INSULTI OMOFOBI AL GAY PRIDE

La scritta omofoba apparsa sulla ringhiera dei giardini a lago

LA REPLICA DEGLI ORGANIZZATORI DEL GAY PRIDE COMASCO. Dopo gli striscioni contro il Pride di Como, arrivano nuove risposte alle intimidazioni dell’esterma destra: “La comparsa, nel pomeriggio del 21 giugno, di uno striscione omofobo e fascista inneggiante contro il Pride di Como – scrivono gli organizzatori – non ci sorprende né scompone.  Sono infatti ormai numerose volte in cui l’estrema destra locale cerca di intimidire la comunità LGBTQIA+, rafforzata dalle posizioni reazionarie del governo nazionale, regionale e comasco, con attacchi tanto istituzionali quanto verbali e fisici contro singole persone ritenute non conformi. Noi rivendichiamo il diritto ‘all’indecorosità’ di cui ci accusano, ovvero a non rientrare nelle norme sociali di genere e sessualità, fondate su valori misogini, omofobi e transfobici, lontani dagli ideali transfemministi e antifascisti a cui noi invece ci riferiamo. Consci del fatto che il nazifascismo è  un crimine contro l’umanità e non un’opinione politica qualunque, non facciamo passi indietro di fronte a queste intimidazioni. Vi aspettiamo allora il 15 luglio al Como Pride, per una società più equa e rispettosa di tutte le persone che ne fanno parte. La città è di chi la vive e la attraversa col proprio corpo, non dei fascisti bigotti”.

LA RISPOSTA DELL’ ANPI. «Il Pride è un giorno di festa e di lotta e il suo scudo costituzionale è proprio contenuto in queste parole dell’articolo 3. È la affermazione determinata e rigorosa di un intero capitolo di diritti; è la risposta della storia a secoli e secoli non solo di repressione, ma anche di persecuzione; è una festa di liberazione dalle catene del pregiudizio e dell’esclusione; è la negazione aperta e conclamata dello schema mortale amico-nemico; è una rivolta contro chi reprime, ma anche contro la tolleranza, perché questa presuppone che ci sia chi tollera e chi viene tollerato; è il ripudio di ogni violenza come forma di relazione fra le persone.

Coloro che invece oggi a Como a firma Fiamma Tricolore hanno esposto lo striscione con la scritta “No gay pride” hanno espresso la loro vocazione discriminatoria, repressiva e autoritaria tesa a colpire qualsiasi diversità. È la fobia dell’altro.

In una cultura democratica l’altro è una risorsa culturale e morale in più, è un’occasione ricorrente per essere pienamente persona, cioè non un individuo isolato, un numero, un consumatore, un algoritmo, bensì un singolo che entra in rapporto fecondo con altri singoli e in questa misura fa comunità, una comunità aperta, libera, accogliente.

L’altro, per chi come Fiamma Tricolore discrimina, è invece considerato il nemico: oggi sono le persone LGBTQIA+, i migranti, domani sono le donne, dopodomani coloro che hanno un’opinione politica o professano un credo religioso diverso dal tuo.

Un’altra società, fondata sulla dignità e sul rispetto, governata dall’etica della fraternità, illuminata dai valori della persona, del lavoro umano, della pace è scritta nella Costituzione della Repubblica e la sua realizzazione è l’obiettivo di una lotta lunga e difficile, ma che ci accomuna: la lotta per una società di nuovo umanesimo, che combatta ogni solitudine e si proponga in modo chiaro e distinto l’obiettivo della felicità sociale». [Anpi Sezione di Como “Perugino Perugini”]

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