25 APRILE – DISCORSO DI WILMA CONTI

Introduzione prima del discorso a seguito degli avvenimenti del 24/4/2016 di Piazza Paracchini – Dongo tenuto da Vilma Conti

Ieri, domenica 24 aprile, a Dongo, si sono verificati fatti di estrema gravità che mi impongono, prima di dare avvio alla cerimonia ufficiale, di esprimere alcune considerazioni in qualità di italiana, di (ex) cittadina di Dongo e tale ancora mi riconosco, di Presidente dell’ Anpi, di essere umano che ancora crede nei valori che ci hanno permesso di ricostruire il nostro paese.

Costernata e profondamente ferita, esprimo la più ferma condanna per quanto accaduto ieri nel nostro paese:

  • è stata profanata la piazza di Dongo, dedicata al martire Paracchini, simbolo del sacrificio di chi, coraggiosamente, ha combattuto e perso la vita per la libertà;

  • sono stati profanati il tricolore e la corona d’ alloro, simboli della patria, che dovrebbero onorare i meritevoli e non chi, abbandonato dai tedeschi in fuga, neppure di fronte alla morte sapeva rinunciare alla viltà;

  • è stata profanata la memoria di tutti i caduti per la patria, simbolo degli ideali che ci hanno consentito di essere un popolo libero.

Incredula ed indignata, condanno inoltre fermamente:

gli esecutori materiali di tali atti, responsabili del crimine di apologia di fascismo e chi, rappresentante delle pubbliche istituzioni, ha potuto autorizzare un simile scempio, forse inconsapevole del fatto che le istituzioni rappresentate non esisterebbero se la fuga avesse portato qualcuno a salvarsi.

 

E QUI , PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE IL DISCORSO CHE SEGUE , VILMA HA PROSEGUITO A BRACCIO A RACCONTARE IL RICORDO ANCORA VIVO DI QUEI GIORNI

 

 

 

Discorso 25/4/2016 in piazza Paracchini a Dongo di Vilma Conti

 

71° anniversario della liberazione, ricordo sempre vivo in chi l’ ha vissuta direttamente o indirettamente.

Non si tratta di parlarne per celebrarla, ma per renderci conto di cosa è stata, di quanto è costata.

Non dobbiamo fare della resistenza un mito, ma ricordare che la Resistenza fu una forza che operò accanto alle altre forze sane del paese.

La resistenza lottò contro il nazifascismo, contribuì a segnarne la fine e diede un apporto decisivo alla democratizzazione dello Stato.

Non è ammissibile (oppure: non possiamo permetterci di) dimenticare che il fascismo, alleato con il nazismo, aveva disonorato il paese agli occhi delle nazioni più civili e che gli antifascisti, alleati in uno sforzo comune nel CLN, si assunsero il compito gravoso di ripristinare l’onore e la libertà.

Resistenti non furono solo i partigiani; resistenti furono i deportati in Germania, i fucilati di Cefalonia (ricordiamo con orgoglio il sacrifico del ten. Matteri), i carabinieri in Jugoslavia, i finanzieri e tutti quanti si schierarono contro la Repubblica Sociale Italiana.

La Resistenza tracciò un solco netto fra l’Italia prima e dopo il 45.

La Resistenza fu fonte di legittimità per la nuova Italia la cui espressione istituzionale fu (ed è) la costituzione democratica e repubblicana .

Vigiliamo perché nessuno stravolga quanto i nostri padri costituenti ci hanno lasciato.

l’Italia di oggi deve essere e sarà, se rimarrà sempre fedele a quegli ideali, anche l’Italia di domani

 

Saluto del 25/4/2016 letto da Vilma Conti a Paracchini e Maffioli

Cari Giulio e Primo, oggi vi porto un doppio saluto:

il mio personale e quello di tutti coloro che si trovano al mio fianco presso la vostra tomba.

Grazie!

Grazie uomini della “Garibaldi”, Partigiani, Patrioti.

Grazie per la vostra vita che avete donato per la nostra libertà.

Libertà: una parola che può suonare triste per chi, come voi, non l’ha potuta assaporare.

Proprio per questo ci siamo riuniti qui nel ricordo di quei momenti tragici e bui che vi hanno portato al martirio; eppure, il giorno seguente, prendeva vita la libertà.

La libertà in cui avevamo creduto e per cui avevamo pianto, lottato, sofferto.

Perché Dio poneva il vostro sacrificio proprio sulla soglia della libertà?

Noi, uomini del sacrifico, abbiamo imparato anche a dimenticare (oppure: ad accettare) in nome di un’ idea comune di Bontà e Giustizia; Voi, eroi puri, siete ormai parte ineliminabile (oppure indelebile; incancellabile) nella grande storia del nostro paese.

Con la speranza che tutto ciò non accada mai più nella nostra amata patria, un caro saluto.

 

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