11 APRILE, CONVEGNO A GENOVA

1943, dalla crisi del regime all’8 settembre

A Genova, l’11 aprile , presso la Sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, in via Garibaldi, convegnio su “1943, dalla crisi del regime all’8 settembre”. A cura dell’Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Università degli studi di Genova, Regione Liguria, Comune e Provincia di Genova.
Relatori:
Paolo Battifora, Coordinatore scientifico Ilsrec.
Alberto De Bernardi, Università di Bologna.
Claudio Dellavalle, Università di Torino.
Antonio Gibelli, Università di Genova.
Gabriella Gribaudi, Università di Napoli.
M. Elisabetta Tonizzi, Università di Genova.
Giovanni B. Varnier,  Università di Genova.

Aderisce il Comitato permanente della Resistenza di Genova in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria.

Info: ILSREC, Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, via del Seminario 16 – 16121 Genova.
tel. 010-5576091; 010-5955031; fax 010-5953126
e-mail: ilsrec@ilsrec.it
sito Internet: www.istitutoresistenza-ge.it

PREMIO GUFFANTI

Pubblichiamo con piacere il manifesto vincitore del concorso “Premio Guffanti” indetto dalla sezione Anpi del Seprio, a ciu hanno partecipato più di 100 ragazze e ragazzi delle scuole medie dell’area del Seprio.

Il concorso premia il miglior manifesto, che sarà adoperato come locandina per il 25 aprile 2013 e che quest’anno è stato vinto dall’alunna Sara Zaffarano della III C della scuola media Anna Frank.

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LO SCIOPERO DELL ‘OMITA

ALBATE, 29 MARZO 1943


LO SCIOPERO DELL’ OMITA

“Alle ore 10 del 29 marzo 1943, appena cessato il suono della sirena, una sessantina di operai, su 270 presenti, hanno cessato il lavoro, riversandosi nel cortiletto che univa i due capannoni della fabbrica.

Al capotecnico e direttore del personale sig. Greco e al direttore generale ing. Scolari, gli operai avanzarono una richiesta di aumento salariale del 70%, motivando che, essendo introvabili i viveri, essi dovevano necessariamente ricorrere al mercato nero, i cui prezzi erano però proibitivi.

Queste richieste venivano ribadite anche al vice federale Rodini, subito accorso in Albate.

L’interruzione del lavoro, durata circa 30 minuti, non ha dato luogo ad incidenti”.

La modalità dello sciopero ricalca quello del 5 marzo 1943 ad opera dei lavoratori della Fiat Mirafiori di Torino, e le rivendicazioni salariali dimostrano che gli operai di Albate erano ben informati sulle lotte che si erano sviluppate.

Da una lettera inviata il giorno seguente al federale Casagrandi, l’organizzazione dello sciopero dell’ OMITA sarebbe da imputarsi ad un gruppo di comunisti guidati da Mario Ceruti, ex confinato politico. L’esempio delle lotte nelle grandi città industriali insegna ai lavoratori comaschi che anche nelle loro fabbriche si può cominciare a protestare, unendo agli obiettivi generali degli aumenti salariali anche quelli specifici delle inadempienze contrattuali.

Il sabato precedente, 27 marzo, era stato arbitrariamente esteso all’ OMITA il sistema del cottimo a tempo in tutti i reparti. E’ questa la causa scatenante che induce i lavoratori all’azione il lunedì seguente. Questi operai avevano la qualifica di manovali pur svolgendo mansioni da specializzati e il loro compenso era fermo ai minimi contrattuali da ben quattro anni. Il lavoro era inoltre scandito da una dura disciplina, regolata a suon di multe dall’ufficiale di sorveglianza , capitano Cinquini e dal capo officina Greco, che nel partito fascista ricopriva anche la carica di “ consultore del rione”, vale a dire che oltre alla sorveglianza sul luogo di lavoro univa la sorveglianza del quartiere.

Sarà proprio Greco che, convocato dall’ispettore federale del PNF fornirà i nomi dei tre possibili promotori dell’agitazione: Dante Albonico, Luigi Brenna e Mario Merio, contro i quali verranno organizzate spedizioni punitive, mentre i carabinieri arrestanoper aver preso parte alla sospensione del lavoro e non aver fatto presente alle gerarchie l malcontento e i desiderata il fiduciario di fabbrica Alfonso Arrighi e ilcapo reparto, non iscritto al PNF ed ex sovversivoFederico Camoncini.

Quanto alle rivendicazioni, non furono soddisfatte, anche se il governo fascista, scosso dalla portata degli scioperi, il 2 aprile 1943 emise un comunicato in cui si annunciava che le due confederazioni fasciste stavano elaborando provvedimenti salariali che sarebbero stati elargiti il 21 aprile, ricorrenza del Natale di Roma. ( si trattò di indennità giornaliere di 10 lire agli operai e 15 lire agli impiegati).

Tuttavia, il 1 aprile, “ malgrado la situazione all’interno dello stabilimento sia tornata normale, sono state rilevate sul muro, in prossimità dello stabilimento, le scritte criminose: MORTE AL DUCE – VIVA LO SCIOPERO E CHI LO FANNO

Tratto da ” La calma apparente del lago”, di Vittorio Roncacci.

26 MARZO, MILANO

Gli scioperi del marzo 43-44 contro il fascismo


Martedì 26 marzo, alle ore 10,30 (fino alle 12,30) presso la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, Salone Giuseppe Di Vittorio (Corso di Porta Vittoria 439) manifestazione-dibattito a ricordo degli scioperi del marzo 43-44 contro il fascismo.

Programma.

ROBERTO CENATI, Presidente ANPI provinciale di Milano.  Introduzione e coordinamento. 

CLELIA CAFIERO, pianoforte, musiche di S. Rachmaninov e D. Shostakovich.

LUIGI GANAPINI, storico, sguardo e riflessioni storiche sugli avvenimenti.

ANTONIO PIZZINATO, presidente onorario ANPI Lombardia, intervento.

PIERA PATTANO, staffetta partigiana, testimonianza.


Proiezione docufilm “Quei ragazzi del ’43-‘44” con Marco Balma e Ottavia Piccolo. Regia di Leonardo Gervasi.


Conclusioni di GRAZIANO GORLA, segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Milano.

Alle ore 12.30 esposizione delle opere d’arte donate alla Camera del Lavoro da Giorgio Gaslini e Marco di Giovanni e di una targa in ricordo degli scioperi del ’43-’44 con l’intervento di GIULIANO PISAPIA,  Sindaco di Milano e la presenza degli Artisti.

La manifestazione è in collaborazione con l’Istituto Lombardo di Storia Contemporanea e l’AssociazioneCulturale Secondo Maggio.

ROMA, 24 MARZO – VERITA’ E GIUSTIZIA IN ARGENTINA

“Argentina-Italia: La memoria condivisa”

“Argentina-Italia: La memoria condivisa”. Questa il tema della manifestazione organizzata dall’ Ambasciata Argentina in Italia  e dal Museo storico della  Liberazione di Roma per domenica 24 marzo,alle  ore 10,30 presso la Sala conferenze del Museo storico della Liberazione, via Tasso 145.

Nella Giornata Nazionale della Memoria per la Verità e la Giustizia in Argentina, data che ci porta a rievocare – nello stesso giorno della strage delle Fosse Ardeatine, punto massimo della repressione nazifascista a Roma –  l’inizio della tragica dittatura civico-militare argentina instauratasi il 24 marzo 1976,  l’Ambasciata Argentina desidera stringersi con l’A.N.P.I., con il Museo storico della Liberazione e con le altre associazioni antifasciste in un abbraccio della  memoria, perché la   memoria è l’unico strumento che abbiamo per non ripetere la storia.
“Vogliamo condividere con l’A.N.P.I., con il Museo storico della Liberazione e con le altre associazioni antifasciste la necessità di difendere i valori profondi della democrazia, particolarmente perché riteniamo che – se non si è impegnati e operosi – la democrazia si può perdere non  in un solo giorno, ma si può perdere un po’ ogni giorno. Per questo, dobbiamo essere vigili e non sottovalutare le manifestazioni anti-democratiche, l’intolleranza, la discriminazione e la mancanza di verità e di giustizia. La difesa e la promozione dei diritti umani – in questo senso – sono nella nostra epoca una delle frontiere più avanzate dell’antifascismo. E per questo vogliamo dire insieme all’ANPI e alle altre associazioni antifasciste: La vostra storia e la nostra sotto il motto  “Argentina-Italia: La memoria condivisa”. 
 
Interventi:
Torcuato di Tella, Ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia (saluto istituzionale).
Antonio Parisella, Presidente del Museo storico della Liberazione.
Vito Francesco Polcaro, Presidente dell’ANPI Roma e Lazio.
Carlos Cherniak, Ministro responsabile Diritti Umani dell’Ambasciata Argentina.

Posti limitati, si prega di confermare la presenza entro sabato 23
Segreteria: info@museoliberazione.it

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