Mese: Maggio 2016
NOTAZIONI SUL CONGRESSO DI RIMINI E SUGLI ATTACCHI ALL’ ANPI
Questa campagna referendaria non poteva cominciare peggio. Ne abbiamo sentite di tutti i colori: offese, insulti, alle persone e all’ANPI. Ci hanno detto che siamo finiti, che non rappresentiamo più nulla, perché non ci sono più partigiani; che comunque ci sono partigiani “veri” che la pensano diversamente da noi. Sono stati scomodati personaggi del passato per fargli “anticipare”giudizi, naturalmente negativi nei nostri confronti.
Abbiamo deciso di non rispondere alle provocazioni, perfino quando ci hanno paragonato a CasaPound, perché alle sciocchezze ed alle balordaggini non si può rispondere.
A tutti coloro che hanno parlato e scritto in questi modi, in questo periodo, abbiamo solo da dire:
– che l’ANPI è viva e vegeta e in essa convivono dal 2006 partigiani e antifascisti, portatori entrambi di valori comuni, quelli della Resistenza e della Costituzione; la nostra parola d’ordine è, da sempre, rispetto e continuità;
– che l’ANPI è stata considerata legittimata non solo ad agire ma anche ad intervenire in procedimenti penali, per difendere diritti e principi fondamentali, da ben 4 sentenze di Tribunali Militari e altrettante di giudici penali di Roma, Milano, Tivoli ed altre importanti sedi giudiziarie;
– che nessuna sentenza, per quanto ci risulti, ha legittimato parlamentari e ministri ad emettere “decisioni” e giudizi sull’ANPI e tantomeno ad operare pretestuose distinzioni fra partigiani “veri” e partigiani ipotetici;
– che non siamo un’associazione reducistica, ma una associazione di memoria e di valori, legata con un filo indissolubile ad una Costituzione che non sarà “la più bella del mondo” ma è certamente tra le più avanzate e frutto di un felice, prodigioso incontro di idee, culture, provenienze diverse, ma capaci di levarsi, e di molto, “al di sopra della mischia”, cosa purtroppo ignota e irraggiungibile per molti corifei del nulla dei nostri tempi;
– che l’ANPI è un’associazione pluralista, dove possono convivere opinioni diverse, componendosi in un contesto di valori condivisi e di fraternità (anch’essa, purtroppo, sconosciuta a molti dei discettatori di oggi);
– che l’ANPI non ha dato e non dà giudizi negativi su chi la pensa diversamente su temi specifici, ma si limita a contestare le opinioni che non condivide, ma nel merito, e considerando chi ne è portatore al più come un avversario e mai come un “nemico”; la Resistenza – diceva “Bulow” l’abbiamo fatta “anche per loro”;
– che l’ANPI assume le sue decisioni secondo le regole della democrazia e pretende che anche chi non le condivide le rispetti, assicurandogli nel contempo rispetto;
– che l’ANPI, pure essendo un soggetto “politico” (nel senso aristotelico del termine), non è e non sarà mai un partito o qualcosa che assomigli ad un partito. Non lo fu e non lo divenne nel 1953, quando si schierò contro la “legge truffa”; non lo fu e non lo divenne nel 1960, quando scese nelle piazze per contrastare un governo fondato su un’alleanza con i fascisti.
Quando si tratta di stravolgimenti della Costituzione, quando si tratta di diritti fondamentali e quando si tratta di antifascismo, l’ANPI è tenuta ad intervenire e schierarsi, senza alterare la sua identità ed anzi esprimendo in pieno i valori cui si ispira;
– che infine è ora di lasciar perdere gli insulti, gli attacchi, le sciocchezze fondate sul nulla per entrare nel merito, informare i cittadini e metterli in condizione di poter decidere liberamente, sui temi del referendum, come si deve fare in democrazia. Ciò premesso, non possiamo che chiedere a tutti di uniformarsi a queste regole fondamentali: basta polemiche e confronti sul merito.
L’ANPI, intanto, con i partigiani e gli antifascisti, andrà avanti per la sua strada, battendosi per una difesa non conservatrice della Costituzione, che si può sempre modificare, nei modi previsti dalla stessa Costituzione quando sussistono esigenze reali e rispettando lo spirito che animò i legislatori costituenti. ln questo contesto, si è svolta la prima riunione del nuovo Comitato Nazionale, alla quale avevo personalmente invitato a partecipare due dei cosiddetti dissidenti, a cui ritenevo giusto dare la parola in questa occasione.
C’è stato un ampio dibattito, un sereno confronto, un franco chiarimento anche tra idee diverse, nello spirito che deve caratterizzare un’associazione come la nostra con uno sforzo di reciproca comprensione, tanto che il Presidente alla fine ha ricevuto un invito per una riunione a Bolzano.
Infine, dopo la partenza degli invitati (che per regolamento non votano) il Comitato Nazionale ha votato un documento approvato all’unanimità; il che per un’associazione che alcuni pretenderebbero ‘“lacerata e divisa”, non è niente male.
Viene pubblicato qui di seguito il documento che a me sembra chiarissimo e non ha bisogno di commenti perché parla da solo:
“Il Comitato nazionale dell’ANPI,
vista la campagna condotta da alcuni organi di stampa sulla cosiddetta spaccatura all’interno dell’ANPI per svalutare l’intera Associazione;
visti i tentativi, da varie parti, di provocare o intimidire l’ANPI con dichiarazioni quanto meno improvvide mettendo perfino in dubbio la rilevante eredità morale di cui è portatrice e il dovere statutario di difendere la Costituzione da ogni stravolgimento;
ribadisce:
che la decisione di aderire alla Campagna referendaria per il NO è stata adottata dal Comitato Nazionale del 21 gennaio u.s., con una netta e precisa maggioranza (venti voti a favore e tre astensioni), che tale decisione è stata ribadita praticamente in tutti i Congressi provinciali e sezionali dell’ANPI, con rarissime eccezioni;
che la conferma definitiva è venuta dall’inequivocabile voto conclusivo (con solo tre astensioni) del Congresso sui documenti congressuali, compresa la relazione generale del Presidente, analoga – nella sostanza – alle decisioni precedenti;
che è assolutamente lecito e normale che vi siano, all’ANPI, anche opinioni dissenzienti, ma che il dissenso deve essere mantenuto nei limiti della circolaredel 5 marzo 2016, là dove afferma:
«Abbiamo sempre affermato che la nostra è un’Associazione pluralista, per cui è normale anche avere opinioni diverse. Altra cosa, però, sono i comportamenti.
Ovviamente, non sarà “punito” nessuno per aver disobbedito, ma è lecito chiedere, pretendere, comportamenti che non danneggino l’ANPI e che cerchino di conciliare il dovere di rispettare le decisioni, con la libertà di opinione».
decide:
di intensificare la Campagna per il NO alla riforma del Senato e per il SÌ alla correzione di parti alla Legge elettorale “Italicum” in tutti i luoghi in cui l’ANPI ha una sede, d’intesa con l’ARCI e con le altre Associazioni che hanno aderito ai Comitati per il NO alla Riforma del Senato e per la “correzione” della Legge elettorale, adottando tutte le misure necessarie perché la raccolta delle firme si concluda tempestivamente e con esito positivo, invitando tutti gli iscritti a dedicare ogni impegno affinché si realizzi un’ampia e completa informazione di tutti i cittadini, sulle ragioni del NO e sui contenuti della riforma in discussione;
di non accettare provocazioni e dunque di non intervenire in dibattiti e polemiche che non riguardino i contenuti dei referendum;
deplorando la inaccettabile campagna introdotta contro l’ANPI, perfino tentando discriminazioni fra i partigiani e respingendo altrettanto vergognosi avvicinamenti ad organizzazioni di stampo fascista; di invitare tutti, Governo, Partiti, Associazioni, cittadini, a mantenere la campagna referendaria nei confini della democrazia e della correttezza, dando assoluto ed esclusivo primato ai contenuti;
invita la stampa a dar conto di tutte le posizioni, senza preferenze né distinzioni ed, in particolare, radio e televisione ad aprire spazi adeguati anche ai sostenitori del NO, come finora non è avvenuto;
richiama l’attenzione del Garante delle Comunicazioni a fare il possibile per garantire che l’informazione – nella campagna referendaria – sia ampia ed equilibrata, si abbassino i toni, si privilegino le discussioni, pacate, e le riflessioni informative.
Il referendum è un diritto dei cittadini e delle cittadine ed è uno strumento di democrazia: è necessario che tutti lo rispettino e si adeguino alla necessità di consentire una piena conoscenza dei reali problemi in discussione, senza prevaricazioni e senza l’uso di dichiarazioni provocatorie ed offensive.
L’ANPI tutta è impegnata a garantire che questo importante esercizio di democrazia si svolga con estrema correttezza e parità di condizioni, in modo che davvero la parola conclusiva spetti al popolo”.
Roma, 24 maggio 2016 – Il Comitato nazionale Anpi
IL SALUTO FASCISTA E’ SEMPRE REATO
Il saluto fascista è sempre reato
Non è necessario che sia accompagnato da comportamenti violenti: il saluto fascista, più conosciuto come ‘saluto romano’, costituisce sempre una manifestazione che rimanda all’ideologia fascista e a valori politici di discriminazione razziale e di intolleranza.
Lo ha affermato la prima sezione penale della Corte di Cassazione recependo le argomentazioni della Corte d’appello di Trieste che aveva condannato sette tifosi per discriminazione razziale ed etnica per aver fatto il saluto fascista dagli spalti dello stadio di Udine il 10 settembre del 2008 per tutta la durata dell’inno nazionale prima della partita Italia-Georgia.
http://www.huffingtonpost.it/2016/05/17/saluto-fascista-cassazione_n_10005558.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
L’ ANPI RILANCIA LA CAMPAGNA FIRME
Anpi: confermata la posizione sui referendum e rilanciata la campagna firme
24 Maggio 2016
Si è riunito oggi a Roma il nuovo Comitato Nazionale ANPI: confermata la posizione sui referendum e rilanciata la campagna firme.
Questo il documento approvato alla fine della riunione.
Il Comitato nazionale dell’ANPI, vista la campagna condotta da alcuni organi di stampa sulla cosiddetta spaccatura all’interno dell’ANPI per svalutare l’intera Associazione; visti i tentativi, da varie parti, di provocare o intimidire l’ANPI con dichiarazioni quanto meno improvvide mettendo perfino in dubbio la rilevante eredità morale di cui è portatrice e il dovere statutario di difendere la Costituzione da ogni stravolgimento;
ribadisce: che la decisione di aderire alla Campagna referendaria per il NO è stata adottata dal Comitato Nazionale del 21 gennaio u.s., con una netta e precisa maggioranza (venti voti a favore e tre astensioni), che tale decisione è stata ribadita praticamente in tutti i Congressi provinciali e sezionali dell’ANPI, con rarissime eccezioni; che la conferma definitiva è venuta dall’inequivocabile voto conclusivo (con solo tre astensioni) del Congresso sui documenti congressuali, compresa la relazione generale del Presidente, analoga – nella sostanza – alle decisioni precedenti; che è assolutamente lecito e normale che vi siano, all’ANPI, anche opinioni dissenzienti, ma che il dissenso deve essere mantenuto nei limiti della circolare del 5 marzo 2016, là dove afferma: «Abbiamo sempre affermato che la nostra è un’Associazione pluralista, per cui è normale anche avere opinioni diverse.
Altra cosa, però, sono i comportamenti. Ovviamente, non sarà “punito” nessuno per aver disobbedito, ma è lecito chiedere, pretendere, comportamenti che non danneggino l’ANPI e che cerchino di conciliare il dovere di rispettare le decisioni, con la libertà di opinione».
Decide:
– di intensificare la Campagna per il NO alla riforma del Senato e per il SÌ alla correzione di parti della Legge elettorale “Italicum” in tutti i luoghi in cui l’ANPI ha una sede, d’intesa con l’ARCI e con le altre Associazioni che hanno aderito ai Comitati per il NO alla Riforma del Senato e per la “correzione” della Legge elettorale, adottando tutte le misure necessarie perché la raccolta delle firme si concluda tempestivamente e con esito positivo, invitando tutti gli iscritti a dedicare ogni impegno affinché si realizzi un’ampia e completa informazione di tutti i cittadini, sulle ragioni del NO e sui contenuti della riforma in discussione;
– di non accettare provocazioni e dunque di non intervenire in dibattiti e polemiche che non riguardino i contenuti dei referendum;
– deplorando la inaccettabile campagna introdotta contro l’ANPI, perfino tentando discriminazioni fra i partigiani e respingendo altrettanto vergognosi avvicinamenti ad organizzazioni di stampo fascista; di invitare tutti, Governo, Partiti, Associazioni, cittadini, a mantenere la campagna referendaria nei confini della democrazia e della correttezza, dando assoluto ed esclusivo primato ai contenuti;
– invita la stampa a dar conto di tutte le posizioni, senza preferenze né distinzioni ed, in particolare, radio e televisione ad aprire spazi adeguati anche ai sostenitori del NO, come finora non è avvenuto;
– richiama l’attenzione del Garante delle Comunicazioni a fare il possibile per garantire che l’informazione – nella campagna referendaria – sia ampia ed equilibrata, si abbassino i toni, si privilegino le discussioni, pacate e le riflessioni informative. Il referendum è un diritto dei cittadini e delle cittadine ed è uno strumento di democrazia: è necessario che tutti lo rispettino e si adeguino alla necessità di consentire una piena conoscenza dei reali problemi in discussione, senza prevaricazioni e senza l’uso di dichiarazioni provocatorie ed offensive. L’ANPI tutta è impegnata a garantire che questo importante esercizio di democrazia si svolga con estrema correttezza e parità di condizioni, in modo che davvero la parola conclusiva spetti al popolo.
Roma, 24 maggio 2016
PARTIGIANI VERI, PARTIGIANI “FALSI”
Ecco chi sono i “non partigiani” iscritti all’Anpi
25 Maggio 2016
Qui di seguito pubblichiamo la lettera pubblicata stamane dal Fatto Quotidiano che spiega chi sono gli iscritti all’Anpi “non partigiani”. A scriverla è Andrea Liparoto, membro della Segreteria nazionale ANPI.
Gentile Direttore,
mi chiamo Andrea Liparoto, ho 43 anni, non sono un partigiano “vero” ma dal 2011 sono un componente della Segreteria Nazionale dell’ANPI. Un fatto del tutto normale derivante dalla scelta che le partigiane e i partigiani fecero nel Congresso di Chianciano del 2006 quando, consci della loro inesorabile scomparsa, decisero di aprire le porte dell’Associazione anche ai non combattenti per non far disperdere l’immenso patrimonio di valori e principi fondativi della Resistenza. Da allora porto sulle mie spalle un non facile carico di responsabilità che sostengo e conduco supportato da un continuo confronto coi partigiani, tra cui, in primis, Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale, e quindi da studio, coscienza viva, e massima, seria attenzione a tutti gli accadimenti politici e sociali del nostro Paese. Tanti come me, anche molto più giovani, si muovono oggi nell’ANPI, fanno iniziative e si formano alla profondità e all’ampiezza del pensare, alle buone pratiche democratiche insomma ad una direzione di vita e impegno in chiara sintonia con la lezione di civiltà e moralità delle nostre “madri” e dei nostri “padri” oltreché sotto la loro guida. Non abbiamo dunque occupato l’ANPI, come sento e leggo da più parti, siamo stati delegati a perpetuarne forza d’ideali e interazione costituzionalmente produttiva con le Istituzioni e il Paese tutto. Ho partecipato alla ormai nota riunione del 21 gennaio scorso dove il Comitato Nazionale ANPI deliberò l’adesione dell’Associazione ai Comitati referendari per il no alla riforma del Senato e per il sì alla correzione della legge elettorale “Italicum”. Una scelta frutto di un confronto che si è concluso con la condivisione di un dato di grande preoccupazione rispetto alla manomissione in atto di due principi fondamentali della Carta: il bilanciamento dei poteri e il diritto di rappresentanza dei cittadini in Parlamento. Non abbiamo inventato alcuna posizione ideologica o ideologizzata, semplicemente ci siamo allineati all’antica cura della Costituzione e del presidio dei suoi pilastri che ha caratterizzato l’intera esistenza dei protagonisti della Guerra di Liberazione. Abbiamo fatto il nostro dovere statutario. Nulla di nuovo e di particolarmente sconvolgente. Né tantomeno nulla che abbia prodotto divisioni e spaccature nella nostra Associazione come continuo a vedere recitato sulla stampa. L’ANPI è oggi unita e salda, sono lì ad attestarlo i numeri dei recenti Congressi provinciali e del Congresso nazionale. Una modesta posizione di dissenso rispetto alla linea è più che comprensibile in un contesto pluralistico come il nostro; e non incide certamente nei rapporti interni che restano sempre fraterni. Sarebbe molto auspicabile che si riuscisse a riportare il doveroso dibattito su un tema delicato per antonomasia, come la riforma della Costituzione, su binari di responsabilità, rispetto, effettiva informazione e magari competenza. Le cittadine e i cittadini hanno diritto alla comprensione piena del tema, e alla possibilità di scegliere in totale libertà e coscienza. Sono loro i primi ad essere stufi del corrente circo delle menzogne, degli attacchi, delle improvvisazioni disperate e dei personalismi. Non dimentichiamoci mai che il primo avversario resta per tutti l’astensionismo.
Grazie
Andrea Liparoto, Segreteria nazionale ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)