ROMA, 16 LUGLIO

Sabato 16 luglio a Roma, si sono incontrati in un convegno tutti i comitati territoriali del Coordinamento Democratico per la Costituzione, per analizzare le ragioni del mancato raggiungimento del numero delle firme e per discutere le prossime strategie da adottare in vista del referendum di ottobre.

E’ qui riportata la relazione di Alfiero Grandi, sindacalista e politico italiano, membro di Libertà e Giustizia.

Incontro nazionale dei comitati territoriali 16/7/2016

Relazione di Alfiero Grandi

 

 

Ringraziamo anzitutto quanti hanno contribuito a portare il numero dei comitati territoriali da 160 a 400 nei tre mesi di raccolta delle firme per i due referendum abrogativi sull’Italicum e per il referendum costituzionale. L’ultimo è nato a Minturno giovedi scorso. Questo lavoro aveva anzitutto l’obiettivo di rendere possibili i due referendum sull’Italicum e garantire non tanto l’effettuazione del referendum costituzionale, che sapevamo essere ormai certo, quanto di riuscire ad inserire un protagonista nella campagna elettorale referendaria che fosse espressione dei cittadini che si battono per la vittoria del No contro la legge Renzi- Boschi.

Ringraziamo le donne e gli uomini che hanno organizzato i banchetti per raccogliere le 420.000 firme per i due referendum sull’Italicum e le 316.000 per il referendum costituzionale.

Ringraziamo le centinaia di migliaia di elettrici e di elettori che abbiamo avvicinato durante la raccolta delle firme – raccogliendo complessivamente più di un milione e centomila firme – che hanno ascoltato le nostre ragioni, le hanno condivise e hanno firmato per i referendum. Molti di questi cittadini si sono a loro volta impegnati in questa opera di informazione e sensibilizzazione, che è diventata sempre più ampia.

E’ vero, non abbiamo centrato l’obiettivo dei due referendum sull’Italicum perché non abbiamo raggiunto le 500.000 firme valide necessarie per farli scattare. Per questo sottolineiamo le aspettative che abbiamo riposto sulla sentenza della Corte costituzionale che grazie all’iniziativa degli avvocati che fanno riferimento ai nostri comitati dovrà pronunciarsi il 4 ottobre sulla costituzionalità dell’Italicum. Italicum che a noi è sempre sembrato fin troppo simile al porcellum, la legge che la Corte costituzionale ha già sanzionato per le stesse ragioni che ci hanno portato a promuovere il referendum.

Anche se non abbiamo raggiunto l’obiettivo siamo orgogliosi del risultato raggiunto, dell’appoggio popolare che abbiamo trovato e che ci rende oggi più forti di quando abbiamo iniziato la raccolta delle firme. Quando abbiamo iniziato la nostra campagna pubblica l’11 genanio 2016, nell’aula dei gruppi della Camera dei Deputati, eravamo forti di competenze indiscusse e di diversi apporti di grande qualità ed esperienza. Ora abbiamo una base di riferimento importante e diffusa nel territorio nazionale, per creare la quale è stato decisivo l’apporto dell’Anpi, associazione che per noi costituisce un punto di riferimento morale e politico nella battaglia per difendere i valori della Costituzione. Respingiamo la finzione politica e giuridica che distingue, meglio ancora divide tra prima e seconda parte della Costituzione. Infatti l’attuazione reale dei valori costituzionali dipende dalla qualità e dalla effettiva rappresentanza dei cittadini, che debbono sempre potere eleggere tutti i loro rappresentanti, e da un sistema di decisione istituzionale che non tradisca la prima parte attraverso un accentramento delle decisioni in poche mani, tale da poter stravolgere nell’attuazione i valori della prima parte della Costituzione.

 

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