Comunicato della Presidenza e della Segreteria nazionali ANPI
Assistiamo sgomenti e disgustati al
braccio di ferro sulla vita dei migranti della Sea Watch, mentre il
ministro dell’Interno schernisce in modo intollerabile la capitana della
nave e un ex ministro della Repubblica, Giorgia Meloni, avanza
l’incredibile proposta di “affondamento”. È una mostruosa regressione di
civiltà, oltre che di umanità, da parte di personaggi che dovrebbero
dare un esempio di responsabilità e di senso delle istituzioni. La legge
“sicurezza” dimostra sempre di più il suo vero volto xenofobico,
oltreché la sua impotenza: il porto di Lampedusa rimane chiuso solo per
le Ong, ma gli sbarchi continuano. È una guerra privata del ministro,
dopo che le pretestuose accuse contro le Ong stesse si sono sgonfiate
come bolle di sapone. Quella di Salvini non è una politica
sull’emigrazione, né c’è alcun governo del fenomeno, che invece andrebbe
disciplinato e regolato, tenendo sempre come bussola la Costituzione.
Si tratta esclusivamente di una propagandistica passerella di
intimidazioni, irrisioni e minacce. Cosa dice il Presidente del
Consiglio che, proprio in base alla Costituzione, “dirige la politica
generale del Governo e ne è responsabile”? Davanti alle grida inconsulte
per la difesa dei confini nazionali colpisce poi il silenzio
dell’Unione Europea, ancora una volta incapace di assumersi il compito
di gestire le emergenze umanitarie.
Il commento di Emilio Ricci,
legale e Vice Presidente nazionale dell’ANPI: “Non sono più tollerabili
la presenza e l’attività criminosa di questi gruppi che si pongono in
palese contrasto con la Costituzione della Repubblica”
L’ANPI nazionale ha presentato al
Procuratore di Roma formale denuncia contro le organizzazioni
neofasciste, in particolare Forza Nuova e CasaPound, per i numerosi atti
di intimidazione, violenza e apologia di fascismo da queste commessi
ripetutamente negli ultimi tempi. Nella denuncia si chiede, inoltre, di
procedere al sequestro della sede di CasaPound, a Roma, occupata
abusivamente.
“La nostra Associazione – commenta Emilio Ricci, legale e Vice Presidente nazionale ANPI – ha
ritenuto urgente avviare un’operazione penale perché non sono più
tollerabili la presenza e l’attività criminosa di questi gruppi che si
pongono in palese contrasto con la Costituzione della Repubblica e con
le leggi vigenti in materia di apologia di fascismo, la Scelba e la
Mancino. Auspichiamo che si arrivi il prima possibile a sentenze che
consentano alle autorità competenti di sciogliere finalmente CasaPound,
Forza nuova e le altre organizzazioni affini” .
Lettera aperta al direttore del quotidiano La Provincia di Como
Egregio
direttore,
sono
il presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani
d’Italia, comitato di Como. Ho letto con molta attenzione l’articolo
a firma G.Cri. apparso sul quotidiano da lei diretto il giorno 14
giugno c.m. a pag. 43, e sono stato spiacevolmente colpito da alcune
affermazioni del sig. Carlo Colombo dell’Associazione Nazionale
Carabinieri (presumo in congedo) lì riportate.
Su
queste mi permetto alcune osservazioni.
La
prima si riferisce all’affermazione “Se non va bene all’ANPI, se
ne faccia una ragione, la libertà che volevano i Partigiani era ben
diversa da questo fascismo di sinistra….”: posso chiedere da
quale pulpito e con quali argomentazioni il sig. Colombo può fare
certe affermazioni? I valori per cui hanno combattuto i Partigiani,
ad alcuni sembrerà retorica, ma stanno scritti nella Costituzione,
dove di sicuro non sta scritto e non si giustificano frasi becere
quali “Noi abbiamo creato un corridoio culturale, ben diverso
dai corridoi umanitari che vogliono altri”. Sia la prima che la
seconda qualificano, anzi squalificano, chi le ha pronunciate.
In
merito all’invito a rivolgersi al Presidente della Repubblica per
avere spiegazioni circa l’onorificenza conferita allo Sciumbasci
Ibrahim Ali nel 1952 dall’allora Presidente Luigi Einaudi,
rispondiamo che: primo, non ci permetteremmo mai di chiedere
all’attuale Presidente ragione di atti imputabili ad altri; secondo,
non ce n’è la necessità. Se studiasse un po’ la storia invece di
esibirsi in pagliacciate, saprebbe che l’Italia, proprio in
riparazione dei danni prodotti con l’occupazione colonialista e
militare, su incarico dalle Nazioni Unite fu titolare
dell’Amministrazione Fiduciaria della Somalia Italiana dal 1950 al
1960. In quel periodo come riconoscimento economico a chi dopo la
guerra, essendo stato collaboratore degli occupanti aveva vita dura,
furono concesse benemerenze che permettevano, grazie a misere
pensioni di guerra, di sopravvivere. Nessuno dell’ANPI si è mai
sognato di chiedere la revoca di queste onorificenze, siamo
perfettamente coscienti che questa fu una forma di risarcimento, ma
da lì ad intitolare una strada ad un collaborazionista dell’esercito
fascista che sparava sui propri connazionali e che ebbe la disgrazia
di morire in combattimento contro gli inglesi in difesa della colonia
italiana e non della sua patria, Carabiniere o no, ce ne passa!
Per
concludere l’ANPI da subito ha chiesto la revisione di questa
delibera e ha proposto di titolarla ad un altro carabiniere morto per
difendere la Patria, abbiamo proposto Salvo d’Acquisto, vice
brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, Medaglia d’oro al valore
militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per salvare un
gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste.
Oppure si consultino le carte del “Fronte Clandestino di Resistenza
dei Carabinieri” guidato dal generale Filippo Caruso, tanto per
fare un esempio dei tanti: nomi se ne troveranno a centinaia e stiano
pur certi che ci troveranno presenti con le bandiere.
Non siamo noi quelli fuori dalla storia. Per stare nella storia bisogna scegliere da che parte stare. Noi stiamo dalla parte democratica della Repubblica Italiana, qualcun altro evidentemente vive nella nostalgia di passati regimi. A ciascuno il suo ruolo.
La
storia della Resistenza al nazifascismo e la Costituzione Italiana
sono e saranno sempre la nostra bandiera, il sig Colombo e la sua
Associazione se ne facciano una ragione.
Ricordo della figura di Gramsci e del suo passaggio in questi luoghi.
Sabato 8 giugno, Capanna Mara.
Ritrovo ore 15,00 all’Alpe del Viceré ( Albavilla, Como) all’ingresso del posteggio e salita in compagnia fino alla Capanna Mara.
Per le persone con difficoltà è previsto un servizio di trasporto ( max 4 persone).
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