Appello congiunto della Segreteria nazionale ANPI e del Coordinamento regionale ANPI Emilia-Romagna
Esprimiamo la più viva
preoccupazione ed il sincero sgomento per la prolungata ed ingiusta
detenzione di Patrick Zaki, senza processo da un anno, con l’assurda
accusa di terrorismo. Una detenzione “preventiva” che viene rinnovata
ogni 45 giorni; una tortura psicologica capace solo di aggravare le già
durissime condizioni di vita all’interno del carcere; una detenzione
evidentemente non necessaria in assoluto spregio del diritto di ogni
persona a non subire restrizioni della libertà personale se non nei casi
previsti da specifiche norme di legge. La lotta di Patrick, la sua
attività di studioso, incarnano i diritti fondamentali contenuti nella
nostra Costituzione, nonché nella Convenzione Europea dei Diritti
dell’Uomo; formazione universitaria presso l’Alma mater studiorum di
Bologna e il prestigioso master internazionale GEMMA, un corso unico in
Europa sugli studi di genere, non possono certo qualificarsi come
“terrorismo”, ma rappresentano l’esercizio del suo diritto allo studio,
alla libera ricerca scientifica e alla libera manifestazione del
pensiero. Per tutto questo chiediamo al Governo italiano di
intraprendere ogni azione utile che possa portare alla liberazione di
Patrick Zaki e chiediamo al Presidente della Repubblica di valutare di
concedergli la cittadinanza italiana per meriti speciali, per l’eminente
servizio reso al nostro Paese.
Nota della Segreteria nazionale
ANPI. L’impegno della nostra Associazione per una soluzione legislativa
complessiva. La generosità di una recente proposta di legge di
iniziativa popolare, però parziale e limitata, che alcuni iscritti
all’ANPI stanno firmando
PER UNA GIUSTA E UTILE SVOLTA LEGISLATIVA CONTRO IL NEOFASCISMO
Nonostante il dramma della pandemia continuano intimidazioni,
aggressioni e vandalismi dei fascisti: sono spesso in primo piano sul
web, imbrattano lapidi, e addirittura di recente attaccano iniziative da
remoto, cioè le teleconferenze, dando vita a provocazioni e insulti.
Ove dovesse scoppiare nei prossimi mesi una grande crisi sociale resa
ancor più difficile e complessa dalla pandemia – di cui non si vede
ancora la conclusione – i fascisti saranno presenti per rimestare nel
torbido. Di fronte a tutto questo, la stessa legislazione vigente si
mostra spesso impotente, anche a causa di non pochi contrasti
giurisprudenziali.
L’ANPI sta lavorando da tempo attorno a queste problematiche e
studiando i modi migliori perché tutte le istituzioni siano impegnate
nell’antifascismo, di cui è largamente impregnata l’intera Carta
costituzionale. Proseguiamo nello sforzo di pervenire ad una serie di
proposte di respiro, idonee a riempire ogni vuoto ed a rendere più
efficaci i vari mezzi già vigenti. Il nostro libro “Antifascismo
quotidiano”, recentemente pubblicato, è uno strumento di lavoro per
individuare i problemi ed indicare possibili soluzioni. Ci aspettano
ulteriori e ravvicinati impegni in questa direzione.
Abbiamo scelto la strada, anche se impegnativa, di un intervento
complessivo, perché le soluzioni parziali e limitate sono troppo spesso
destinate all’insuccesso, in un Paese in cui l’iniziativa popolare non
ha ancora trovato un ascolto serio, come è dimostrato dal silenzio che
da anni copre la presenza in Parlamento di un disegno di legge promosso
dalla CGIL e corredato da oltre un milione di firme.
La proposta di legge di iniziativa popolare di cui siamo venuti a
conoscenza tempo fa è generosa e manifesta una chiara volontà
antifascista, ma è parziale e specificamente incentrata sulla produzione
di gadget. Firmare, come hanno fatto alcuni iscritti all’ANPI, a
sostegno di tale proposta di legge, è comunque un segno di
partecipazione civile e di scelta antifascista.
Comprendiamo che iniziative dirette a incidere su aspetti particolari
della presenza fascista possano suscitare interessi ed illusioni; ma la
realtà ci dice che oggi c’è ben poco spazio per iniziative pure
ispirate a finalità legittime e comprensibili, ma irrimediabilmente
incomplete e destinate a cadere nel silenzio.
Va fatto uno sforzo di lunga lena, pretendendo l’applicazione delle
varie leggi già esistenti, compreso l’art. 9 della legge Scelba, che
impegnava la Repubblica a far conoscere nelle scuole che cosa fosse
stato il fascismo e che non è stato mai applicato.
C’è l’urgenza di definire altre e nuove fattispecie di reato, in
particolare sui social e nelle teleconferenze. A questo proposito
occorre, tra gli interventi più urgenti, ampliare gli attuali limitati
compiti di indagine della polizia postale, responsabilizzare
giuridicamente i providers, conferire ai giudici il potere di ordinare
l’oscuramento dei siti e dei profili Fb fascisti.
Vi è poi l’emergenza di un intervento più incisivo sulle competenze
amministrative e sugli interventi preventivi, ad esempio in tema di
elezioni, a proposito dell’ammissione delle liste elettorali che abbiano
riferimento a simboli o a parole d’ordine del fascismo o che comunque
facciano riferimento al fascismo e della concessione di spazi pubblici a
queste formazioni.
La vera battaglia antifascista deve condursi su due piani: da un
lato, nel superamento della frammentata e parziale disciplina
legislativa oggi vigente, con provvedimenti tali non solo da colmare
specifici vuoti, ma da dare continuità e coerenza all’intero sistema;
dall’altro lato, nell’impegno quotidiano di ciascuno a far conoscere che
cosa è stato il fascismo del tragico ventennio, nonché a combattere,
con i mezzi della legalità e della democrazia, ogni forma di “nuovo
fascismo”, comunque si atteggi e comunque si presenti, impegnando tutte
le forze nell’attuazione dei principi fondamentali della Costituzione
Dichiarazione del Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, sul Giorno della Memoria
“Il 27 gennaio il Paese si
raccoglierà intorno a volti e vicende che hanno segnato tragicamente la
storia del ‘900. L’ANPI auspica fortemente che questo giorno non si
esaurisca in una pur necessaria celebrazione, in una banalizzazione di
un evento mostruoso per l’umanità, bensì sia un momento di riflessione
coinvolgente, la base di un messaggio di civiltà, antifascismo, e
democrazia che proviene dal sangue dei campi di concentramento. La
chiamiamo memoria attiva, perché il ricordo non ha senso se non si
esercita la sua portata educativa nel presente. Ogni giorno, ogni
incontro, ogni impegno, ogni battaglia. È un dovere, oltreché l’unico
omaggio possibile, perché tangibile e duraturo, alle vittime della
deportazione e ai combattenti per la libertà”.
Dichiarazione del Presidente
nazionale ANPI a seguito dei toni e argomenti apologetici utilizzati
dalla direzione della Biblioteca nazionale di Roma nella comunicazione
dell’acquisizione delle carte di Pino Rauti
Bene ha fatto il ministro
Franceschini a cancellare dal sito del Ministero dei Beni Culturali le
parole di presentazione dell’acquisizione delle carte di Pino Rauti da
parte della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. È intollerabile che
queste carte vengano accolte con parole apologetiche verso un fascista
convinto e dichiarato, già repubblichino, la cui biografia è un
continuum di attacchi alla repubblica antifascista nata dalla
Resistenza, e la cui notorietà era più legata alle cronache giudiziarie
che a quelle politiche. Eppure, secondo la direzione della Biblioteca
Nazionale, si tratta di “uno Statista”, “tanto attivo e creativo, quanto
riflessivo e critico”. C’è da trasecolare. Mi auguro che il Ministero
assuma ogni provvedimento necessario a difesa dell’immagine della
Biblioteca e della natura antifascista della Repubblica
Il 29 novembre, conferenza
online promossa da una rete di associazioni e sindacati, di cui fa parte
anche l’ANPI, in occasione della Giornata internazionale di solidarietà
con il popolo palestinese
La conferenza per il riconoscimento
dello Stato di Palestina è promossa da un ampio arco di reti,
piattaforme, associazioni e sindacati rappresentativi della società
italiana che a partire dal comune riferimento ai principi ed i valori
contenuti nella costituzione italiana, pur appartenendo ad ambiti e
settori diversi, con questa iniziativa intendono rinnovare il proprio
impegno per la pace giusta, per la promozione ed il rispetto dei diritti
umani e per la fine delle violenze nella regione del Medio Oriente.
La conferenza si realizzerà Domenica 29 novembre, Giornata
internazionale di Solidarietà con il popolo palestinese, ad Assisi città
di pace, ospitata dalla comunità Pro-Civitate Christiana e con il
patrocinio della Città di Assisi. La partecipazione in presenza dei
partecipanti sarà possibile solamente se le condizioni di sicurezza
sanitaria lo permetteranno. Sarà possibile seguire in diretta, via web,
l’intera conferenza e gli interventi degli ospiti internazionali e dei
rappresentanti delle associazioni promotrici.
Sono previsti interventi in video-conferenza di rappresentanti delle
diverse religioni e testimonianze dalla Palestina e da Israele.
La conferenza sarà trasmessa in streaming sulla piattaforma Zoom (per
poter accedere alla conferenza su tale piattaforma è obbligatorio
registrarsi – gratuitamente – tramite questa pagina) e liberamente anche tramite le Pagine Facebook delle organizzazioni promotrici.
Per adesioni e informazioni: adesioni.AssisiPaceGiusta@gmail.com
Programma (provvisorio):
Apertura
Stefania Proietti, Sindaco di Assisi
Monsignor Domenico Sorrentino
Presentazione Iniziativa:
a cura del Comitato Promotore
Testimonianze ospiti:
Nikoaly Mladenov, Inviato Nazioni Unite
Anton Salman, Sindaco di Betlemme
Izzedin Elizir, imam di Firenze
Arik Ascerman, rabbino “Torah for Justice”
Jamal Khader, parroco di Ramallah
Rappresentante dello stato del vaticano (tbc)
Yasser Abed Rabbo, politico palestinese
Avraham Burg, politico israeliano
Anan Ashrawi, politica palestinese
Alon Liel, ex-Ambasciatore d’Israele in Sud Africa
Shaer Saed, Segretario Generale sindacato palestinese (PGFTU)
Luca Visentini Segretario Genrale Confederazione Europea dei Sindacati (CES)
Giorgio Gomel, rappresentante rete ebrei progressisti (J-Call)
Yousef Salman a nome della Comunità Palestinese in Italia
David Sassoli Presidente Parlamento Europeo (tbc)
Messaggi dei leaders delle organizzazioni del Comitato Promotore:
Maurizio Landini, CGIL
Anna Maria Furlan, CISL
Pier Paolo Bombardieri, UIL
Roberto Rossini, ACLI
Gianfranco Pagliarulo, ANPI
Francesca Chiavacci, ARCI
Luisa Morgantini, AssoPacePalestina
Paolo Ramonda, Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Franco Maria Tortora, Fondazione Lelio e Lesli Basso
Stefano Ciafani, LEGAMBIENTE
Piera Redaelli, Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente
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