FUMETTI: LA RESISTENZA

Dal sito dell’Anpi di Voghera

LA RESISTENZA A FUMETTI

Dal «Pioniere» ad Enzo Biagi


Già nel corso del Novembre 1944, a Napoli, che solo 2 mesi prima si era Liberata dal giogo nazista, veniva pubblicato l’“Intrepido Boy” che raccontava storie legate alla Resistenza.

A pochi mesi dalla fine del conflitto mondiale vede le stampe «Pam il partigiano», disegnato da
Camus. Protagonista è un “ribelle” delle “Brigate Garibaldi” impegnato
nelle azioni tipiche della lotta partigiana che, come qualità del fumetto, sia
come tecnica sia come stile (testo e disegni), risulta ancor oggi incredibilmente attuale.

È invece del 1946 l’uscita di “Pinotto”, le storie di un bambino, figlio di un partigiano, e del suo
cane Pinolo, mentre è “Il Pioniere”, nato nell’ottobre 1949 (che ebbe anche come condirettore Gianni Rodari) l’unico esempio di “giornalino” che negli anni Cinquanta parlava di Resistenza.
Era un settimanale in cui grande risalto era dato alle rievocazioni storiche (vedi l’albo
«Genova insorge»), tema trattato con taglio storico, a volte peccando di una vena retorica un pò troppo enfatica .

La vicenda di Padre Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco che, nel lager di Auschwitz, si offrì di morire nel “bunker della fame” al posto di un padre di famiglia è stata illustrata sia da Dino Battaglia che, nel 1962 realizzò per il “Messaggero dei Ragazzi” il suo
«MASSIMILIANO kOLBE, UN SANTO ALL’INFERNO»,

sia dalla coppia Ferdinando Tacconi-Claudio Nizzi che realizzarono la biografia del
frate francescano, che sarà santificato nel 1982 intitolata semplicemente:«MASSIMILIANO KOLBE»

È grazie al connubio tra Mino Milani e Attilio Micheluzzi che nel 1982, sempre per il
“Messaggero dei Ragazzi”, si concretizza una toccante riproposizione a fumetti della storia di
«ANNA FRANK».

Anche la VALENTINA di Guido Crepax ha avuto a che fare con il nazifascismo. In quell’episodio (Valentina, Linus, nn. 4/1969, 2/1972) l’eroina con i capelli a caschetto, in un flash back sulla
sua infanzia, rievoca la fuga in Svizzera per sfuggire alla deportazione, dato il nome della famiglia (Rosselli, scelto da Crepax come omaggio ai due fratelli assassinati dai fascisti).

Da ricordare anche le tavole che Crepax dedicò ad Oberdan Chiesa, l’antifascista livornese,
“internazionalista” nel “Battaglione Garibaldi” durante la Guerra Civile spagnola, trucidato dai fascisti il 29 gennaio 1944, a soli 33 anni, a Rosignano (LI) per rappresaglia a seguito di un attentato compiuto da gappisti della “3a Brigata Garibaldi”contro un Maresciallo Maggiore dei carabinieri ritenuto colpevole di collaborazionismo con i tedeschi.

Sempre rimanendo nell’ambito dei “fumetti cult”, non possiamo tralasciare Dylan Dog l’Indagatore dell’Incubo, il personaggio ideato da Tiziano Sclavi che nell’episodio «DOKTOR TERROR» (n. 83, Agosto 1993Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi,
Disegni: Gianluigi Coppola, Copertina: Angelo Stano) è alle prese con i demoni del passato nazista ed un presente in cui si agitano nuovi rigurgiti in cui il comun denominatore è ancora la croce uncinata”.
Evidente, in molti passaggi dell’albo, i richiami ed i riferimenti al «MAUS» di Art Spiegelman.

Nel 1995 sul “Giornalino”, il settimanale per ragazzi dei Periodici San Paolo, pubblica
«STORIE DI RESISTENZA», dedicate alla lotta al nazifascismo dalle origini al suo epilogo.

Renzo Calegari è autore sia dei disegni che dei testi. È un lavoro dettagliato in cui si riscontra
la cura per la sequenza dei fatti, raccontati con modalità cronachistiche, e supportatti dalle
citazioni di manifesti e di titoli dei quotidiani dell’epoca, per raccontare le tappe che portarono al
crollo del regime fascista di Mussolini ed alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Storie resistenziali se ne trovano anche nelle pagine de «LA STORIA D’ITALIA A FUMETTI», (2000) di Enzo Biagi (uno dei grandi del giornalismo italiano), il quale utilizza il fumetto come veicolo di comunicazione, con fini storico-didattici. Nella narrazione delle vicende italiche, il tema
della Resistenza ha una collocazione di rilievo. Le tavole sono inoltre impreziosite dai disegni dei maggiori fumettisti ed illustratori italiani di quel periodo (artisti come Milo Manara,
Marco Rostagno, Carlo Ambrosini, Alarico Gattia, Aldo Capitanio, Paolo Ongaro e Paolo Piffarerio).

Per concludere, è significativo menzionare le varie mostre, esposizioni, iniziative, rassegne
allestite in questi anni in cui artisti, disegnatori o semplici studenti si sono cimentati con
l’“arte del fumetto” per narrare, rileggere, trasferire sulle tavole illustrate le vicende della
Resistenza, dei diversi Olocausti e per denunciare la pazzia delle Guerre.

Tratto da: http://lombardia.anpi.it/voghera/resistenzafumetti/pionierebiagi.htm


NON IN MIO NOME, AFFILE

Affile: protesta contro il sacrario al fascista Graziani

il Comitato antifascista di Affile in collaborazione con l’Anpi, la comunità etiope e le associazioni dei martiri della valle dell’Aniene, organizza per il 23 settembre la giornata del “Non in mio nome” per protestare contro la decisione della Giunta di centrodestra del Comune di costruire con soldi pubblici un mausoleo in onore del maresciallo Rodolfo Graziani, soprannominato il macellaio dell’Africa, aderente alla Repubblica di Salò e condannato a 19 anni di carcere come criminale di guerra.

Questo il programma della giornata.

Dalle ore 9, presso il Parco della Rimembranza di Affile, mostra storica a cura della comunità etiope;
Alle ore 17 dibattito con interventi da parte dell’ANPI e della comunità etiope;
Alle ore 19 proiezione documentario “Fascist Legacy“.

Questa prima giornata per iniziare un percorso che informi correttamente i cittadini di Affile, e non solo, sulla biografia del fascista Graziani.

Da aggiungere infine che l’incredibile decisione di dedicargli un sacrario ha provocato indignazione in Spagna, Inghilterra e Stati Uniti.

ANNIVERSARIO: LE BARRICATE DI PARMA

LE BARRICATE DI PARMA

La difesa di Parma del 1922, l’ultima di rilevanza strategica nazionale, opera del Fronte Unito Arditi del Popolo, in cui si erano amalgamate quasi tutte le formazioni di difesa proletaria, con un formidabile contrattacco in zona Naviglio, fu diretta contro il barbaro attacco orchestrato dagli squadristi fascisti, comandati prima da Roberto Farinacci e poi da Italo Balbo. La difesa mise in difficoltà anche l’avvento del fascismo: il Fronte Unito aveva come comandante del direttorio la figura carismatica di Guido Picelli e l’epica sortita dal Naviglio fu guidata dall’altrettanto figura simbolo dell’antifascismo che fu Antonio Cieri.

GLI ARDITI DEL POPOLO

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Stralcio articolo di Antonio Gramsci relativo agli Arditi del Popolo (L’Ordine Nuovo del 1921)

Nato nel 1921, da una scissione della sezione romana degli Arditi d’ Italia e per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dell’anarchico Argo Secondari, si sviluppò rapidamente in un’ottica marcatamente Antifascista ed antiborghese, e caratterizzandosi per un decentramento autonomo delle organizzazioni locali.

Gli Arditi crearono vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle squadracce fasciste, assumendo connotazioni politiche talvolta differenti da un posto all’altro, ma sempre accomunati dalla coscienza della necessità di organizzare la resistenza popolare contro la violenza delle camicie nere.

Gli anarchici aderirono entusiasticamente alle formazioni degli Arditi e spesso ne furono i promotori individualmente o collettivamente, basti pensare che in maggioranza gli anarchici furono i difensori di Sarzana e di altre città. A Parma, per esempio, fra le famose barricate erette per resistere agli assalti delle squadracce di Balbo e Farinacci, ve n’era una tenuta dagli anarchici.

Completamente diverso fu l’atteggiamento sia dei socialisti sia dei comunisti (questi ultimi costituitisi in partito nel gennaio 1921). Nonostante la vasta e spontanea adesione di molti loro militanti agli Arditi del Popolo, entrambe le burocrazie partitiche presero le distanze e cercarono di sabotare lo sviluppo di quel movimento.

FIAT

Perché la fabbrica chiude la porta alla Costituzione?

Qui di seguito un commento di Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi, sul caso Fiat.

Fiat: ancora una volta la Costituzione sembra restare fuori, non tanto e solo dalle fabbriche, ma anche dagli uffici degli imprenditori – manager – finanzieri delle aziende di maggiore importanza. La notizia della settimana è che il grande “progetto” (Fabbrica Italia) di Marchionne, lanciato appena due anni fa, sarebbe messo in discussione, se non addirittura relegato a livello di una ipotesi molto vaga.

Ovviamente, questa non è una sorpresa per quanti (fra cui noi) avevano già pensato nel 2010, che si trattasse di quella che viene comunemente definita una “bufala”. La verità è che già da allora non si sono visti investimenti, non si sono viste macchine veramente competitive sul mercato; insomma, risolti (negativamente) i casi Pomigliano e Torino, tutto pareva definito, per Marchionne, che sembra guardare sempre di più oltre l’Atlantico.

È lecito tutto questo? O quanto meno, è ammissibile? Una corretta lettura dell’art. 41 della Costituzione (quello che infatti, alcuni
vorrebbero abolire, per avere ancora più mano libera), imporrebbe di rispondere di no. Dove va a finire l’utilità sociale di cui parla – appunto – l’art. 41 e a che cosa si riducono i limiti previsti dal legislatore costituente per l’iniziativa economica privata (obbligo di rispetto della sicurezza, libertà e dignità umana)?

Ma tant’è: ancora una volta la Costituzione sembra restare fuori, non tanto e solo dalle fabbriche, ma anche dagli uffici degli imprenditori – manager – finanzieri delle aziende di maggiore importanza. E questo è davvero grave, perché la situazione è quella che conosciamo e l’ipotesi del crollo di un segmento importante dell’attività produttiva, come la FIAT, è semplicemente spaventosa.

Dalla vicenda emergono, comunque, alcuni grandi insegnamenti:
– Il primo è diretto a coloro che credono (ed hanno creduto) alle roboanti parole ed ai solenni impegni di chi pensa, invece, soltanto agli affari suoi;
– Il secondo, a quelle organizzazioni sindacali che hanno ritenuto che cedere al ricatto rappresentasse comunque qualche vantaggio immediato, almeno per l’occupazione; quel “vantaggio”, realizzato peraltro a carissimo prezzo (divisioni sindacali, rinuncia a princìpi
fondamentali del nostro diritto del lavoro) sta rischiando di venire meno; insomma si sarebbe venduta l’anima per ben poco, a tutto vantaggio solo del diavolo;

– Il terzo è diretto al Governo, stranamente esitante anche solo a pronunciarsi e ad intervenire con energia; mancanza di coraggio di fronte ad una società che in Italia ha sempre avuto più ancora che rispetto, benefici e vantaggi? Oppure, una strana timidezza, per
cui ci si può pronunciare per l’Alcoa, ma non per la Fiat?

Certo, la questione è di grande portata e meriterebbe che quegli insegnamenti fossero prontamente raccolti; che finalmente qualcuno si ricordasse dell’art. 41 della Costituzione e lo facesse valere; che il Governo intervenisse davvero con forza; che le divisioni sindacali
cessassero (sempre meglio un po’ di resipiscenza che il perseverare nell’errore); che i partiti – dimentichi per un attimo delle solite diatribe – prendessero posizione e producessero atti e comportamenti anche in Parlamento.

Se così non fosse, vorrebbe dire che si preferisce aspettare quell’autunno caldo (esplosivo) di cui ho parlato nella news precedente, e che di fronte al disastro si preferisce nascondere il capo sotto l’ala, come lo struzzo. Noi non ci rassegniamo e continueremo ad insistere perché ognuno faccia la sua parte; intanto, esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori della Fiat, giustamente preoccupati del loro futuro. Forse non è un gran sollievo, ma è bene che sappiano che in ogni frangente l’ANPI sarà al loro fianco, a battersi – ancora una volta – per la difesa dei princìpi costituzionali e per la salvaguardia dei diritti e della dignità di chi lavora.

ANPI ALL’ISOLA CHE C’E’

22 – 23 settembre 2012,

VILLA GUARDIA (CO), Parco Comunale


La Sezione Anpi di Como partecipa a:

L’ISOLA CHE C’E’

la fiera delle delle relazioni e delle economie solidali della provincia di Como  (www.lisolachece.org)

Saremo presenti tutto il giorno sia sabato che domenica con il nostro gazebo ricco di informazioni, libri, magliette e gadget.

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