ACCORDO ANPI – MIUR

Accordo Miur-Anpi per promuovere la Costituzione e la Resistenza nelle scuole

 

Protocollo Miur-Anpi con l’obiettivo di promuovere la Costituzione e la Resistenza nelle scuole.

L’intesa è stata sancita al Senato, questa mattina, giovedì 24 luglio, fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Anpi.

A siglarlo, il Ministro Stefania Giannini e il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia.

L’accordo punta a promuovere e sviluppare progetti didattici nelle scuole per divulgare i valori della Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale.

Miur e Anpi, in particolare, realizzeranno iniziative per le celebrazioni del 70° della Resistenza e della Guerra di Liberazione, promuovendo processi tematici di riscoperta dei luoghi della memoria e la divulgazione dei valori fondanti la Costituzione repubblicana.

“Questo accordo – ha sottolineato il Ministro Giannini – è uno strumento fondamentale per far comprendere a tutti gli studenti il valore della nostra Costituzione e l’importanza della memoria della Resistenza raccontata anche da chi l’ha vissuta in prima persona”.

“Ritengo – ha aggiunto il Presidente Smuraglia – che questa firma assuma una grandissima importanza rispondendo ad una esigenza profonda che emerge dal mondo della scuola e che assicura un’attività continuativa in favore della cittadinanza attiva”.

LUTTO

Ci ha lasciatI per sempre la partigiana Anna Maria Belloni. Antifascista, collaborò con la Resistenza Milanese nelle giornate della Liberazione. I suoi ideali di libertà e giustizia, la sua forza ( il padre fu ucciso a bastonate dai fascisti), il suo sorriso, la sua vita, furono di insegnamento a quanti la conobbero. L’ Anpi Provinciale di Como si stringe in un affettuoso abbraccio al figlio Ivano Tajetti, Presidente della sezione Anpi Barona e Dirigente dell’ Anpi Provinciale di Milano.

 

PRESIDENZIALISMO

NOTAZIONI DI CARLO SMURAGLIA, PRESIDENTE ANPI NAZIONALE.

Puntuale come un cronometro, rispunta – di quando in quando – l’idea del presidenzialismo, da affrontare subito dopo la riforma del Senato. Non so più come fare a ripetere che di presidenzialismo, nell’ANPI, ben pochi vogliono sentir parlare. La stragrande maggioranza di noi è fermamente convinta che questa è una Repubblica ancora troppo fragile perché ci si possa permettere il lusso di insistere su istituti, come il “premierato”, il “presidenzialismo”, e così via, che parlano sempre il linguaggio della concentrazione del potere in poche mani.

Ma è ovvio che l’ostilità di sempre si rafforza nel momento in cui si parla, praticamente, di abolire” il Senato (cioè di togliere di mezzo un vero Senato elettivo e con poteri equilibrati rispetto alla Camera), si cerca di aumentare il potere del Governo di influire sull’agenda del Parlamento, ci si propone addirittura di aumentare le firme sia per l’iniziativa popolare, sia per il referendum ; non dimenticando che c’è sempre, a mezz’aria, una riforma della legge elettorale che di certo non restituisce poteri ai cittadini, anzi continua ad incidere negativamente sulla rappresentanza.

In queste condizioni è meglio per tutti dire subito che di “presidenzialismo” non se ne parla proprio, non è un tema attuale e non lo sarà neppure in prosieguo, in un Paese che non ha bisogno di dividersi ancora, ma semmai di ritrovarsi attorno ai temi del lavoro, della crescita, del rilancio delle attività produttive, e così via.

Stupisce il fatto che ai ballons d’essai, lanciati periodicamente da membri di Forza Italia, né il Governo e neppure i partiti che ne fanno parte riescano a dare una risposta netta e precisa, mostrando a tutti un’autentica chiusura verso una novità non gradita. Anzi, da parte di membri del Governo si continua a dire che adesso c’è da affrontare la riforma del Senato e poi si vedrà. Non è possibile compiere un piccolo, modesto sforzo, per dire di no e basta?

Oppure anche su questo esiste già qualche accordo più o meno segreto? Vorrei proprio sperare di no; ma raccomando a tutti, comunque, di stare in guardia, pronti a reagire.

 

LANZO INTELVI- GIOVEDI’ 31 LUGLIO

“Grandissimo amore, purtroppo è impossibile dirti a voce, in pubblico, tutto quello che ho in cuore e che mi resta dentro. Ho tanta tenerezza per te, per il tuo abitino bianco a pallini blu, per il tuo tailleur grigio, per la tua timidezza al di là del filo spinato maledetto che mi entra con le sue spine nel cuore. Potessi tenerti fra le braccia, baciarti fino a dimenticare quanto amore ho accumulato in questi mesi, quanto affetto ogni momento devo nascondermi dentro!”.

 

LANZO INTELVI – PALALANZO

GIOVEDI’ 31 LUGLIO 2014 – ORE 20.45

In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Lanzo d’Intelvi

Giuliano Banfi presenta il libro “Amore e speranza” corrispondenza tra i genitori Julia Bertolotti e Gian Luigi Banfi, detenuto nel campo di concentramento di Fossoli aprile-luglio 1944.

Introduzione Adalberto Piazzoli

Presentazione di Giuliano Banfi

Letture di Maria Pia Vincenti e Jean Blanchaert

 


Gian Luigi Banfi nacque a Milano nel 1910 e morì nel campo di concentramento di Gusen nel 1945. Nella seconda metà degli Anni Trenta aderì all’antifascismo, frequentando Vittorini, Basso, Formiggini, Steiner, Gasparotto, Greco, Paggi, Tino, Spinelli e Rollier. Presso il suo studio si tennero le riunioni che portarono alla fondazione del Partito d’ Azione. Richiamato alle armi nel ’43, dopo l’ Armistizio entrò nella Resistenza e si occupò della stampa clandestina di “Italia Libera”, dell’ espatrio di politici ebrei e di rilevamenti militari. Fu arrestato su delazione a Milano il 21 marzo 1944 e dopo la prigionia a San Vittore fu portato a Fossoli e poi a Bolzano. Il 5 agosto 1944 fu deportato a Mauthausen, dove giunse due giorni dopo. Morì a Gusen il 10 aprile 1945.

VOCI DA GAZA

VOCI DA GAZA

 

Pubblichiamo le testimonianze dello staff locale di Vento di Terra, in questi giorni di offensiva militare israeliana, per dar voce a chi sta vivendo nel terrore dei bombardamenti, affinchè la società civile possa essere informata.

 

A meno di due anni dall’ultima pesante operazione militare (novembre 2012), le forze armate israeliane lanciano l’8 luglio la nuova offensiva “Bordo Protettivo”. In questi giorni nella Striscia di Gaza, il lembo di terra più densamente popolato al mondo, si sta assistendo all’ennesima strage umanitaria, che colpisce soprattutto donne e bambini. Non vogliamo, qui, pubblicare immagini raccapriccianti e fornire numeri, che è possibile trovare su numerosi altri canali di informazione.
Qui vogliamo dare voce alle persone che vivono nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, alle persone con cui ogni giorno lavoriamo per garantire servizi base a donne e bambini, in un’ottica di sviluppo, cooperazione e pace. Le parole del nostro staff locale, che per noi rappresentano le parole e la situazione che sta vivendo tutta la popolazione Gazawi.

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18/07/2014 – F., insegnante presso l’asilo della Terra dei Bambini: “Stanotte alle 11 abbiamo lasciato il villaggio di Um al Nasser. Sono state bombardate alcune case vicino all’asilo, e poi alcune altre case nella parte superiore del villaggio, dove c’è anche la nostra casa.”
Così tutti, circa 5.000 persone, alle 11 di ieri sera hanno lasciato le proprie case e si sono messi in cammino verso il campo profughi di Jabalia. La maggior parte è andata nelle scuole Unrwa, dove F. dice non esserci acqua, elettricità e cibo. “E’ ramadan e per i grandi il cibo non è un problema, ma per i bambini sì. Le persone dormono per terra e sui banchi di scuola. Cercano tutti di dormire di giorno se non ci sono esplosioni, perchè la notte con tutte le bombe e gli incubi nessuno dorme.
Lei, le sue sorelle e due zie sono andate a casa di parenti. La famiglia si è divisa: i suoi genitori con i fratelli maschi alla scuola UNRWA, loro in questa casa del campo di Jabalia. Sono in 4 famiglie, 20 persone, in 60 mq con le solite difficoltà di gaza (acqua non potabile, elettricità che manca quasi sempre).
Le altre maestre ad oggi sono tutte vive, anche loro nel campo di Jabalia. “Cerco di mettermi in contatto con loro spesso, almeno per sapere come stanno”, ci dice F.
Il villaggio di Um Al Nasser è quindi rimasto vuoto.

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16/07/2014 – Riusciamo nuovamente a contattare A.K., la situazione è sempre più critica, c’è grande paura e disperazione: “Ci siamo dovuti spostare a casa di mio fratello, con i nostri 4 figli, perché hanno bombardato 4 edifici proprio di fronte alla nostra casa. Non sono completamente distrutti, per cui li bombarderanno di nuovo, ma non sappiamo quando. Non c’è acqua e i camion che di solito riempiono le cisterne sui tetti non operano in questi giorni. Uno di quei camion è stato colpito da un missile pochi giorni fa. Così non c’è telefono e internet e l’elettricità va e viene. Proprio ora un aereo sta gettando volantini dal cielo, chiedendo alla gente di lasciare le case perché intendono bombardare in modo pesante o entrare via terra con i carri armati … chissà … ma dove dobbiamo andare? Dove devo andare con i miei figli?”

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13/7/2014 –  F. fa parte dello staff locale di Vento di Terra, lavora ogni giorno con i bambini nella “Terra dei Bambini”, a Um al Nasser, a nord della Striscia di Gaza. Siamo riusciti a contattarla e scambiare qualche parola poco fa. E’ tra quelli che hanno ricevuto l’avviso di lasciare le proprie case. Ma loro hanno deciso di non andare via. Sono terrorizzati, ma, ricordando che nell’ultimo attacco sono state bombardate anche le scuole di UNRWA (Onu), dice che tanto nessun posto è sicuro a Gaza. “Tanto vale – dice – rimanere a casa propria”. Dice che si sente forte, che sono sopravvissuti negli anni a tutti gli attacchi, e che preferiscono morire a casa loro piuttosto che spostarsi ed essere comunque colpiti da un missile….

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12/7/2014 – S. è assistente project manager presso la “Terra dei bambini”, riusciamo a contattarla tramite chat. Le chiediamo come sta, cerchiamo di darle conforto e di farle sentire la nostra presenza: “we’re still alive nothing happened to us physically, but on a psycological level we need help”, ci scrive.

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12/7/2014 – H. è giovane, è creativo, ama la fotografia ed è di Gaza, dove vive tutta la sua famiglia. H. però in questi giorni non si trova a Gaza. E’ ad Amman, in Giordania, dove sta coordinando un progetto di assistenza ai profughi siriani scappati anche loro dalla guerra, come lui, del resto. H. è il membro più giovane dello staff di Vento di Terra.
Da quel maledetto 8 luglio, quando Israele ha ufficialmente iniziato la sua nuova e cruenta operazione, H. vive in modo schizofrenico. Passa le giornate al lavoro tra i campi profughi siriani e in ogni pausa è attaccato a facebook, skype e internet per provare a sentire famiglia e amici e capire cosa accade a casa. H. non è nuovo ai bombardamenti israeliani ma per la prima volta non è insieme con la sua famiglia mentre l’esercito attacca.
H. può parlare con sua madre e i fratelli per massimo sei ore al giorno, le ore in cui nella Striscia arriva l’elettricità. Il problema sono le altre diciotto ore della giornata quando legge il bollettino dei morti che sale e non può sentire nessuno.
Gli stiamo ripetendo di prendersi qualche giorno di pausa, di lasciar perdere il lavoro per un po’, di non impazzire nel vortice di quello che sta succedendo. H. si mette a ridere. “Sono palestinese – dice – a noi non è concesso di fermarci, nemmeno per poco. Se Dio vorrà tutto finirà presto”. Se anche gli uomini vorranno, tutto finirà presto. 

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11/7/2014 – “Last night were been destroyed three houses around our house. Our house is partially effected. The situation is very bad, the kids are scary so much, we are still alive until now it’s really a war everywhere explosions and bombs.They bomb near the kindergarten, there are some cracks in the plastering. PLEASE pray for us that it will finish soon”. A.K. è una persona dall’animo estremamente gentile. Si accorge del tuo stato d’animo a distanza e riesce a metterti a tuo agio, quasi sempre. Anche nelle situazione più difficili. Un dono di natura, una grande sensibilità. A.K. vive a Gaza e da anni collabora con Vento di Terra. Ha conosciuto molti dei nostri amici e guidato le nostre delegazioni. “E’ una delle persone più aliene dalla violenza e dall’aggressività che io conosca.”, dice Massimo Annibale Rossi. A.K. vive a Gaza e ci chiede di pregare per lui…

 

http://www.ventoditerra.org/voci-da-gaza/

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