La Segreteria nazionale ANPI stigmatizza il voto di ieri al Senato sul ddl Zan come un atto che colpisce pesantemente il cammino dei diritti.
Con il coraggio del voto segreto, una esultante rappresentanza di
senatori e senatrici ha affossato di fatto il percorso di un
provvedimento legislativo necessario a contrastare bullismi e violenze
lesive della dignità umana.
Aver consentito un voto tagliola per rinviare di altri sei mesi la
discussione di merito su un testo già approvato all’inizio di novembre
dello scorso anno alla Camera e su articoli discussi e ridiscussi a
lungo nella Commissione Giustizia del Senato, sottoposti da mesi ad
azioni ostruzionistiche, ha fatto cadere la maschera di chi brandisce e
sbandiera strumentalmente libertà di coscienza a danno di diritti
inalienabili delle persone.
Quel che è certo è che con il voto a maggioranza di ieri, coprendo e
sdoganando pulsioni oscurantiste, retrive ed omotransfobiche, si è
consumato, come per lo “ius soli”, un ennesimo strappo con la coscienza
civile di questo Paese.
La Segreteria nazionale ANPI, nel deplorare il
volgare mercanteggiamento politico a danno di diritti inalienabili delle
persone ha sostenuto e continuerà a sostenere ogni iniziativa ispirata
al rispetto della dignità umana e volta a combattere discriminazioni e
violenze.
Sulla prima pagina del quotidiano il manifesto del 22 ottobre 2021, commento del presidente nazionale ANPI al voto in Senato sullo scioglimento delle organizzazioni fasciste
“Come si fa ad essere pienamente
soddisfatti dell’ordine del giorno approvato ieri in Senato a proposito
dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste? Esso impegna il
governo “a valutare le modalità per dar seguito al dettato
costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del partito
fascista”.
Valutare le modalità? La legge Scelba prevede che, ove non vi sia
ancora una sentenza che abbia accertato la riorganizzazione del partito
fascista, “nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo,
sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’articolo 1,
adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante
decreto-legge”. Non si tratta quindi di “valutare le modalità”, cosa che
fra l’altro il governo sta già facendo, ma di impegnare il governo allo
scioglimento, data l’evidenza del caso straordinario di necessità e
urgenza nella fattispecie dell’assalto alla sede della Cgil nazionale e
del Pronto Soccorso.
Fra l’altro da anni avvengono aggressioni e violenze da parte di
membri di Forza Nuova e più in generale delle organizzazioni
neofasciste. Ci sono tutti i presupposti di legge (art.1 della legge
Scelba) per intervenire tramite decreto, e cioè la matrice fascista,
l’uso sistematico della violenza, il pericolo effettivo per la
democrazia, la ragione eversiva. In presenza di tali presupposti non c’è
solo il potere, ma – mi pare – anche il dovere del governo di
sciogliere l’organizzazione neofascista, perché l’urgenza
dell’intervento non consente di attendere i tempi della giustizia
penale.
Sono inoltre francamente stupito della non partecipazione al voto
del centrosinistra, con l’eccezione di Leu, sull’odg del centrodestra
che attribuirebbe alla legge Scelba un potere di scioglimento nei
confronti – come si legge nel testo del centrodestra – di “movimenti di
ogni ispirazione politica che esaltano la violenza come metodo di lotta
politica”, ignorando che il titolo della legge è “Norme di attuazione
della XII Disposizione transitoria e finale” che si riferisce
esclusivamente al partito fascista. E questo per l’ovvio motivo che
l’Italia ha subito un ventennio di sangue, di guerra e di dittatura a
causa del fascismo.
Altra cosa è, nella mozione del centrodestra, la giusta citazione
dell’art. 270 del Codice penale che sanziona ogni associazione
sovversiva. Il punto, però, è che nella mozione del centrodestra si
“bilancia” l’aggressione alla sede Cgil, ridotta per di più ad “alcune
decine di individui”, con l’elenco di cinque circostanze di disordini,
veri o presunti, riconducibili all’area cosiddetta antagonista, senza
alcun accenno alle centinaia di episodi di violenza da parte di
neofascisti, neonazisti, razzisti che da tempo si susseguono nel nostro
Paese, e che l’Anpi ha da più di due anni segnalato alla Procura della
Repubblica con un apposito esposto e con tanto di allegati.
La mozione del centrodestra non vede ciò che è sotto gli occhi di
tutti nelle forme più diverse: dalle aggressioni fisiche alla insistita
apologia del fascismo da parte di personaggi non solo da cabaret –
persino il falconiere della Lazio che saluta col saluto romano! – ma
anche delle istituzioni, come consiglieri comunali e assessori
regionali, per non parlare del verminaio messo in luce dall’inchiesta
Fanpage.
L’odg del centrodestra, detto in due parole, sembra dia un colpo
al cerchio ed uno alla botte, senza una esplicita, chiara e specifica
assunzione di responsabilità nei confronti del neofascismo. Ciò che si
rifiuta è il riconoscimento esplicito e definitivo che il pericolo reale
per la democrazia oggi è costituito da fascismi, nazismi, razzismi e
nazionalismi. Un’altra buona occasione persa dalla destra italiana. Ed
allora, perché il centrosinistra non ha partecipato al voto?“
Il 26 ottobre al Teatro Argentina di Roma, evento in ricordo della Presidente nazionale ANPI Carla Nespolo nel primo anniversario della sua scomparsa. Si invitano gli iscritti che volessero partecipare a contattare la segreteria.
Annunciamo con profonda tristezza la repentina scomparsa del compagno partigiano combattente Ugo Fasola.Da sempre iscritto ad honorem alla nostra sezione, il 2 giugno 2015 aveva ricevuto dal Prefetto la Medaglia della Resistenza consegnata a tutte le partigiane e a tutti i partigiani comaschi come riconoscimento per la partecipazione attiva alla lotta di Liberazione contro il nazifascismo.Un grande e forte abbraccio al nipote di Ugo Fasola, Tommaso, membro del comitato direttivo della nostra sezione.
ANPI sezione di Como “Perugino Perugini”
Il Direttivo dell’ANPI Provinciale di Como si unisce al dolore di Tommaso e dei familiari di Ugo Fasola.
Il testo approvato dal presidente nazionale, dal presidente emerito, dai vicepresidenti, dalla segreteria nazionale ANPI al termine di una riunione straordinaria
Al termine di una riunione
straordinaria, il presidente nazionale, il presidente emerito, i
vicepresidenti, la segreteria nazionale ANPI hanno approvato il seguente
appello:
APPELLO PER UNA GRANDE PARTECIPAZIONE POPOLARE ALLA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA PER IL LAVORO E LA DEMOCRAZIA DEL
16 OTTOBRE
I gravissimi fatti di sabato 9 ottobre a Roma sono stati
organizzati, pianificati in modo dettagliato e addirittura annunciati da
Forza Nuova; per questo sono un esplicito segnale d’allarme.
Le violenze avvenute, in particolare l’inaudita occupazione della
sede nazionale della Cgil, a cui va la nostra incondizionata
solidarietà, seguita dall’odioso e barbaro assalto al Pronto Soccorso
del Policlinico Umberto I, rappresentano un salto di qualità nella
strategia della eversione nera e richiedono una risposta ferma e
durissima da parte di ogni struttura dello Stato. Siamo vicini a tutti
gli agenti di polizia feriti negli scontri ed agli operatori sanitari
aggrediti.
Richiamiamo il governo al suo compito imprescindibile di difesa
dell’ordine democratico, della salvaguardia della sicurezza dei
cittadini, della tutela delle sedi della vita associata.
Da tempo l’ANPI nazionale ha denunciato la natura eversiva delle
organizzazioni neofasciste, da tempo ha segnalato la strumentalizzazione
da parte di tali organizzazioni nei confronti del malessere sociale
causato dalla crisi; da anni, infine, l’ANPI, assieme a un vasto
schieramento democratico, ha sollecitato le autorità competenti a
provvedere allo scioglimento delle formazioni neofasciste, come
sostanzialmente imposto dalla XII Disposizione finale della Costituzione
e specificamente previsto dall’art. 3 della sua legge di attuazione
(legge Scelba, 645 del 20 giugno 1952). Vanno in ogni caso assunti
immediatamente provvedimenti cautelari di sospensione delle attività di
tali organizzazioni. Invochiamo inoltre la massima speditezza e
intransigenza nell’iter processuale per i reati di apologia e di
ricostituzione del partito fascista.
È giunto il momento di far sentire la forza della democrazia italiana.
Riteniamo encomiabile lo sdegno di tanta parte del Paese, delle
forze sociali e politiche, anche oltre i tradizionali schieramenti, e
pensiamo che davanti al pericolo eversivo sia necessaria un’unità
davvero larga. Assieme, denunciamo i silenzi e l’ambiguità dell’estrema
destra italiana che, dopo aver tardivamente ostentato un antifascismo di
facciata, nega l’evidenza della matrice fascista dell’assalto di
sabato.
Ma non basta: occorre operare compiutamente per liberare ogni
istituzione dello Stato italiano sia dalle infiltrazioni fasciste, sia
dalle eventuali connivenze, e contrastare il pesantissimo malessere
sociale su cui puntano i fascisti per scardinare il sistema democratico.
Per questo occorre aprire subito una nuova stagione della
democrazia italiana che metta al centro il tema del lavoro e della
dignità della persona, contrastare la solitudine sociale e ogni forma di
odio e di rancore e bandire definitivamente qualsiasi suggestione di
tipo fascista. La strada è tracciata in modo palese dalla Costituzione,
ancora in troppe parti inapplicata.
A questi fini è necessario che si estenda nel Paese un rinnovato,
eccezionale movimento unitario contro il fascismo, per l’espansione
della democrazia e della partecipazione popolare, un movimento che
raccolga l’insegnamento della Resistenza quando, col comune obiettivo
della sconfitta del nazifascismo e della rinascita del Paese, si unirono
forze fra loro diverse ed eterogenee dalla cui convergenza nacque
quella Costituzione che oggi occorre integralmente e finalmente attuare.
Questo è lo spirito con cui lanciamo un appello al Paese affinché
si realizzi la più ampia partecipazione organizzata alla mobilitazione
nazionale promossa da CGIL, CISL e Uil per sabato 16 ottobre. Il 25
aprile 1945 il popolo italiano riscattò l’Italia sconfiggendo il
nazifascismo. Oggi il popolo italiano saprà respingere qualsiasi
tentativo di minare la repubblica democratica e antifascista.
Roma, 11 ottobre 2021
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