CENTODIECI ANNI DELLA COOPERATIVA MOLTRASINA

Cari Amici, Cari Soci

Il 10 Agosto 1902 centotrenta cittadini di Moltrasio ebbero la lungimirante e generosa idea di costituire la nostra Cooperativa.

Dopo 110 anni lo stesso giorno vogliamo festeggiare con Voi il prestigioso anniversario.

Sono veramente poche le Imprese che sono riuscite a mantenere viva la loro attività per più di cento anni. Credo che questo eccezionale risultato sia dovuto alla bontà della idea originaria: aiutare a migliorare la vita dei Moltrasini . Questa idea si è sviluppata via via arricchendosi di sempre nuove iniziative fino ad arrivare al giorno d’oggi.

Siamo ancora attivamente operosi. La Cooperativa Moltrasina ha mantenuto il suo patrimonio, ha continuato la sua attività di ritrovo ricreativo e di convivialità, svolge attività culturali, offre la sua disponibilità alle Associazioni, produce addirittura energia elettrica.

Siamo lieti di comunicare in questa occasione che la Nostra impresa Cooperativa è stata iscritta nel Registro nazionale delle Imprese Storiche e questo riconoscimento ci sprona a continuare il lavoro intrapreso.

Così abbiamo deciso di festeggiare con Voi con un programma che vedrete nelle locandine che abbiamo predisposto.

Dalle ore 17 in avanti la Cooperativa Moltrasina diventerà UFFICIO POSTALE e chi lo vorrà potrà far annullare le proprie cartoline e francobolli che saranno a disposizione da quel pomeriggio.

Sarà cosi possibile dare un sigillo ufficiale al nostro importante anniversario.
Metteremo in mostra vecchi documenti originali e in formato digitale.
Dalle ore 21.30 prepareremo un ricco buffet che si concluderà con brindisi e torta.

Sono previsti giochi per i bambini.
A questo punto non ci resta che augurarci che queste iniziative trovino il vostra sostegno e vi inducano a festeggiare con noi.

A VENERDI’
Il Consiglio Direttivo
Cooperativa Moltrasina.

12 AGOSTO, DONGO

A.N.P.I di dongo in festa

alle ore 12:30 Pranzo

presso ex Caserma Guardia di Finanza –Dongo-

Prezzo del pranzo: 15 euro

E’ gradita prenotazione entro il 08.08.2012

Daniela: tel. 3381238148

Silvio:    tel. 3939999819

6 AGOSTO, HIROSHIMA E NAGASAKI

Il 6 Agosto 1945, alle ore 8:15 del mattino, un bombardiere dell’aviazione degli Stati Uniti sganciò sulla città di Hiroshima la bomba all’uranio “Little Boy”, dotata di un paracadute che poco dopo si aprì rallentandone la caduta, per dare il tempo al bombardiere ed al suo equipaggio di mettersi a distanza di sicurezza.

La bomba esplose 43 secondi dopo a circa 500 metri dal suolo come progettato, al fine di massimizzare il danno.
L’effetto dell’esplosione fu pari a quello di tredicimila tonnellate di tritolo, cioè tredicimila delle più grandi bombe impiegate nella seconda guerra mondiale. La bomba distrusse qualsiasi cosa nel raggio di 2 km, circa il 90% dei palazzi della città furono abbattuti o gravemente danneggiati, 90.000 persone morirono all’istante e molte altre morirono in seguito per effetto delle radiazioni.

Alla fine del 1945 a Hiroshima il numero delle vittime della bomba arrivò a 140.000. Tre giorni dopo, il 9 agosto, alle ore 11:02 del mattino, una seconda bomba, chiamata “Fat Man”, venne sganciata su Nagasaki. “Fat Man” era più grossa e più potente di “Little Boy”: la forza distruttiva fu equivalente a quella di 21.000 tonnellate di tritolo.
Uccise all’istante circa 70.000 persone.

APPUNTAMENTO LUNEDI’ 6 AGOSTO

COMO, MONUMENTO ALLA RESISTENZA EUROPEA

ORE 11

CERIMONIA COMMEMORATIVA DEL BOMBARDAMENTO DI HIROSHIMA E NAGASAKI

TUTTI GLI ISCRITTI SONO INVITATI A PARTECIPARE

Il monumento alla Resistenza Europea raccoglie pietre provenienti da Hiroshima e dai maggiori campi di sterminio.

27 LUGLIO,CIAO VISONE

Giovanni Pesce

E’ TRASCORSO UN LUSTRO DALLA SCOMPARSA, IL 27 LUGLIO 2007, DEL  LEGGENDARIO COMANDANTE PARTIGIANO GIOVANNI PESCE.

Nato a Visone (Alessandria) il 22 febbraio 1918, morto a Milano il 27 luglio 2007, Medaglia d’Oro al valor militare.

Fu tra i più giovani combattenti italiani inquadrati nella Brigata Garibaldi che combatterono in Spagna contro Franco. Venne ferito tre volte, sul fronte di Saragozza, nella battaglia di Brunete e al passaggio dell’Ebro. Rientrato in Italia nel 1940, Pesce venne arrestato ed inviato al confino a Ventotene. Nel settembre del 1943 è tra gli organizzatori dei G.A.P. a Torino; dal maggio del 1944 assunse a Milano, sino alla Liberazione, il comando del 3° G.A.P. Rubini, con il nome di battaglia ” Visone”. Come comandante della G.PA.P Giovanni Pesce organizzò e partecipò a numerose imprese rischiose, come ad esempio l’audace e rischiosa impresa contro la radio trasmittente di Torino, fortemente guardata da reparti tedeschi e fascisti, alle quali riuscì miracolosamente a sfuggire portando in salvo un compagno gravemente ferito.

Giovanni Pesce è stato, dalla costituzione dell’A.N.P.I., membro del suo Comitato nazionale. Tra la numerosa memorialistica sulla Resistenza, basti ricordare i suoi “Un garibaldino in Spagna” del 1955 e “Senza tregua – La guerra dei G.A.P.” del 1967, e un “libro della memoria” di 368 pagine intitolato: “Giovanni Pesce «Visone» un comunista che ha fatto l’Italia“, scritto dai giornalisti Gianantoni e Paolucci in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione.

In memoria di Giovanni Pesce è stata creata, 2 anni fa, nell’anniversario della sua morte, l’associazione Memoria storica- Giovanni Pesce. Gli scopi e agli obiettivi dell’associazione, è rendere omaggio, oltre che a Giovanni Pesce, alla Resistenza e a tutti i combattenti per la libertà.

http://www.memoriedispagna.org/

NON CHIUDERE IL TRIBUNALE MILITARE DI VERONA

“Non chiudere il tribunale militare di Verona”

“Non chiudere il tribunale militare di Verona”. Questo in estrema sintesi il significato della lettera che il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia, ha inviato al presidente  del Senato, ai presidenti delle Commissioni Bilancio e Questioni istituzionali del Senato, ai presidenti dei gruppi, al presidente del Consiglio, al ministro degli Interni, della Difesa, della Giustizia.

“Mi è giunta notizia – scrive Smuraglia – che nel provvedimento relativo alla “Spending Review” è stato presentato un emendamento per l’abolizione di alcuni Tribunali militari, fra cui quello di Verona. A nome mio personale e di tutta l’Associazione Naz. Partigiani d’Italia, mi permetto di fare presente che il Tribunale di Verona sta trattando – in fase conclusiva – alcuni processi relativi alle stragi nazifasciste del 43-45, con estremo ritardo (non dovuto al Tribunale, che invece è attivissimo), mentre sono ancora in corso alcune istruttorie relative ad altre stragi”.

“Abolire il tribunale di Verona, adesso, – spiega il presidente dell’Anpi – significherebbe costringere a ricominciare tutto da capo e bloccherebbe le istruttorie più avanzate. E questo sarebbe iniquo, considerando che se si trattano a questo punto, a 68 anni di distanza dei fatti, questi processi per orribili stragi è perché centinaia di fascicoli rimasero chiusi e inaccessibili per anni, in quello che è stato definito “l’armadio della vergogna”. Di quel fatto, il nostro Stato reca una responsabilità oggettiva (oltre a quelle soggettive ormai note); si assumerebbe una grande ed ulteriore responsabilità se ponesse sostanzialmente fine all’attesa di tanti familiari di vittime e di tanti cittadini, che, appunto, da molti anni aspettano giustizia e verità”.

“Il problema dell’organizzazione della giustizia militare esiste – rileva Smuraglia – ma non si può immaginare nulla di peggio del pensare di risolverlo adesso, nella situazione sopradescritta, con un emendamento nel corso di un provvedimento di natura strettamente economica.
Credo che si debba fare, anche per ragioni di umanità, ogni sforzo per impedire che si rechi un vero vulnus alla memoria delle vittime e alle attese di tanti cittadini”.

“Chiedo al Governo di intervenire – spiega infine il presidente dell’Anpi – perché l’emendamento non sia accolto, al Parlamento perché rinvii la questione dei Tribunali militari ad altro momento più opportuno, agli stessi proponenti perché ritirino l’emendamento in questione, comunque ai parlamentari perché – in caso di insistenza – non l’approvino. L’ANPI auspica vivamente che si comprenda il senso della presente e le preoccupazioni che la giustificano e ci si comporti di conseguenza, compiendo un’operazione, ripeto, di giustizia e di
umanità”

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