ASSOCIAZIONE SALADINO

 

Domenica 13 marzo 2011 alle 18

al Teatro Sociale di Como, via Bellini 3

Lella Costa in Ragazze ? Nelle lande scoperchiate del fuori

versione recital di L. Costa, M. Cirri, G. Gallione

regia di Giorgio Gallione

biglietto 30 euro platea e palchi – 20 euro gallerie. 

Prevendite: Frigerio dischi, via Garibaldi, 38 ? Como;

Teatro Sociale, via Bellini 3  Como; tel. 031.270171. 

Associazione Silvano Saladino Onlus, via Recchi 2, 22100 Como tel. 338.6004019  brunosaladino@alice.it; fbsaladino@tiscali.it.

A DONGO 4- 6 FEBBRAIO

Prosegue a Dongo la bellissima mostra già inaugurata a Cima il 21 gennaio scorso.

 

DONGO – ATELIER CASA PERLA

VIALE GARIBALDI, 14

DAL 4 AL 6 FEBBRAIO 2011

 

Venerdì h 17,00 – 19,00      Sabato h 10,30 – 12,0  e  17,00 – 19,00      Ingresso libero

La sede dell’esposizione è vicinissima alla piazza del Municipio di
Dongo, in viale Garibaldi 14, in prossimità di molti parcheggi
gratuiti.
In questa occasione è possibile visionare anche due filmati realizzati
dagli allievi del workshop recentemente condotto dalla medesima
artista presso lo Spazio Giovani Porlezza. L’esposizione è visibile
solo fino a domenica 6 febbraio.

 

Videoinstallazione Lethe di Adelita Husni-Bey

e

Workshop su Oblio, memoria e contemporaneo 

progetto organizzato dall’associazione Cittadini Insieme e curato da Riccardo Lisi 
 

Capii che probabilmente, nel voltare il capo

avevo anche guardato nella direzione esatta

del ragazzo che era stato ucciso lì molti anni prima,

o almeno mi piaceva pensarlo,

mi piaceva pensare di poter condividere con lui

se non il sentimento, almeno quella visione idilliaca.

Adelita Husni-Bey 
 

Mentre il Nord Italia era posto sotto il governo fascista di Salò, ovunque nascevano gruppi che ad esso intendevano ribellarsi, normalmente abbandonando la vita quotidiana in città e raggiungendo le montagne. Uno di questi gruppi partigiani nacque e si appostò nella zona soprastante Cima, paese comasco sul lago di Lugano. Il gruppo era guidato da Giuseppe Selva ed aveva come staffetta e cuciniera Livia Bianchi, detta Franca, una donna giovane di forte carattere, che proveniva dal Polesine. Quando il gruppo fu catturato dalle Brigate nere fasciste, a Lidia fu offerto di salvarsi. Invece scelse di sacrificarsi assieme ai suoi compagni di lotta. Il 21 gennaio 1945, in prossimità del Cimitero di Cima, i sei partigiani furono fucilati e da anni ogni 21 gennaio il loro impegno e sacrificio viene ricordato. Un impulso importante in ciò è dato dall’associazione Cittadini Insieme, basata a Porlezza, che dal 2004 opera in modo da vivificare questo ricordo ed evitare che cada nell’oblio o nella mera celebrazione formale, che altrimenti apparirebbe puro esercizio retorico ed inattuale. 

Quest’anno si è voluta cogliere un’occasione importante: proprio a Cima, come in altri luoghi del Comasco in cui son avvenuti fatti di sangue durante la guerra di liberazione, una giovane e brava artista – l’italo-libica operante a Londra Adelita Husni-Bey – ha realizzato nel corso della scorsa estate uno dei filmati che compongono la videoinstallazione Lethe.

Si tratta di un lavoro di arte contemporanea che verte sul rapporto tra memoria ed oblio, ma anche tra memoria collettiva e realtà individuale. Nei cinque schermi sincronizzati immagini lievemente sgranate, filmate con una tecnologia desueta, in super8, mostrano ciò che giovani morti in modo violento su queste montagne forse hanno visto negli ultimi secondi di vita: panorami montani, che altrimenti potrebbero apparire pittoreschi, e un muro che fece da sfondo ad un’esecuzione.

La memoria, come sovente nell’arte contemporanea – basti pensare ai lavori di Boltanski – emerge qui non da parole, descrizioni verbose e discorsi a tesi, ma solo dalle immagini, anche se rafforzate da una nota tenuta di violoncello. Al pubblico di oggi, costituito soprattutto da giovani, l’artista propone un tentativo d’immedesimazione suggestivo ed assieme ferale, connesso all’ultimo istante di vita. Certamente ciò non è facile, se pensiamo a come possa differire la loro vita da quella dei partigiani di 66 anni fa, ma forse proprio una narrazione metaforica, non verbale ma per immagini, può costituire un’espressione d’arte significativa per un pubblico in buona parte profano di arte contemporanea, e permettere un relativo avvicinamento a tale ambito. Nella provincia italiana, infatti, il pubblico conscio del linguaggio dell’arte contemporanea è limitato, ed anche per questo si è còlta l’occasione di avere in loco un’artista sicuramente interessante, per organizzare un workshop – gratuito e rivolto soprattutto ai giovani – che partendo da una riflessione su cosa sia arte contemporanea e come si rapporti con la nostra vita quotidiana e con le tecnologie ormai pervasive, porti gli allievi a provare di realizzare dei propri filmati video. Ciò confrontandosi con linguaggi e modalità comunicative della videoarte e con il tema proposto: oblio e memoria, soprattutto riferiti al territorio in cui vivono.

28 GENNAIO – COMO

L’ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA P.AMATO PERRETTA ORGANIZZA

VENERDI’ 28 GENNAIO – ORE 15,00

PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE DI COMO

 

LA DEPORTAZIONE DEGLI ANTIFASCISTI, i lager di Fossoli e Bolzano Gries.

 

Anna Maria Ori – Deportati politici a Fossoli, le uccisioni del 22 giugno e del 12 luglio.

Ruggero Meles – Poldo Gasparotto, alpinista e resistente, martire a Fossoli.

P.Luigi e Giuliano Gasparotto – Poldo, nostro padre, e il suo diario di Fossoli.

Lidia Martin – Lotte operaie, scioperi e deportazioni da Como.

Roberta Cairoli – Il lager di Bolzano Gries alla luce dei nuovi documenti rinvenuti a Washington. La memoria dei sopravvissuti comaschi.

27 GENNAIO – LIBRERIA FELTRINELLI

GIOVEDI’ 27 GENNAIO – ORE 18

VIA C. CANTU’ – COMO

PRESSO LA LIBRERIA FELTRINELLI

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

ALLE ORIGINI DELL’ANTISEMITISMO NAZIONAL-FASCISTA
Maffeo Pantaleoni e “La Vita italiana” di Giovanni Preziosi (1915-1924)

di LUCA MICHELINI
 

Cattedratico di Economia all’Università di Roma, artefice della principale rivista
teorica del Paese, «Il Giornale degli economisti», autore di studi conosciuti a livello internazionale, Maffeo Pantaleoni è tra i più insigni economisti italiani
di tutti i tempi. La ricerca di Luca Michelini dimostra come Pantaleoni divenne il più in vista e il più spregiudicato antisemita sul quale poterono contare il fascismo e il nazionalismo, di cui l’economista è imprescindibile referente per la politica economica fino al 1924. Condirettore della rivista «La Vita italiana», Pantaleoni fu “maestro” del cattolico e spretato Giovanni Preziosi, che negli anni trenta e quaranta diverrà punto di riferimento dell’antisemitismo italiano e sarà tra i protagonisti della “soluzione finale”, durante la Repubblica di Salò.

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