Idee e proposte in circolazione circa possibili referendum
Ci sono diverse proposte e idee circa alcuni referendum promossi o da promuovere. Il più recente è quello promosso da “Possibile”, articolato intorno a ben 8 quesiti, sui quali – peraltro – la grande stampa tace. Ci sono anche notizie di altri referendum, che vorrebbe promuovere “Italia nostra”, su alcuni punti coincidenti con quelli di “Possibile”. Altri sono preannunciati per ciò che attiene alla riforma della scuola, ancora all’ambiente ed infine al Jobs Act.
A seconda di quello che avverrà nei prossimi giorni in Senato potrà prospettarsi la possibilità di un referendum abrogativo, mentre è possibile che – in caso di approvazione definitiva – sia lo stesso Governo a promuovere, invece, un referendum confermativo. Infine, c’è la legge elettorale, fortemente discussa da molti e sulla quale siamo informati del proposito di intraprendere iniziative giudiziarie per arrivare a sottoporre la questione di non costituzionalità della legge, alla Corte Costituzionale. Un progetto che comprende anche la proposizione di un referendum abrogativo su almeno due punti fondamentali.
Insomma, c’è un grande movimento, che – nel complesso – giudico positivo, perché è espressione della volontà di molti cittadini di far sentire la propria voce, esercitando quelle forme di democrazia diretta che la Costituzione riconosce come pienamente legittime, anche se con alcune limitazioni. A fronte dell’assenteismo, del silenzio e dell’indifferenza di tanti, c’è un’Italia che non vuole subire, che vuole esercitare i suoi diritti di cittadinanza attiva, che insomma vuole “partecipare”.
E questo, ripeto, è positivo.
Bisogna, però, fare attenzione ai tempi, ai modi ed ai rischi che si possono correre, se non si trova un coordinamento tra le varie iniziative e non si individuano modalità e obiettivi condivisi.
E’ noto a tutti il rischio che, promosso un referendum, non si raggiungano poi le firme necessarie; un rischio grave, perché il mancato raggiungimento dell’obiettivo, si riflette negativamente su tutte le altre iniziative e perfino sull’opinione pubblica.
E’ altrettanto evidente che molti referendum promossi contemporaneamente, possono appoggiarsi a vicenda, ma possono anche danneggiarsi perché i cittadini, solitamente poco informati (e tutto congiura per mantenerli in tale condizione), hanno bisogno di “capire” e per questo occorre molta informazione e molta chiarezza.
E’ anche ipotizzabile che convenga fare qualche scelta su quale siano quelli su cui conviene puntare, per la loro importanza anche sul piano della democrazia.
Noi stiamo attendendo (non passivamente, perché siamo intervenuti molte volte e in molti luoghi, per esprimere la nostra contrarietà sia a “questa” legge elettorale, sia al progetto di riforma, o abolizione che dir si voglia del Senato) di capire che cosa avverrà in Senato, perché consideriamo che sul piano della democrazia, i due temi – della legge elettorale e della riforma del Senato – siano quelli più suscettibili di incidere fortemente proprio sul nostro sistema democratico; dal quale, poi, scaturisce tutto il resto, i governi, le leggi e così via.
Dopo di che siamo pronti a confrontarci e riflettere con tutti quelli, per compiere le scelte opportune e necessarie, essendo consapevoli del fatto che si tratta di questioni gravi e importanti, sulle quali non si possono, non si devono, commettere errori.
Oltretutto, ben conosciamo le difficoltà a cui si andrà incontro, in ogni caso, per ragioni che non sto qui a ripetere, ma che riguardano anche il sistema informativo, non sempre propenso a dare il giusto rilievo alle proposte che vengono dai cittadini.
Questo significa che noi vogliamo mantenere il Jobs Act, anche negli aspetti più retrivi (il demansionamento, il controllo a distanza, l’abolizione sostanziale dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori), oppure che ci vanno bene i danni che si pensa di recare all’ambiente, o che potrebbero derivare dallo “Sblocca Italia”, o da altri provvedimenti analoghi? Nessuno ha il diritto neppure di pensarlo, tanto è evidente che non è così, tant’è che lasciamo piena libertà ai nostri iscritti, a titolo personale (e, per ora, evitando di usare i simboli dell’ANPI), di firmare tutto quello che vogliono, tra le varie proposte che vengono formulate.
Vogliamo tuttavia ribadire alcuni punti che ci sembrano essenziali: un buon coordinamento d’intenti e di azioni è sempre migliore e più efficace rispetto ad iniziative isolate e, magari, non adeguatamente ponderate per gli effetti che possono produrre; a mio avviso, le priorità riguardano prima di tutto la legge elettorale e la Riforma del Senato, per le ragioni che più volte abbiamo espresso con estrema chiarezza, perché si tratta di materie che incidono direttamente sul sistema democratico; credo, infine, che sarà opportuno e utile un confronto fra Associazioni ed organismi democratici circa le iniziative da assumere; ognuno poi avrà la libertà di decidere, in base alle proprie possibilità ed alle proprie condizioni di fondo; ma intanto una serena discussione su ciò che è più opportuno ed adatto per conseguire i risultati auspicati, non potrà che essere utile, in vista anche degli appuntamenti che ci aspettano per il futuro; In ogni caso, ho qui esposto idee personali, confrontate soltanto in Segreteria, ed è ovvio che – al momento opportuno – per quanto ci riguarda, saranno i nostri organismi nazionali ad assumere ogni specifica decisione.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale ANPI