Mese: Marzo 2014
FESTA DEL TESSERAMENTO
70° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DELLE FOSSE ARDEATINE
Il 23 marzo 1944, in via Rasella, nel primo pomeriggio, un’esplosione uccide 32 militari del reggimento Bozen che ogni giorno, alla stessa ora, passavano da quella strada. L’attentato viene organizzato da Giorgio Amendola, a capo dei Gruppi di Azione Patriottici di Roma nello stesso giorno dell’anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento.
Nel corso nella giornata gli ufficiali tedeschi decidono che un’ azione di quella portata avrebbe finito per nuocere al Reich. La rappresaglia, comandata dal Feldmaresciallo Albert Kesselring, stabilisce che dieci italiani dovranno perire per ogni tedesco. A stilare l’elenco delle vittime è il tenente colonnello Herbert Kappler: tanti innocenti, detenuti comuni, condannati a morte, ebrei, civili rastrellati con l’aiuto della polizia fascista. E’ il questore Pietro Caruso ad aggiungere altre 50 vittime. Nella notte muore un altro soldato della Bozen, la lista delle vittime si allunga, ne servono altre dieci. Alla fine si giunge al totale di 335 italiani innocenti che dovranno perire in modo inumano, giustiziati con un colpo alla nuca, legati gli uni agli altri in gruppi di cinque. Li fanno scendere nelle gallerie male illuminate, li fanno inginocchiare e sparano. Mentre le prime vittime cadono a terra, quelle successive sono costrette a mettersi in ginocchio sui loro corpi per andare incontro allo stesso destino. E così fino alla fine, quando i cadaveri ammassati sono così tanti che per sparare i soldati tedeschi devono calpestarli.
E avanti così per ore, dal primo pomeriggio fino a sera.
Per nascondere alla cronaca e alla storia l’eccidio, Priebke e Kappler fanno saltare l’ingresso della cava. E se ne vanno.
La mattina seguente, la notizia della strage sarà data ai romani dalle pagine del Messaggero:
“(….) Il comando germanico ha, perciò, ordinato che, per ogni tedesco ucciso, dieci criminali comunisti badogliani siano fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito“. (Il Messaggero, 25 marzo 1944)
CITTADINANZA ONORARIA A GIANCARLO PUECHER
PROPOSTA DEL COMUNE DI PONTELAMBRO DI CITTADINANZA ONORARIA A GIANCARLO PUECHER
COMUNICATO ANPI PROVINCIALE DI COMO
Comunicato
L’Anpi della Provincia di Como, in merito alla polemica in atto presso il comune di Pontelambro per la concessione della cittadinanza onoraria al Martire della Resistenza Giancarlo Puecher Passavalle, esprime la propria convinzione che tale atto sia più che un sincero omaggio al martire, medaglia d’oro della Resistenza, uno spunto per una controversia politica, alla vigilia delle elezioni comunali.
Premesso che la proposta sia tardiva ( 71 anni dopo ) esprime il dubbio che la cittadinanza onoraria a Puecher sia, anche dal punto di vista amministrativo, non corretta poiché la cittadinanza onoraria viene normalmente concessa ai cittadini viventi.
Vi sono forme di riconoscenza più efficaci, come ad esempio borse di studio intitolate a Puecher, diffusione di materiale storico in tutte le scuole e le famiglie, dedicazioni di opere pubbliche. L’importante è che il sacrificio di Puecher, insieme alla memoria del Parroco Casati suo grande amico e maestro siano sempre vive, senza strumentalizzazioni, soprattutto presso le nuove generazioni per un’educazione alla legalità, al rispetto della Costituzione e alla solidarietà.
Como, 21 marzo 2014
COMO, 70° ANNIVERSARIO DEGLI SCIOPERI
ANPI PROVINCIALE DI COMO IN COLLABORAZIONE COI SINDACATI COMASCHI E GLI ISTITUTI DI STORIA ORGANIZZA:
COMO, 9 APRILE 2014
AULA MAGNA DEL SETIFICIO, VIA CASTELNUOVO
CON LE FABBRICHE
DALLE LOTTE OPERAIE ALLA LIBERTA’
ORE 9 – 12
INCONTRO CON LE SCUOLE
TESTIMONIANZA DI INES FIGINI, DEPORTATA
RELAZIONE DELLA STORICA ROBERTA CAIROLI
ORE 14,30 – 18
INCONTRO PUBBLICO
INTERVENTI DI
CLAUDIO DELLA VALLE, ordinario storia contemporanea Università di Torino
ROBERTA CAIROLI, storica, autrice del libro I Cancelli erano chiusi
ANTONIO PIZZINATO, sindacalista, senatore della Repubblica, presidente regionale onorario dell’ANPI Lombardia