TERESIO OLIVELLI

Teresio Olivelli, il “ribelle per amore”, era nato a Bellagio il 7 gennaio 1916. Di famiglia poverissima, riuscì comunque a laurearsi presso il collegio Ghisleri, di cui in seguito, a soli 27 anni, divenne rettore. Pur essendo esonerato, Olivelli nel 1942 rifiutò qualsiasi privilegio e spontaneamente fece domanda per partire per il fronte russo, insieme ai suoi coetanei meno fortunati. Durante la rovinosa ritirata del 1943, si attardò con grave rischio per prendersi cura dei feriti, che riuscì a portare in salvo. Distaccatosi definitivamente dal fascismo, da cui si era già allontanato con le leggi razziali, è stato protagonista della Resistenza svolgendo un ruolo di collegamento fra il Comitato di Liberazione locale e le Fiamme Verdi di Brescia e Cremona.

Per sua opera e volontà nacque il giornale Il ribelle, il cui primo numero – datato 5 marzo 1944 – venne dedicato alla memoria di Astolfo Lunardi e di Ermanno Margheriti, condannati a morte dal tribunale speciale di Brescia il 5 febbraio e fucilati il mattino del 6 al poligono di Mompiano.

Nel secondo numero del giornale, Olivelli espone il suo intento programmatico: “La nostra è anzitutto una rivolta morale” – scrive. “Di fronte a un’Italia asservita e depredata,  a una cultura sospesa tra vittimismo, pietismo e opportunismo, mai ci sentimmo così liberi come quando ritrovammo nel fondo della nostra coscienza la capacità di ribellarci a una passiva accettazione, unita alla volontà di insorgere contro l’oppressione dello straniero”. 

Olivelli, catturato il 27 aprile 1944 a Milano e portato immediatamente nel carcere di San Vittore – dove fu torturato – fu trasferito a Fossoli, poi a Bolzano, Flossenburg e infine a Hersbruck , dove morì il 17 gennaio 1945, ucciso a botte dai suoi carcerieri per aver preso le difese di un prigioniero polacco.

Morì dopo pochi giorni il 17 gennaio 1945.

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