MEMORIA

LIBERAZIONE A CABIATE

… E dalle imposte chiuse li vediamo passare: una colonna di tedeschi armati, che si spostano a piedi o su carretti trainati da cavalli che hanno requisito a poveri contadini. La Piazza Umberto ne è piena. E’ mezzogiorno di una bella giornata ma il silenzio è di piombo. Ad un certo punto vediamo il Puricelli, solito sbruffone, che dalla Via Nicolini va verso la Piazza per vederli, ma con comandi urlati nella loro lingua che li rende ancora più terribili gli intimano di andarsene. Lui sbianca dalla paura e se ne torna di corsa in casa. All’improvviso, forse solo una raffica di vento, le piante in villa Padulli hanno un movimento: uno dei soldati imbraccia il mitra e spara una raffica verso il parco. Poi passa l’ultimo soldato. Vanno verso la stazione, a Mariano, dove poi sapremo che ci sarà una sparatoria con i Partigiani. Piano piano la gente prende coraggio e esce sulla strada. Ci spostiamo tutti in Piazza della Stazione, senza sapere bene cosa pensare, che fare. Poi da Meda arriva un ragazzino in bicicletta: ha un fazzoletto rosso al collo, e ci urla “è finita!, se ne sono andati”. Esplodiamo di gioia! Manca solo il suono delle campane, tolte dal campanile anni prima per fonderle. Cabiate impazzisce! Poi siamo tornati tutti alle nostre case, ed il giorno dopo abbiamo ricominciato la nostra vita. Mai, mai più una guerra.

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