RESTITUIRE L’ONORE AI SOLDATI GIUSTIZIATI NEL ’15-’18

COMUNICATO ANPI SEPRIO

4 NOVEMBRE 2014, GIORNATA DELLE FORZE ARMATE

 

Restituire l’onore ai soldati giustiziati durante la guerra 1915-18.

 

Si celebra oggi la Festa dell‘Unità Nazionale – Giornata delle Forze Armate e del Combattente a perenne ricordo di tutti coloro che presero parte alla prima guerra mondiale ed agli altri conflitti bellici.

Ma questa celebrazione è ancora incompleta, non riflette lo spirito dell’Unità nazionale compiutamente. Non è ancora un giorno in cui tutti gli italiani si possono riconoscere fino a quando non verranno restituiti dignità e onore ai soldati giustiziati durante la grande guerra 1915-1918 accusati di insubordinazione.

Molti soldati infatti furono obbligati a combattere in una guerra in cui non credevano, costretti dalle loro povertà, dal ricatto e dalle rappresaglie.

 

E molti si rifiutarono di imbracciare il fucile contro un altro popolo con il quale avevano fraternizzato fino a poco tempo prima, perché toccavano con mano l’inutilità della guerra.

Per questo loro convincimento essi furono fucilati, nel corso della grande guerra, vittime di singole esecuzioni o di decimazioni sommarie effettuate “sul posto senza processo” e del rigore spietato della Giustizia militare italiana.

Più di mille sono stati i militari vittime di tali esecuzioni i quali  sono spesso stati uccisi semplicemente per mantenere l’ordine tra le truppe stremate dalla fatica o ancor più banalmente per dare l’esempio ai commilitoni oppure perché non condividevano gli ordini sbagliati e privi di buon senso dei loro superiori.

Nelle lettere di soldati al fronte, ce ne sono alcune dove si legge: “Ma perché combattiamo per conquistare il Carso? È una terra brulla e non coltivabile”. Altre invece che imprecavano contro il re,reo di averli mandati al massacro.

 

Ancora oggi tutti questi soldati non figurano nell’elenco ufficiale dei caduti, sono rimossi dalla coscienza collettiva e dimenticati.Spesso coperti da vergogna ed ignominia.

 

Vogliamo ricordare che molti paesi come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna già da tempo hanno avviato iniziative pubbliche e legislative per “restituire l’onore” ai soldati fucilati “per dare l’esempio”,perchè non divenisse endemica tra le truppe l’opposizione alla guerra.

 

 

Per quanto riguarda l’Italia è arrivato il momento di pubblicare tutti i loro nomi,  raccogliere e sistematizzare la loro storia, di iscriverli negli elenchi ufficiali dei caduti, di fare conoscere tutte le loro lettere di condanna della guerra inviate al re ed ai loro comandanti, di denuncia della corruzione dei comandi militari, di fare luce, insomma, su vicende oscure della storia della Grande Guerra.

Non c’è proprio più nessun motivo perché questo materiale, che è stato utilizzato da famosi registi per documentare la spietatezza della guerra come  nei fims “La grande guerra” di Mario Monicelli, ”Uomini contro” di Francesco Rosi, ”Non uccidere” di Claude Autant-Lara, quest’ultimo film proiettato a Firenze nel 1961 da Giorgio La Pira, nonostante il divieto, con un coraggioso gesto di disobbedienza civile, continui ad essere occultato, non divulgato, se non quello della retorica bellica e nazionalistica.

 

Non è questo quindi un giorno di gloria, ma un giorno di riflessione sulle atrocità della guerra, sui lutti che essa provoca, sulle sofferenze della popolazione, sulla sua inadeguatezza e inutilità per risolvere i conflitti tra le nazioni.

 

Come appunto recita l’articolo 11 della nostra Costituzione nata dalla resistenza e dalla lotta di liberazione che afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

 

È questo un giorno per ricordare fatti ed avvenimenti tremendi, come quelli della disfatta di Caporetto e delle responsabilità dei comandi militari, che sono state fatte ricadere sui poveri soldati che venivano fucilati sul posto perché cercavano di salvarsi la vita difronte ad un fuggi fuggi generale; è un giorno per non perdere la memoria di che cosa è stata la prima guerra mondiale, dei suoi lutti e delle sue tragedie che colpirono tutto il nostro paese.

Come ANPI Seprio auspichiamo che l’attuale governo chiuda definitivamene il doloroso capitolo storico dei militari italiani che si sono rifiutati di combattere contro i loro nemici nella guerra 1915-18, e che sono stati trucidati per insubordinazione, reintegrandoli nella loro dignità umana e civile, restituendo finalmente loro l’onore e compiendo un’operazione di verità e di trasparenza, come hanno fatto gli altri paesi europei belligeranti.

Solo così possiamo chiudere definitivamente queste drammatiche vicende su cui non si è mai voluto fare luce e assegnare alla Festa dell’Unità Nazionale, il giusto ruolo nella costruzione del nostro Stato Repubblicano.

 

Anpi Seprio 2014

 

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