I FALSI DIARI DEL DUCE

La bocciatura è più che autorevole. Viene da uno dei massimi storici internazionali del fascismo: il professor Emilio Gentile. Docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, visiting professor dalla Francia al Connecticut, autore di numerosi saggi sul tema. Per lui, le agende dal 1935 al 1939 proposte all’attenzione pubblica dal senatore Marcello Dell’Utri, sono un bluff. Nel senso che non sarebbero state scritte dal Duce: “Permangono”, scrive in una relazione esclusiva consegnata a ‘L’espresso’ il 30 gennaio 2005, “fondati motivi per dubitare che l’autore delle cinque agende sia stato Benito Mussolini”. Parole che pesano come piombo, perché Gentile ha studiato quei diari per circa due mesi (vedi intervista a pagina 48). A partire dal novembre 2004, quando sono stati offerti al nostro giornale da Maurizio Bianchi, figlio del partigiano Lorenzo della cinquantaduesima brigata Garibaldi, il quale li avrebbe ricevuti il 27 aprile 1945 a Dongo, dopo l’arresto di Mussolini.

‘L’espresso’ ha commissionato una perizia calligrafica e fisico chimica dagli esiti non confortanti (vedi intervista a pagina 51). Poi si è rivolto al professor Gentile. E per rendere possibile il suo lavoro, gli ha consegnato le fotocopie di tutti e cinque i diari. Risultato, la scoperta di strafalcioni tanto clamorosi e diffusi, da dover essere catalogati in quattro categorie: “Nomi errati ed errori grammaticali, discordanze cronologiche, incongruenze e inesattezze”. Con l’aggiunta, se non bastasse, di interi brani molto, ma molto simili alle cronache pubblicate sui quotidiani dell’epoca. “Una prima lettura”, premette nella perizia Gentile, “mi ha dato un’impressione generale di unità e coerenza, sia per lo stile che per il contenuto dei cinque diari, tali da far pensare che siano stati scritti dalla stessa persona, anche se il tono, il contenuto e la lunghezza delle annotazioni variano a seconda degli anni. (…) Non sono tuttavia emersi”, in quel primo approccio, “motivi sufficienti per formulare subito un giudizio sull’autenticità o meno”. Per andare oltre, dunque, Gentile dichiara di avere svolto uno studio “non per campioni o periodi particolari”, ma seguendo meticolosamente “giorno per giorno le annotazioni”. Dapprima, spiega, ha messo a confronto “le note dei diari con il maggior numero possibile di fonti edite (documenti, diari, memorie) e di opere storiografiche sulla vita di Mussolini e sulle vicende del periodo cui si riferiscono i diari”. In un secondo tempo, ha confrontato “quotidianamente, per tutto il periodo compreso fra il 1935 e il 1939, gli avvenimenti pubblici, gli eventi di cronaca, e anche, dove possibile, le condizioni meteorologiche con analoghe notizie della stampa coeva”. Un’impresa portata a termine con la “lettura incrociata di vari giornali e riviste come ‘Il Popolo d’Italia’ e il ‘Corriere della Sera’, il ‘Messaggero’ e la ‘Tribuna’, ‘La Stampa’, e ‘Gerarchia’, fino a ‘La rivista illustrata del Popolo d’Italia’ e gli ‘Annali del fascismo’. Verificando, nei punti ancora ambigui, con la documentazione dell’Archivio centrale dello Stato.

Nessuna novità, nessuna originalità
Un’infinità di lavoro che ha impegnato a tempo pieno il professor Gentile, e che lo ha portato a esprimere giudizi drastici. “Dal punto di vista della novità e dell’originalità”, scrive , “questi diari non presentano un contenuto documentario particolarmente nuovo e originale per la biografia di Mussolini”, né “per la storia del periodo di cui fu protagonista”. Più o meno, insomma, si trovano informazioni già acquisite “da altri diari e memorie di protagonisti del regime fascista, come ad esempio i diari di Galeazzo Ciano, Giuseppe Bottai e altri collaboratori del Duce, sia nella politica interna che nella politica estera”. Inoltre, scrive Gentile, “si è riscontrata in queste agende una singolare mancanza di note su momenti, aspetti e figure che ebbero sicuramente un significato e un ruolo molto importante nella vita politica di Mussolini”. È allibito, il professore, che non vi sia “mai un resoconto dettagliato o citazioni testuali dei numerosi colloqui che Mussolini ebbe con il re, né vi sono altre notizie che permettano di avere una più ampia conoscenza delle relazioni fra la monarchia e il regime fascista, a parte alcune considerazioni sul problema della ‘diarchia’, cioè sui rapporti fra il re e il Duce, che tuttavia nulla aggiungono a quanto già noto da altre fonti, a cominciare da scritti e dichiarazioni dello stesso Mussolini”. Altrettanto singolare, nota Gentile, “è il carattere prevalentemente descrittivo e impressionistico delle annotazioni sullo svolgimento di eventi di grande rilievo della politica di Mussolini, come gli incontri di Stresa e di Monaco, e i viaggi del Duce in Germania e di Hitler in Italia”. E comunque, si legge nella perizia, anche in questi casi non ci sono elementi nuovi, bensì resoconti “spesso di minimo interesse e di scarso significato”.
Tante cronache, tutte copiate
A tutto ciò, prosegue Gentile, va abbinata un’altra caratteristica dei diari, ossia la presenza “di prolissi resoconti dei frequenti viaggi fatti dal Duce in varie regioni d’Italia, annotati fin nei minimi dettagli, con l’elencazione dei singoli paesi, villaggi e borghi incontrati lungo il percorso, e persino con l’indicazione delle svolte, delle salite e delle discese, fino alle soste per la merenda”. Altrettanto stucchevoli, scrive Gentile, “sono le note che descrivono le visite del Duce a stabilimenti, cantieri, fabbriche, opere in costruzioni, delle quali sono citate sempre, con ostentata pignoleria, le dimensioni, le caratteristiche tecniche e le funzioni”. Una dovizia di particolari apparentemente inediti e personali che potrebbe “avvalorare l’ipotesi dell’autenticità”, nota il professore, magari “nel senso di un’autenticità postuma”. Ma viceversa diventa per lui “fonte della maggiore perplessità sull’autenticità dei diari, a causa della frequente concordanza, spesso letterale, fra il testo delle agende e le cronache dei giornali che trattano gli stessi avvenimenti”. Ad esempio, scrive Gentile, lo colpisce una descrizione che nei diari si trova al 20 febbraio 1935: “Esteso l’impianto aerodinamico riunito con un grande fabbricato dove vi sono sei gallerie del vento”, si legge. “Una avente 4 metri di diametro con una potenza soffiante di 13 cavalli e una velocità del vento di 360 km l’ora. 4 gallerie di due mt. di diam. con potenza soffiante di 450 cavalli e una galleria verticale di 3 mt. di diam. con potenza soffiante di 80 cavalli alta circa 30 metri. La galleria verticale (di cui esistono solo 3 esemplari al mondo) permette di studiare il comportamento dell’aereo in perdita di velocità in vite e altre manovre acrobatiche”. Lo stesso 20 febbraio 1935, sottolinea Gentile, la ‘Tribuna’ scrive: “Non meno importante è l’impianto aerodinamico riunito in un grande fabbricato. In complesso ci sono sei gallerie del vento: una avente 4 metri di diametro con potenza soffiante di 1.300 cavalli e velocità massima di 360 chilometri all’ora; quattro di diametro di due mt. con potenza soffiante di 450 cavalli cadauna, e una verticale, di tre metri di diametro con potenza soffiante di 80 cavalli alta circa 30 metri. La galleria verticale di cui esistono al mondo soltanto tre esemplari, permette di osservare e studiare il comportamento dell’aeroplano in ‘perdita di velocità’ in vite e altre manovre acrobatiche”.

Impressionante, la somiglianza. E tutt’altro che isolata. Si legge nel diario del 1936 alla pagina del 27 agosto: “Sul fianco del ripidissimo costone che precipita nella valle si aprono centinaia di abitazioni troglodite. Siamo indietro almeno di diecimila anni! I vecchi governi anche quando ebbero uomini della Lucania non si occuparono di questa regione che è l’immagine della miseria (…) Il ‘sasso’ dovrà sparire e rimanere soltanto un’attrattiva per turisti”. Parole che si trovano pressoché identiche sul ‘Corriere della Sera’ del 29 agosto 1936: “Sui fianchi del ripidissimo costone che precipitano a valle – vera bolgia dantesca – si aprono centinaia di abitazioni trogloditiche”, c’è scritto. “I vecchi Governi, anche quando ebbero a capo uomini della Lucania, evitarono sempre di occuparsi di questa dolorosa bruttura (…) fino a quando l’intero ‘sasso’ sparirà e rimarrà soltanto come una attrattiva per i turisti”.

Nomi sbagliati
grammatica zoppicante
Altri esempi, scrive Gentile nella sua perizia, sono quelli del 15 agosto 1935, del 25 agosto 1936, del 26 agosto 1936, del 27 agosto 1936, del 31 marzo 1939… Per citare solo alcuni dei casi più clamorosi. “Una così frequente concordanza”, dice il professore, “potrebbe esser spiegabile con l’ipotesi della ‘autenticità postuma’, immaginando cioè un Mussolini che scrive o riscrive i suoi diari durante la Seconda guerra mondiale, rinfrescandosi la memoria con la lettura dei giornali o utilizzandoli per ricostruire lo svolgimento dei suoi viaggi e delle sue visite”. In questo caso, “se fosse dimostrata la validità di tale ipotesi, ci troveremmo di fronte alla realtà di un Mussolini il quale, per compilare ‘a posteriori’ le sue note, non solo si sarebbe avvalso ampiamente della stampa dell’epoca, ma avrebbe addirittura commesso veri e propri plagi, copiando o parafrasando le cronache dei giornali. Tuttavia, nota Gentile, anche sposando questa ipotesi, resterebbero comunque “inspiegabili altre numerose anomalie”, delle quali compila uno sterminato elenco. “L’istruttore maggiore Testone”, citato ad esempio il 28 maggio 1935 a proposito del conseguimento del brevetto di pilota del figlio Bruno, in realtà si chiama Angelo: “Nome esatto”, scrive Gentile, “confermato anche dal brano sul fratello Bruno di Vittorio Mussolini, che lo stesso Duce cita nel libro ‘Parlo con Bruno'”. L’Edoardo Ganna nuovo federale per l’Eritrea, citato il 3 dicembre 1935, si chiama Leonardo. Il pilota Mario Stoppani del 3 luglio 1938 si chiama Antonio. L’Hegel che nei diari avrebbe “iniziato il movimento popolare” assieme a “Marx”, è l’altrettanto celebrato Engels. Il Niezsche del 10 ottobre 1939 si scrive ovviamente Nietzsche, la “Meriade di Federico Klopstock” del 24 ottobre 1939 è la Messiade, l'”eccezzione” dell’8 dicembre 1939 si scrive con una sola zeta, come d’altronde “l’eccezzionale” di un foglio sparso del 1939.

Date sbagliate
palesi incongruenze
Peggio ancora, se possibile, va con quelle che il professor Gentile cataloga come “discordanze cronologiche”. Un fiume di inesattezze che inonda tutti e cinque i diari. La visita al Duce della “professoressa Elisabetta Hazelton Haight”, per dire, indicata nelle agende sotto il 6 giugno 1935, avviene il giorno prima (“la nota”, fa tra l’altro osservare Gentile, “riproduce quasi letteralmente il comunicato pubblicato dalla stampa del 6 giugno”). Stesso discorso vale per l’appunto “Vado a Modigliana”, rintracciabile nei diari al 23 luglio 1935, ma in verità riferibile al 22 luglio. La conferenza del Tripartito, che stando all’agenda del 13 agosto 1935 si sarebbe svolta “dopodomani 15 agosto”, risulta essere iniziata alle 10,30 del 16 agosto. Quanto al discorso che il cardinale Schuster avrebbe pronunciato al Castello Sforzesco di Milano, riportato nell’agenda del 25 febbraio 1937, si è svolto addirittura il 26 ottobre seguente, “come risulta dalla cronaca del ‘Corriere della Sera’ e del ‘Popolo d’Italia’”.

Errori veniali? Innocenti distrazioni? Pasticci nella fretta? Il professor Gentile la pensa diversamente. E a supporto del suo scetticismo, inserisce nella perizia fatti che smentiscono l’attendibilità dei diari. Chi li ha scritti, infatti, il 13 febbraio 1935 dice che Mussolini va “in incognito” a uno spettacolo all’Augusteo. Ma sul ‘Messaggero’ del 14 febbraio 1935 si trova tutt’altro: “Al termine dell’inno, coristi e pubblico rivolti verso il palco ove era il Duce, gli hanno tributato una calorosissima manifestazione prolungatasi per vari minuti”. Ancora più eclatante è l’appunto del 16 giugno 1935, dove il presunto Duce scrive che le sue “meditazioni vengono interrotte dalla visita dell’elegante e festaiolo Prezzolini”. Una versione che non sta in piedi, dimostra Gentile: “Prezzolini fu ricevuto il 15 giugno, scrive nella perizia. E sembra assai “strano che apparisse ‘festaiolo’, se in quella stessa occasione, come sappiamo da testimonianza dello stesso Prezzolini, questi diede a Mussolini la notizia della morte del figlio Alessandro”.

Piccolo Duce, falsi diari
“In conclusione, scrive Gentile, “sulla base degli esempi e degli argomenti esposti, e in mancanza di altre inconfutabili o più convincenti prove della effettiva autenticità dei diari, a mio avviso permangono fondati motivi per dubitare che il loro autore sia stato Benito Mussolini”. Non solo per la valanga di strafalcioni e incongruenze che il professore ha trovato, ma per il ritratto del Duce che esce da queste pagine. “Il Mussolini dei diari”, scrive Gentile, “si presenta come un uomo alquanto romantico e sentimentale, quasi crepuscolare, che ama annotare intime impressioni, emozioni stati d’animo, vagheggiamenti e desideri. È un uomo solo, solitario, misantropo, padre e marito affettuoso, che tesse spesso le lodi della moglie per il suo carattere e la sua saggezza, anche se non mancano allusioni o velati accenni ad avventure extraconiugali con altre donne, e che soprattutto predilige la famiglia e la quiete famigliare”. Particolari, secondo Gentile, “del tutto opposti al personaggio storico, che proiettava pubblicamente di sé l’immagine di un uomo che seguiva quotidianamente la massima ‘vivere pericolosamente'”. E che per giunta sono abbinati all’immagine “di un uomo politico che è quasi un Duce riluttante, spesso in contraddizione con il capo politico e il personaggio pubblico quale appare da altri documenti, dai diari e dalle memorie dei suoi più intimi collaboratori”.

Insomma: materiale da prendere con le pinze. L’ennesima verifica che i conti non tornano.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/La-vera-storia-dei-falsi-diari/1510647&ref=hpstr1

NEOFASCISTI A MILANO

COMITATO PERMANENTE ANTIFASCISTA
CONTRO IL TERRORISMO
PER LA DIFESA DELL’ORDINE REPUBBLICANO

 

Milano, 18 maggio 2010

COMUNICATO

Il Comitato Permanente Antifascista Milanese,
rammaricandosi che alla richiesta di vietare la manifestazione nazifascista preannunciata per il 22 maggio e di incontrare una delegazione del Comitato, formulata da diversi giorni, non sia stata data alcuna risposta da parte del Prefetto e del Questore di Milano e che nessun riscontro sia pervenuto da parte del Sindaco;
considerato che Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, non può subire l’offesa di manifestazioni di chiaro stampo fascista, contrarie alla Costituzione ed alle leggi vigenti,
promuove un presidio, con deposito di corona, davanti alla lapide che ricorda il contributo di Milano alla Liberazione del Paese, collocata in Piazza della Scala, per sabato 22 maggio 2010, alle ore 10,30.
Il presidio si sposterà poi, con percorso Piazza della Scala, via S. Margherita, via S. Pellico, in via Mercanti, dove – alle ore 11,15 – sarà deposta una corona nella Loggia dei Mercanti, sotto le lapidi dei Caduti per la Libertà; seguiranno brevi interventi di esponenti del Comitato per illustrare ai cittadini le ragioni della protesta e la richiesta che cessino, a Milano, le manifestazioni di tipo fascista, che da qualche tempo si stanno ripetendo, con eccessiva tolleranza da parte di non pochi organi istituzionali, recando evidente offesa all’intera città.

p. il Comitato Permanente Antifascista

Prof. Carlo Smuraglia

Segreteria Organizzativa: via S. Marco, 49 – tel. 02.76023372/73

 

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Questa non è l’Italia che i Partigiani sognavano.

La situazione in Italia, in quest’ultimo periodo, è sempre più complicata, sembrerebbe che la metropoli Milanese e quella Romana, stiano tracciando una strada per un completo rientro nella “norma” di fascisti e razzisti, si susseguono raduni, manifestazioni, eventi, dove i simboli e i saluti romani si sprecano, il tutto con l’appoggio di forze politiche e dei loro rappresentanti che si mostrano forza trainante e di pressione anche verso le Istituzioni, che dimenticando il loro ruolo di garanti della democrazia partecipano, concedendo patrocini ed aiuti.

Complicati esercizi di trasformismo, un giorno con le regole della Costituzione, con i valori e i riconoscimenti alla Resistenza alla Liberazione, ed il giorno dopo con l’adesione e spesso con la sotterranea convivenza con movimenti, persone, ideali che ripropongono razzismo, fascismo, nazismo, xenofobia.. Il tutto dunque come normalità, accettata come un semplice gioco politico e poi.. suvvia una telecamera, un articolo sul giornale non lo si nega a nessuno… La storia è di nuovo stravolta, verità confuse, distorte, una palude di revisioni, negazioni, falsità che tutto intorpidiscono, annebbiano… E di nuovo l’ANPI è al centro del ciclone, strattonata, denigrata, accusata di colpe, posizioni, indicazioni… La storia si ripete, ancora una volta soli, Partigiani ed antifascisti, accusati di tutti i mali che la brutta politica Italiana, getta quotidianamente sul tavolo della comunicazione.

E noi… NO,non ci stiamo.

Non ci stiamo, con Istituzioni trasformiste, che ci accusano di fomentare estremismi, e di non rappresentare più nessuno, non ci stiamo a “litigare” con movimenti giovanili che ci urlano di immobilismo. Non ci stiamo a chi ci indica solo come portatori di demagogia, Non ci stiamo a chi ci accusa di convivenze, e di essere fuori dalla vita politica e sociale di questa “nuova” Italia.

Eppure basterebbe così poco per capirci, un libro di storia, di quelli veri e sinceri… una chiacchiera con un Partigiano, un giro per le vie delle città, per i sentieri di montagna, leggendo nomi e date su lapidi e cippi… e magari anche informandosi senza preconcetti, su cosa è l’ANPI, su cosa fa l’ANPI, in questo sempre più completo mondo virtuale della rete Internet, o meglio ancora nel mondo reale delle sezioni ANPI che in tutta Italia, lavorano, propongono, elaborano, discutono, di donne e uomini, che da sempre senza alcun compenso ne economico, ne di carriera politica, ne di voler apparire a tutti i costi, continuano imperterriti a credere in un “mondo migliore” dove ancora una volta le parole, Libertà, Eguaglianza, Diritti, sono radici di un pensiero, dove ancora ideali ed esempi concreti, aiutano a costruire comportamenti e regole, dove ancora la nostra Costituzione è carta viva e attuale per indicare strade e ragionamenti…

Noi dell’ANPI ci siamo… non ci tiriamo indietro, siamo da sempre disposti ad offrire tutto il possibile, e la nostra storia anche quella degli anni del dopoguerra, ci vede spesso e purtroppo da soli a ragionare, confrontarci, lavorare… non temiamo dunque le critiche, le accuse, rispondiamo con il sacrificio supremo di centomila morti, che ha permesso anche a chi ci denigra ed accusa di poter esprimere liberamente il loro triste e confuso pensiero..

Denunciamo ancora una volta chi appoggia il fascismo, ricordiamo che esistono leggi d’applicare contro chi ne fa ancora uso e pratica, chiediamo ad Istituzioni e garanti il rispetto di tali leggi e dunque limpidi e certi comportamenti.

Denunciamo l’uso distorto della storia, per fini che nulla hanno a che fare con il nostro pensiero, i nostri ideali. Denunciamo i comportamenti ostili di chi ci pensa “vecchi” e incompetenti per gestire ancora una parola che ricordo è nata con noi, noi non siamo antifascisti. Noi siamo l’ANTIFASCISMO.

Chiediamo ai vertici della nostra associazione di rendere reale la nuova stagione dell’ANPI, di non attendere oltre, d’evitare immobilismi e ragionamenti , di confrontarsi senza fraintendimenti con tutti soprattutto con i giovani che sono tanti, oggi, che chiedono la nostra tessera, chiedono immediate risposte, chiedono suggerimenti ed indirizzi senza la solita logica del “partito” ma con la semplicità di rapportarsi alla pari, con voglia di continuare a seminare semi per far crescere fiori.. Dimostriamo con i fatti, evitiamo il tutto ci è dovuto… scaliamo di nuovo ripide montagne, cantiamo ancora “fischia il vento”.

Noi ci siamo….

Noi continueremo, sempre a lottare, scendere in piazza, manifestare, applicando le regole della democrazia, noi sempre ci saremo, tutti insieme, continueremo senza alcun timore e remore a costruire sulle fondamenta della nostra Repubblica, La Resistenza, è per noi stimolo sempre attuale. Per chi pensa il contrario, per chi pensa l’inutilità, per chi attualizza falsità, per chi pensa solo all’odio… un suggerimento, venite a conoscerci.!

“A coloro che non vogliono più saperne della Resistenza perché in Italia le cose non vanno come dovrebbero andare, c’è da rispondere che la nostra non sempre lieta situazione presente non dipende da una ragione soltanto: che non abbiamo ancora appreso tutta intera la lezione della libertà. E siccome l’inizio di questo nuovo corso della libertà e stata la Resistenza, si dovrà concludere che i nostri malanni, se ve ne sono, non dipendono già dal fatto che la Resistenza sia fallita, ma dal fatto che non l’abbiamo ancora pienamente realizzata.” – (Norberto Bobbio).

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA

Sezione Barona. Milano.

 

Adesioni:

ANPI sezione Lambrate Ortica.

ANPI sezione Corsico.

ANPI sezione Monza.

ANPI Monza & Brianza.

ANPI sezione Precotto.

ANPI sezione Voghera.

ANPI sezione Quarto Oggiaro.

ANPI sezione Sempione Certosa.

ANPI sezione Lainate.

ANPI Zavattarello.

ANPI sezione Como.

PORTELLA DELLE GINESTRE

Era il 1 Maggio 1947 nei pressi della Piana degli Albanesi, vicino Palermo, durante la Festa del Lavoro, alcuni banditi spararono sulla folla e uccisero 12 persone, ferendone più di 30. In quella circostanze si compì la strage di Portella della Ginestra: per molti, il primo grande mistero dell’Italia repubblicana. 
1 maggio 2010. Palermo, Piana Degli Albanesi, Portella della Ginestra… L’ANPI di tutta Italia, si trova accanto ai lavoratori Siciliani, donne, uomini, ai partiti, al sindacato, alle associazioni, ai movimenti…  tremila persone sotto uno splendido sole… tra il profumo delle ginestre in fiore per non dimenticare, e sentirsi uniti nel nome di diritti e lotte, memorie ed ideali….
“Il segno, il simbolo di un impegno comune: la memoria diffusa del sacrificio più alto, la libertà, il lavoro, la dignità. E il loro domani.  Per un’Italia migliore. Delle radici: Resistenza, Costituzione, Democrazia”. 
La Delegazione della Lombardia, il Provinciale di Milano, gli striscioni delle sezioni Milanesi, il medagliere Provinciale Monza e Brianza, il sorriso e la gioia di esserci, di stringerci in un un forte abbraccio con tutti i compagni da Piana degli Albanesi, sino su a Portella.
Una dolce vecchietta che dal balcone della sua casa, sorride e ci mostra orgogliosa il pugno chiuso,  un bicchiere d’acqua passato velocemente dalla porta da un signore vestito a festa, cravatta e coppola, ed all’occhiello della giacca un piccolo garofano rosso… i compagni di Palermo, che urlano, ridono e cantano bella ciao davanti alla casa di un Partigiano che combatté su al nord… 
e che dicono ci ha lasciati l’estate passata…  e la moglie seduta immobile.. che piange e stringe mani. 
La gente ci spinge, ci porta verso le grandi pietre su cui appaiono di rosso vermiglio, nomi, frasi, date e pensieri… un limpido squillo di tromba… il silenzio, la memoria…!
I ricordi e il futuro, nelle parole di Ottavio Terranova, Kikki Ferrara, Susanna Camusso, Raimondo Ricci. Ma quello che più colpisce sono i visi degli amici, dei fratelli dei compagni… tutti, tanti…  la bella gente, che stringe bandiere, che aiuta nello sforzo del salire verso i grandi sassi i Partigiani presenti, uomini, donne che guardano ancora lontano verso il contorno dei monti Siciliani, linea naturale di una terra che da qui sale verso il nord, montagne lontane, Appennini ed  Alpi… che ora sembrano, sono qui vicine… tanto vicine da toccarle con un dito…!  i miei fratelli… mi abbracciano, mi salutano, una mano gentile mi regala un libro…  un bimbo si rotola nell’ erba… Antonio Pizzinato, con un cappello rosso in testa, che fischietta allegro, mentre si scende al ristoro… e li ancora mi sommerge,  la fraterna amicizia…  Napoli, Salerno, Roma, Firenze, Parma, Modena, Rimini, Reggio, Bologna, Ravenna, Genova, Padova, Trieste…  e potrei continuare, un viso.. un città, un paese, una sezione dell’Anpi, ha ragione Luciano Guerzoni, siamo in tutta Italia, siamo l’Italia… che non dimentica e continua infaticabile a sperare in un “mondo migliore”… 
Grazie… a presto, ancora insieme, ci saluta, allegro, commovente, entusiasta il canto limpido e genuino del Presidente Nazionale Raimondo Ricci..  Fischia il vento infuria la bufera… 
Ivano Tajetti. 
ANPI Barona. Milano.
Portella della Ginestra. 2010

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