VENTI ANNI DI PENSIERO LEGHISTA

 Dopo la bufera scatenata dalla sua oscena e disgustosa frase su facebook ( una frase talmente odiosa che non voglio neppure citarla), la consigliera padovana Dolores Galandro prova a minimizzare : ” era solo una battuta…” “…non pensavo veramente quello che ho scritto…”

No, signora Galandro, la sua non è una semplice battuta. Quanto lei ha scritto merita una riflessione profonda sul razzismo strisciante nel nostro Paese, purtroppo legittimato da più di vent’anni di destra becera al potere.

Riporto qui di seguito alcuni stralci del bellissimo articolo di Chiara Saraceno su Repubblica:

IL CORTOCIRCUITO DEL RAZZISMO

” (….) La frase impone una riflessione che non si limita a rilevare, riducendola, la grossolana maleducazione di una persona (….)

Con quella frase la signora ha assimilato tutti i maschi neri a stupratori e tutti gli stupratori a neri. Chi chiede rispetto per i neri è dunque automaticamente complice di stupratori, tanto più se è nera essa stessa (….)

Questo corto circuito è esemplare, nella sua forma estrema, dell’atteggiamento razzista. il diverso è sempre pericoloso e peggiore. Non conta che gli stupratori ( o i ladri, o i violenti) appartengano a tutte le etnie e i colori della pelle. Non conta neppure che la maggior parte degli stupri, come per i femminicidi, avvengano per mano di un parente o conoscente della vittima. Lo straniero, il diverso da sè, tanto più se identificabile dal colore della pelle o da tratti fisici ben riconoscibili, è l’emblema di ogni pericolo e nequizia. Anche l’ultimo passaggio- l’augurio che Kienge diventi vittima di uno dei “suoi” – fa parte della stessa logica. Donna e nera, e per giunta ministro: il soggetto perfetto per diventare il capro espiatorio di ogni frustrazione, l’incarnazione della vendetta contro le proprie paure. Il fatto che sia una donna ad augurare a un’altra donna di essere stuprata mostra quanto il razzismo, la costruzione dell’ altro come nemico, produca una reificazione dei soggetti, di cui non si coglie nè l’individualità nè l’umanità e per i quali non si può provare neppure solidarietà (….)

Dolores Valandro, la leghista padovana probabilmente non sa che atteggiamenti come il suo non giustificano solo maltrattamenti e discriminazioni contro i neri ( o i romeni, o qualche altro gruppo etnico-nazionale visto come potenziale nemico) ma ha una visione delle donne come esseri umani inferiori, da abusare a piacimento, anche fino al femminicidio. (….)

Fanno bene i responsabili della Lega a prendere le distanze, ma dovrebbero anche interrogarsi sul tipo di cultura che hanno lasciato crescere ed hanno spesso legittimato in tutti questi anni, con il loro linguaggio scomposto, le invettive contro gli immigrati, condite da compiaciuti vezzi celoduristi.

E’ un lavoro di riflessione critica che peraltro ci riguarda tutti, nella misura in cui abbiamo troppo a lungo sopportato atteggiamenti linguisticamente e concettualmente violenti che, invece di contrastarlo, hanno creato un terreno favorevole a un clima relazionale e culturale pericoloso per tutti, in particolare per le donne, di ogni colore e posizione sociale. I razzisti estremi in Italia sono una minoranza, anche se rumorosa. Ma il razzismo strisciante, selettivo verso questo o quel gruppo, è molto più diffuso e non meno problematico”.

Chiara Saraceno, La Repubblica del 14 giugno 2013.

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