INCONTRI NO TAV

Nell’ambito delle iniziative di CAMPEGGIO NO TAV di Chiomonte

http://www.notav.info/agenda/calendario-campeggio-dall11-al-21-luglio/

VENERDI’ 13 LUGLIO

ore 16

incontro con il partigiano Ugo Berga a cura dell’Anpi Bussoleno-Chianocco-Foresto

Dibattito:

Decadenza urbana: quale vita? – Immagini sull’archeologia industriale

Video, scatti e testimonianze dal passato e presente industriale

Alessio Barettini introduce un viaggio all’interno dei relitti del progresso. Quale vita tra le macerie? Quale futuro? Segue dibattito.

ALL DIFFERENT ALL EQUAL

“All different all equal

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Presentata in conferenza stampa l’iniziativa che dal 25 al 28 luglio ospiterà a Viareggio il primo Meeting Internazionale sui Diritti Umani.
 
“Il diritto di uno sia per sempre il diritto di tutti senza distinzione di sesso, razza, colore della pelle o l’origine etnica o sociale […] Non esiste il mondo gay, come non esiste il mondo bianco, o nero, rifuggiamo ogni definizione di mondi paralleli, mondo islamico o cristiano, non vogliamo il mondo maschile o femminile. Esiste un solo mondo capace di ospitarci tutte e tutti insieme”, questo l’appello lanciato oggi da Silvia Bartolini in occasione della presentazione presso la Sala stampa della Camera dei Deputati del primo Meeting Internazionale sui Diritti Umani che si terrà dal 25 al 28 luglio a Viareggio presso la Cittadella del Carnevale.  
“Una buona base di partenza non era difficile poterla trovare – ha proseguito Bartolini –, l’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale ci ricorda infatti che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che possano impedirne il pieno sviluppo della persona”.
Il programma della quattro giorni “All different all equal” è stato presentato da Andrea Canavesio, presidente di Made in Toscana e ideatore del meeting: “Letture, danze, immagini, dibattiti per chiedere a gran voce giustizia sociale per tutti. Tra i temi in discussione il diritto alla salute e alla dignità del malato ed ancora il diritto all’informazione e il tema delle minoranze come ricchezza. Le diversità infatti – ha ribadito Canavesio – sono il vero patrimonio in ogni società evoluta”.
 
Alla conferenza hanno preso parte anche Paolo Patanè, presidente di Arcigay e Massimo Monanni che in qualità di direttore dell’Unar, Ufficio antidiscriminazione razziale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha ricordato quanto il patrocinio e l’appoggio incondizionato all’iniziativa non poteva che essere un fatto dovuto e sentito per la qualità delle giornate programmate e il progetto di alto valore sociale ideato dai promotori. Iniziativa patrocinata anche dalla Provincia di Lucca e dal Comune di Viareggio.
 
Il senatore Vincenzo Vita ne ha sottolineato gli intenti condivisi anche dal punto di vista politico dal Pd e così Franco Grillini che in qualità di responsabile diritti civili e associazionismo per L’Italia dei valori, che ha voluto ricordare le tante battaglie portate avanti dai movimenti per i diritti civili.
 
Articolo 21 ha voluto anche ricordare, oltre alla propria, le collaborazioni importanti alla quattro giorni che sono giunte da Libertà e Giustizia e dalla Fondazione Sandro Pertini che insieme ad Arcigay predisporranno momenti di riflessione condivisa.
*direttore di Confronti

 
Da Articolo 21, Gian Mario Gillio

Per partecipare ed avere informazioni si può inviare una mail a direzione@welcomesquare.it o telefonare al numero 346 9707220 oppure silvia.bartolini@gmail.com – 347 6996044

IN MEMORIA DI…

GIOVEDI’ 19 LUGLIO
ORE 21
COMO, PIAZZA MARTINELLI (In caso di pioggia la serata si terrà nella sala della Circoscrizione 7)

In memoria di… 
La memoria delle vittime e l’impegno delle istituzioni contro la corruzione e le mafie
– video-intervista a Borsellino
– contributo musicale del Gruppo Aperto Spazio alla Musica
– Intervento di Maria Ferrucci sindaco di Corsico, comune aderente ad “Avviso Pubblico”. 
Modera Paolo Moretti, giornalista 
– Proiezione del film-documentario Uomini soli di Paolo Santolini Ripercorrendo i luoghi simbolo della lotta alla mafia e le vie delle stragi, Santolini e Bolzoni hanno ricostruito la vita di La Torre, Dalla Chiesa, Borsellino e Falcone

Organizzano Arci Como, Acli Como, Auser Como, Associazione del Volontariato Comasco-Csv, Cgil Como, Fillea, Coordinamento Comasco per la Pace, Comitato Soci Coop Como, Verso Libera Como

ADDIO ALLE ARMI

Migliaia di italiani dicono NO ai caccia F-35: il Governo ci ascolti

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Conferenza stampa in Senato giovedì 12 luglio, per spiegare la finta riforma e i finti risparmi della Difesa. E chiedere ancora una volta al Governo la cancellazione del programma di acquisto dei Joint Strike Fighter con una presenza in piazza 75.000 firme di cittadini, 650 associazioni, il sostegno di oltre 50 Enti Locali (tra
Regioni, Province e Comuni). Saranno questi i protagonisti della giornata di consegna delle firme della petizione contro i caccia che la campagna “Taglia le ali alle armi” (promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola della Pace) ha deciso di organizzare giovedì 12 luglio, come momento conclusivo della seconda fase di azione prevista dalla campagna stessa. Negli ultimi mesi l’attenzione sul tema delle spese militari e del particolare spreco costituito dai caccia Joint Strike Fighter è cresciuta moltissimo anche grazie a tutte le informazioni diffuse dalle associazioni e dai gruppi che hanno sostenuto “Taglia le ali alle armi”.

Dai problemi tecnici ai costi sempre in aumento, dai dubbi di tutti gli altri paesi partner alla ostinata decisione di continuare l’acquisto da parte del nostro Ministero della Difesa, alle inesistenti “penali” sulla cancellazione dell’acquisto l’opinione pubblica ha avuto modo in questi ultimi mesi di capire meglio cosa sta dietro al progetto del caccia F-35. E comprendere come si tratti dell’ennesimo e gigantesco spreco di denaro pubblico a sostegno delle spese militari distolto invece da usi socialmente ed ambientalmente più utili e necessari.

Per sostenere il nostro rinnovato appello al Governo per un cambio di linea su questo progetto – anche a nome delle migliaia di persone che hanno sostenuto la campagna – l’appuntamento è per una mobilitazione di piazza giovedì 12 luglio a Roma.
Il momento di presenza in piazza sarà preceduto da una Conferenza Stampa al Senato della Repubblica (sala Stampa del Senato, ore 11.30) incentrata sui problemi e i costi del caccia F35 (con nuovi dati che smentiscono la posizione del Ministero della Difesa) e sulla mobilitazione in merito alla revisione dello strumento militare (il cosiddetto DDL Di Paola) in corso di discussione in Parlamento: un provvedimento che non porterà a nessun vero risparmio ma sposterà l’impiego di risorse pubbliche verso nuovi acquisti di sistemi d’arma, come anche confermato dalle decisioni prese nell’ambito della “spending review”.

Mentre il Governo ha infatti deciso di intervenire ancora una volta in maniera drastica sulla spesa sociale e sanitaria, le riduzioni per la Difesa e per l’acquisto di armamenti si limitano a poche decine di milioni e definiscono una diminuzione degli effettivi delle Forze Armate che si realizzerà solo dopo diversi anni. Nel contempo nelle ultime bozze del provvedimento – nonostante ipotesi iniziali – non pare vengano toccati gli investimenti per l’acquisto di armamenti: un’ipotesi di taglio di 100 milioni anno sui capitoli di spesa per le armi è stata infatti all’ultimo momento rigettata.

Ne parleranno i coordinatori delle tre organizzazioni promotrici Giulio Marcon (Campagna Sbilanciamoci!), Flavio Lotti (Tavola della Pace) e Francesco Vignarca (Rete Italiana per il Disarmo) illustrando con dati ed analisi le controproposte del mondo della Pace per tagliare le ali alle armi.

SENTENZA DIAZ

I MANDANTI MANCANO SEMPRE

Antonio De Gennaro (all’epoca del G8 di Genova capo della polizia), ha parlato, non ha chiesto scusa, portando tutta la sua solidarietà umana e affettiva ai funzionari di polizia, “di cui conosco personalmente il valore professionale”… condannati definitivamente dalla Giustizia per essere stati gli esecutori materiali di tutto ciò che è accaduto all’interno della scuola Diaz. Una violenza inaudita che ricorda quella usata nel Ventennio dal regime fascista, inammissibile e intollerabile in una Repubblica democratica. De Gennaro subito dopo i fatti disse che “la Diaz era una semplice operazione di identificazione che si è trasformata in un’azione di ordine pubblico perché gli agenti sono stati attaccati.” Questo rappresentante dello Stato, sarebbe quello, come si è definito, che ha sempre operato nel rispetto della Costituzione.
Quel giorno, caro De Gennaro, no.

Come sempre nei fatti italiani mancano i mandanti, la testa pensante delle operazioni di repressione, i veri responsabili, quelli che hanno dato l’ok alla violenza.
Era tutto scritto che il G8 (luglio 2001), sarebbe sfociato in un violento scontro. Oltre 10 mila agenti delle forze dell’ordine non sono riusciti ad impedire l’arrivo di alcune centinaia di black bloc, il morto era annunciato e nulla è stato fatto per impedirlo. Carlo Giuliani aveva solo 23 anni. I servizi segreti avevano scientificamente fatto crescere la tensione nell’opinione pubblica e tra gli uomini che avrebbero difeso la zona rossa.
Il 20 maggio l’Ansa aveva diffuso la notizia (fonte servizi segreti), che durante la manifestazione sarebbero stati lanciati palloncini contenenti sangue infetto da Aids. Alleanza nazionale aveva dato solidarietà preventiva alla forze dell’ordine per gli inevitabili scontri. Gianfranco Fini, vicepresidente del Consiglio, non si è mai saputo a quale titolo, in quei giorni, frequentava molto la sala operativa della questura di Genova, accompagnato dal maresciallo dei carabinieri Filippo Ascierto che poi è diventato deputato di An.

Il buco nero di tutta la vicenda è rappresentato dal comportamento di chi allora era ministro dell’Interno, Claudio Scajola, che dopo i fatti gravi e violenti dei giorni precedenti invece di stare a Genova a controllare che tutto si svolgesse senza incidenti, la notte della Diaz, dormiva tranquillamente nel suo letto di casa ad Imperia. La moglie il giorno prima aveva dichiarato al Secolo XIX che il marito era tornato molto stanco, infatti quando sabato 21 il prefetto De Gennaro lo chiama alle 22,30 il ministro e consorte sono già a letto. Cosa si dicono i due in quella telefonata? Quali sono le indicazioni che Scajola dà a De Gennaro? Perché il giorno dopo Scajola, per rendersi conto dell’accaduto, non va a visitare il lager di Bolzaneto, dove le violenze continuano nei confronti dei prelevati dalla scuola Diaz? Perché né il ministro, né il presidente del Consiglio Berlusconi hanno chiesto immediatamente la testa di De Gennaro? Oggettivamente la responsabilità dell’accaduto è la sua, quei funzionari, che lui oggi difende, non possono aver agito senza un ordine superiore. Perché impunemente l’ex capo della polizia può permettersi di insultare una sentenza della Cassazione? Dopo Scajola al Viminale si sono succeduti Giuseppe Pisanu, Giuliano Amato e Roberto Maroni, nessuno dei tre ha osato rendere pubblici i documenti (sicuramente rinchiusi in uno dei tanti armadi della vergogna) riguardanti quella notte.
Ancora una volta la politica ha abdicato alle proprie responsabilità

Loris Mazzetti, Articolo 21, 10 luglio 2012

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