OMICIDIO MORO, 35 ANNI FA

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La mattina del 16 marzo 1978, giorno in cui il nuovo governo guidato da Giulio Andreotti stava per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia, l’auto che trasportava l’onorevole Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei Deputati fu bloccata in via Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse.

In pochi secondi, dopo aver fatto fuoco con armi automatiche, i brigatisti freddarono la scorta e rapirono l’ on. Moro esponenete di spicco della Democrazia Cristiana.

Dopo una prigionia di 55 giorni, caratterizzati da indagini spesso senza costrutto, lunghi dibattiti politici sull’opportunità di trattare per la liberazione dell’ostaggio e dopo che i brigatisti ebbero chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato Italiano, l’ on. Aldo Moro fu ucciso.

Il suo corpo senza vita fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani.

La famiglia Moro diffonde il seguente comunicato: La famiglia desidera che sia pienamente rispettata dalle autorità dello Stato e di partito la precisa volontà di Aldo Moro. Ciò vuol dire: nessuna manifestazione pubblica o cerimonia o discorso; nessun lutto nazionale, né funerali di Stato o medaglie alla memoria. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia.

Il giorno dopo, la salma è tumulata dalla famiglia a Torrita Tiberina, un piccolo paese della provincia di Roma: il governo terrà i funerali di Stato, celebrati dal Papa, senza la bara e senza la presenza dei familiari del morto.

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