ventennio, nonché a combattere, con i mezzi della legalità e della democrazia, ogni forma di “nuovo fascismo”, comunque si atteggi e comunque si presenti, impegnando tutte le forze nell’attuazione dei principi fondamentali della Costituzione

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI – 2 febbraio 2021

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