“BANDIERA ROSSA” E “NABUCCO” PER SALUTARE NELLO CARONTI
di Gigliola Foglia
BLEVIO – Numerosa e commossa partecipazione ai funerali di Nello Caronti, tenutisi in forma civile martedi 15 novembre al cimitero di Blevio. Deceduto domenica mattina all’ospedale Valduce dopo anni di malattia che non avevano scalfito il suo interesse per l’attualità e la sua capacità critica e propositiva, Lionello era il figlio primogenito del partigiano Enrico Caronti, il commissario politico della 52a Brigata Garibaldi, arrestato sopra Dongo e ucciso a Menaggio dopo una notte di torture agghiaccianti il 23 dicembre 1944.
Forte la partecipazione soprattutto da parte dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani e dei compagni di militanza politica. Sono state le figlie Leila e Daria ad aprire la cerimonia con un breve intervento, pieno di serenità e tenerezza, ringraziando il padre per averle allevate nell’amore per la libertà e la democrazia, la tolleranza, l’impegno civile, l’attenzione agli ultimi.
Quindi hanno lasciato la parola “all’amico con la A maiuscola”, il segretario ANPI di Como, Antonio Proietto, che da anni visitava Caronti pressoché quotidianamente: Proietto ha ricordato la difficile adolescenza di Nello, rimasto senza padre a soli sedici anni, la sua riluttanza per molti anni a parlare della morte così crudele del genitore, quindi gli anni della comune militanza politica nella giunta di centrosinistra che dagli anni ’70 “cambiò il volto di Blevio con interventi destinati innanzitutto ai più deboli” (realizzando tra l’altro i parchi-giochi per bambini nelle frazioni, e la strada carrozzabile per il cimitero in riva al lago dove fino ad allora le salme venivano trasportate a spalle dai vicoli a scalinate delle frazioni alte del paese) e anche nell’ANPI.
Gli ha fatto eco il presidente dell’ANPI comasco Guglielmo Invernizzi ricordando di Caronti l’amabilità, l’acume intellettuale, la dedizione all’ideale. Cristina Redaelli da Menaggio ha rievocato le annuali cerimonie in ricordo del padre Enrico e la recente apposizione di una targa in sua memoria sull’edificio del suo martirio (le scuole di Menaggio, n.d.r.).
Particolarmente toccante il saluto di Wilma Conti da Dongo, figlia di un compagno di battaglia di Enrico Caronti che lei chiamava “zio” quando appena quattordicenne gli serviva da portaordini e da staffetta sui monti dell’Alto Lago; la stessa Wilma Conti, una degli ultimi testimoni della cattura di Mussolini, ha letto la “Preghiera del Ribelle” scritta dal Venerabile Teresio Olivelli per le formazioni partigiane.
Tra un intervento e l’altro una giovane violinista ha eseguito canzoni partigiane e di lotta politica come “Fischia il vento”, “Bella Ciao”, “Bandiera Rossa” ma anche il “Va’ Pensiero” di Verdi.
Ora Nello Caronti riposerà nel cimitero di Blevio accanto al padre, alla madre Cherubina e alla sorella minore Odette.
Gigliola Foglia, 15 novembre 2016