10 febbraio -Anpi Trezzano s.n.

Il nome che abbiamo scelto

Venerdì 10 febbraio 2017 Ore 21.00
Scuola “Cuciniello” via Concordia 2/4 Trezzano sul Naviglio

La Giunta comunale di Trezzano Sul Naviglio nel 1973 ha voluto dedicare l’istituto scolastico di Via A. Caro a Roberto Franceschi: chi era?

“Uno studente serio, diligente, ben documentato e preparato, che promuove cooperazione e suscita entusiasmo negli altri…”, così è stato descritto dai suoi insegnanti e docenti, dalle scuole elementari fino all’Università Bocconi. Roberto era anche un giovane che viveva con passione la sua aspirazione a un mondo più giusto e senza disuguaglianze, che aveva aderito al Movimento Studentesco per essere dalla parte degli sfruttati e per mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica.

Roberto Franceschi fu ucciso la sera del 23 gennaio 1973, a 21 anni, durante degli scontri all’Università Bocconi, in cui poliziotti e funzionari spararono vari colpi d’arma da fuoco ad altezza d’uomo. Roberto fu raggiunto al capo, l’operaio Roberto Piacentini alla schiena. Entrambi caddero colpiti alle spalle.

La cittadinanza è invitata a un incontro pubblico per ripercorrere le ragioni di quella scelta.

 

Introduce:
Vittorio Ciocca

Dirigente scolastico Istituto Comprensivo Roberto Franceschi

 

Intervengono:

Cristina Franceschi

Presidente Fondazione Roberto Franceschi Onlus

Nando Dalla Chiesa

Docente di Sociologia della Criminalità Organizzata

Giorgio Villani

Consigliere comunale nella Giunta di Romeo Salvini nel 1973

Fabio Scolari

Studente universitario, Componente del Direttivo A.N.P.I Trezzano S/N

 

Coordina:

Luciano Chiodo

Aderente nel 1973 al Movimento Studentesco e presente la sera del 23 gennaio

 

Partecipa

Fabio Bottero

Sindaco di Trezzano sul Naviglio

 

 

http://www.fondfranceschi.it/evento/il-nome-che-abbiamo-scelto/

D.O.R.A.: INTERROGAZIONE ALLA CAMERA

Smuraglia: “Con grande soddisfazione abbiamo appreso della risposta sollecita del Ministro dell’Interno ad una interrogazione sulla comunità nazional-socialista denominata DO.RA.”

31 Gennaio 2017

Della comunità del varesotto che si definisce Do.Ra. mi sono già occupato sulla News 230, indicandone le iniziative e le provocazioni e ricordando le azioni degli antifascisti e dell’ANPI di Varese per contrastare e per chiedere (senza successo) l’intervento delle Autorità competenti. Adesso registriamo con soddisfazione il fatto che alcuni parlamentari (Fiano, Marantelli, Cimbro) abbiano preso l’iniziativa di presentare un’interrogazione a risposta immediata alla Camera; e con altrettanta soddisfazione abbiamo preso atto di una risposta sollecita dello stesso Ministro dell’Interno. Quest’ultimo ha assicurato che l’attività di prevenzione si svolge nei confronti di ogni deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza; ha chiaramente descritto le attività di Do.Ra., assicurando che esse vengono attentamente monitorate, mentre la Questura di Varese ha presentato un rapporto all’Autorità giudiziaria in ordine alle attività ed alle iniziative di Do.Ra. Nelle sue conclusioni, il Ministro ha ricordato che lo scioglimento di movimenti che si ispirano al fascismo è consentito solo a seguito di una sentenza penale irrevocabile, che abbia accertato in concreto il verificarsi della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partita fascista. Naturalmente, preso atto della sollecitudine, su alcune parti di questa risposta si può dubitare e discutere, soprattutto per il fatto che il riferimento è limitato alla dodicesima disposizione finale della Costituzione, mentre il problema di fondo è che non devono essere consentite né l’apologia del fascismo, né le manifestazioni di razzismo (v. leggi “Scelba” e “Mancino”). Dunque non si pone solo il problema dello scioglimento delle associazioni definite fasciste dalla Magistratura, ma anche, e prima di tutto, quello dell’impedimento delle manifestazioni e dei comportamenti esteriori di tipo “fascista”, chiaramente contrari a tutto il contesto costituzionale; tant’è che non mancano decisioni della stessa corte di Cassazione che considerano reato il saluto romano ed altri atti o simboli del genere.

In altre parole siamo soddisfatti della impostazione almeno di un dialogo, anche in sede parlamentare, su un tema importante come quello del neofascismo e neonazismo; ma siamo certi che bisogna andare più in profondità e convincersi e convincere tutti, a partire dalle Istituzioni centrali e periferiche, che le sentenze della Cassazione rappresentano un punti fermo dal quale non si può prescindere anche perché attribuiscono valori e significati definitivi a leggi che troppi considerano praticamente inesistenti o interpretano in modo limitativo o restrittivo. Noi continueremo sulla linea che seguiamo da tempo: reagire ad ogni manifestazione fascista chiedendo prima di tutto che siano le istituzioni centrali o periferiche e lo stesso sistema delle autonomie a fare la propria parte. C’è qualcosa che non funziona, in Italia, se a Milano il Sindaco dichiara inaccettabile una manifestazione fascista, e il Questore la autorizza, per di più in un luogo molto visibile. Un Paese veramente antifascista come il nostro, vaccinato da vent’anni di dittatura e colpito da una guerra disastrosa, che ha poi ritrovato la civiltà dotandosi di una Carta costituzionale democratica e antifascista, non può avere incertezze e contraddizioni sulle manifestazioni di neofascismo e deve seguire, in tutti i comportamenti, una linea di contrasto e di prevenzione veramente efficace. Questo è il vero problema che si pone, prima ancora di aspettare che si verifichino le condizioni per lo scioglimento, per di più a seguito di una sentenza definitiva.

Abbiamo già presentato un quadro veramente completo di una situazione insopportabile, alle massime Autorità dello Stato, accompagnandolo con una serie di proposte concrete e realizzabili. Continueremo anche con l’attuale Governo e con il Ministro dell’Interno, col quale confidiamo possa continuare il dialogo già avviato in Parlamento.

Il resto, soprattutto per quanto riguarda la questione specifica del varesotto, rappresenta per noi una situazione inaccettabile ed alla quale deve essere posto fine, anche al di là delle recenti, risibili provocazioni. Poiché la storia può ripetersi, ha fatto bene l’ANPI di Varese a presentare esposti e denunce ed a sollecitare (senza successo) l’intervento delle Autorità competenti. Fa altrettanto bene a promuovere una manifestazione antifascista nel prossimo periodo, per insistere non solo sulla necessità di un energico intervento delle Autorità, ma anche per suscitare la partecipazione dei cittadini, che non devono restare inerti e indifferenti rispetto a fenomeni, che comunque camuffati, ci riportano ad un passato che non deve tornare mai più. A livello nazionale continueremo a vigilare affinché si compiano ulteriormente dei passi avanti su un tema – quello dell’antifascismo – che deve essere ritenuto fondamentale da tutti, non solo per il presente ma anche per avere la sicurezza di un futuro di civiltà e di democrazia.

Carlo Smuraglia

(da ANPInews n.232 – 31 gennaio/7 febbraio 2017)

ANPI DI GENOVA: IL CONVEGNO DELL’ ULTREDESTRA OFFENDE LA NOSTRA CITTA’

L’ANPI di Genova: “La manifestazione dell’ultradestra offende la nostra città, medaglia d’oro della Resistenza”

2 Febbraio 2017

“Apprendiamo con stupore e tanto sdegno che la nostra città dovrebbe essere sede di un convegno dell’ultradestra europea su invito dei fascisti nostrani.

È inaccettabile che ancora una volta si metta in atto un’ulteriore provocazione contro i dei valori democratici e antifascisti della nostra città.

L’ANPI chiede alle Forze Politiche, alle Organizzazioni Sindacali, alle Associazioni Democratiche di mobilitarsi per impedire questo affronto alla città di Genova Medaglia d’Oro della Resistenza.

Lanciamo un appello a tutti i genovesi per una ampia e unitaria mobilitazione, nella consapevolezza che il fascismo è tutto il contrario dell’intera Costituzione italiana, nata dalla Resistenza, di cui contiene per intero i valori .

Il fascismo purtroppo non è morto, perché continua ad esistere nell’anima, nel pensiero e nell’azione; e poi ci sono i nazifascisti, i fascisti “del terzo millennio”, i fascisti che sono tali anche se camuffati da associazioni culturali e sociali.

Il fascismo è quello che – sotto il profilo dell’autoritarismo, della negazione della libertà, del razzismo, della xenofobia, della violenza e dell’antisemitismo – si profila in tante forme sempre,comunque riconoscibile.

Coloro che vorrebbero venire a Genova a febbraio il giorno 11 con la loro presenza offendono la nostra città nella sua storia, nei suoi sentimenti e nella sua cultura, hanno un modo di pensare e di essere che non corrisponde in alcun modo ai valori di fondo della nostra democrazia e della nostra Carta fondamentale e come tale vanno combattuti e respinti, senza mai abbassare la guardia.

Questa azione va potenziata, chiedendo anche agli organi di informazione e di comunicazione di fare la loro parte, alle Istituzioni di considerarla come un impegno programmatico, alle Associazioni democratiche di inserirla fra le loro priorità.

L’allarme quindi e la vigilanza devono essere forti, tra coloro che amano la democrazia, perché il fascismo è un pericolo sempre in agguato e sempre concreto.

Chiediamo alle Autorità competenti e alle Istituzioni statuali, regionali e comunali, di far rispettare le leggi che sono ben chiare e non lasciano dubbi di interpretazione, in particolare la legge Scelba e la legge Mancino che vanno semplicemente applicate (come la stessa Corte di Cassazione ha fatto rispettare più volte).

Questa offesa a Genova va impedita, nel rispetto della Costituzione che è intrinsecamente e profondamente antifascista”.

 

ANPI GENOVA

 

Ulteriori dettagli della vicenda sono disponibili su:

http://genova.repubblica.it/cronaca/2017/01/31/news/neonazisti_a_genova_lo_stop_dell_anpi_si_muovano_le_istituzioni_toti_-157310804/

http://genova.repubblica.it/cronaca/2017/02/02/news/il_raduno_neofascista_infiamma_la_politica_doria_inaccettabile_-157386304/

 

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