APPELLO

Vijecnica, la biblioteca universitaria e nazionale di Sarajevo e della Bosnia ha bisogno di libri. La lettera che ne parla è stata diffusa da Jasmin Hasic, Project Manager della HIA della Bosnia-Erzegovina, una degli ideatori del progetto, e si può scaricare direttamente dal sito internet dedicato in formato pdf e in italiano (bisogna cliccare sulla bandierina).

Dopo essere sopravvissuta per ben dieci decadi e aver rappresentato in tutto questo tempo un punto fermo per l’istruzione, la ricerca e la cultura di tutta la Bosnia-Erzegovina e di Sarajevo, Vijecnica è andata in fiamme nella notte tra il 25 e il 26 agosto del 1992.

Dal 1992 al 1995, infatti, la Bosnia è stata tenuta sotto assedio dalla Serbia e la preziosa biblioteca è stata bombardata ripetutamente nel corso dei tre anni del conflitto, sia dai militari jugoslavi, sia da quelli serbi. Dell’intera biblioteca oggi sono rimasti soltanto i resti, tanto che nel 2008 Vijecnica è stata selezionata per il suo inserimento nel World Monuments Watch, la lista dei 100 monumenti a rischio a causa della guerra.

Poco è rimasto del grande patrimonio letterario accumulato nel corso degli anni che la biblioteca conteneva: manoscritti antichi alcuni dei quali risalenti anche al Medio Evo, riviste, prime edizioni di libri, materiali d’archivio sono andati perduti per sempre.

Dei due milioni di libri, pubblicazioni e documenti che Vijecnica conteneva se ne sono salvati soltanto poche manciate, quelle che il personale della libreria è riuscito a trasferire nei vari rifugi atomici, edifici universitari, centri culturali e cantine della città, tra aprile e agosto del 1992. L’80% dei libri che documentavano e parlavano della storia della nazione e della sua cultura sono scomparsi nelle fiamme.

Obiettivo del movimento Books 4 Vijenica è quello di fornire libri all’Università di Sarajevo per far in modo che la scienza vada avanti e che la società stessa progredisca: per fare ciò hanno bisogno di aiuto; di libri.

A tutti coloro che sono interessati al progetto e decidono di supportare il sistema d’istruzione bosniaco è chiesto di inviare 2 libri: uno scritto in una qualsiasi lingua del mondo ma che sia collegato ai saperi delle scienze sociali o naturali (legge, economia, medicina, letteratura, filosofia, ecc), che possa essere utile agli studenti bosniaci per ampliare le loro conoscenze; il secondo libro deve essere scritto in italiano (nella lingua madre di chi sceglie di inviare i libri), e deve riguardare la storia, la geografia, gli usi e costumi e la cultura della città o della regione di appartenenza di chi lo invia, in modo da dar vita a uno scambio multilingue e interculturale.

I libri devono essere inviati all’attenzione di Mr. Muris Rahmanovic, University of Sarajevo – Campus Zmaja od Bosne, bb., 71000 Sarajevo, Bosnia and Herzegovina.

FUNERALI DI PLACIDO RIZZOTTO

Il 24 maggio a Corleone (PA) – alla presenza del Presidente della Repubblica – si svolgeranno i solenni funerali di Stato per Placido Rizzotto, sindacalista della Cgil, militante socialista e già partigiano combattente in Friuli, barbaramente ucciso il 10 marzo 1948 dalla mafia al servizio degli agrari e delle destre che resistevano all’applicazione della riforma agraria, contrastando con ogni mezzo le battaglie per l’emancipazione del lavoro e per il consolidamento della democrazia italiana. Le ossa recentemente ritrovate e riconosciute di Rizzotto permettono di restituire i suoi resti alla famiglia e di tumulare uno dei più noti tra i 36 sindacalisti assassinati dalla mafia nel dopoguerra in Sicilia.

A rappresentare l’ANPI – tra le prime a chiedere a gran voce che si svolgessero i funerali di Stato – saranno il Vice Presidente Nazionale Alessandro Pollio Salimbeni e il Coordinatore regionale Ottavio Terranova.  

Dopo le onoranze funebri, il Presidente della Repubblica si recherà a Portella della Ginestra per rendere un omaggio alle vittime dell’eccidio del Primo Maggio del 1947 perpetrato – sempre al servizio delle destre, degli agrari e della mafia – dalla banda di Salvatore Giuliano.

COMUNICATO ANPI NAZIONALE

“Le notizie circa l’orribile attentato avvenuto questa mattina a Brindisi colpiscono e preoccupano fortemente. Si tratta di un gravissimo e vile atto diretto a colpire la vita di giovani studenti e mirato ad una scuola, nei pressi di un Tribunale. Una vita spezzata e molte preoccupazioni per gli altri giovani colpiti. Un fatto tremendo, che suscita anche preoccupazioni vivissime per le sue caratteristiche, oltreche’ per la gravità; un fatto che esige una netta condanna, quale che ne sia la matrice, anche se molti elementi fanno pensare a un atto mafioso; ma spetta alle Autorità competenti accertare il movente e le responsabilità,  comunque gravissime per la convivenza civile e per la stessa democrazia. Un fatto contro il quale bisogna reagire con forza, con un nuovo impegno delle coscienze civili e democratiche e con una tangibile e concreta manifestazione, da parte di tutte le cittadine e i cittadini, della volontà di uscire dal baratro in cui troppi vorrebbero spingere il nostro Paese. Basta con la violenza, basta con i tentativi di destabilizzazione. Il Paese, già tanto provato dalla crisi, ha diritto di uscire da una fase oltremodo difficile e dura, nel solco della solidarietà, del rispetto della vita e della dignità delle persone, sulla via della speranza di un futuro migliore. Questi sono i sentimenti e le volontà che ogni ognuno di noi deve esprimere, assieme alla commozione, al cordoglio, alla solidarietà affettuosa per le famiglie e le persone colpite; sentimenti e volontà che mi sento di manifestare, in questo momento terribile, a nome non solo mio, ma di tutta l’ANPI”.                                        
 
 

Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI

CASO VATTANI –

IL CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE LA DECISIONE DEL TAR.

Il Consiglio di Stato, nella persona del presidente della Quarta sezione Gaetano Trotta, ha emesso un decreto che di fatto dà ragione al ricorso fatto dal ministero degli Esteri.

” Considerato che nella vicenda in esame – si legge nel testo del Consiglio di Stato – i dati fattuali posti in evidenza dalla difesa dell’Amministrazione appellante assumono una oggettiva rilevanza che va ben al di là delle “diplomatiche contestazioni formali” e, rilevato inoltre che “il provvedimento di richiamo assume una peculiare connotazione che induce a considerare prevalenti “gli interessi pubblici” viene accolta l’istanza di “misure cauteari provvisorie”.

La presa di posizione è evidente: il riferimento ai testi delle canzoni cantate da Vattani, le sue dichiarate simpatie a favore della Repubblica di Salò e del fascismo, contro l’ attuale Repubblica Italiana, è chiaro.

Ora si attende che si pronunci il Consiglio di disciplina della Farnesina.

Vattani potrebbe anche restare al suo posto di console di Osaka – avverte Paola Ottaviani, responsabile CGIL del Ministero degli Esteri – è in atto un tentativo di salvarlo e l’Italia rischia di continuare ad avere tra i suoi rappresentanti all’estero un uomo che di schiera a favore del fascismo.

Ma chi è Umberto Vattani, il potentissimo padre di Mario Andrea Vattani?

Leggete qui

http://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Vattani

COMO, 16 MAGGIO

Progetto Cittadinanza e Costituzione

in collaborazione con

La Scuola dei Diritti Umani  (Comitato Comasco per la Pace)


MERCOLEDI’ 16 MAGGIO, ORE 15,00                                                                  

ISTITUTO TERESA CICERI, VIA CARDUCCI, AULA MAGNA


INCONTRO PUBBLICO CON MICHELA BUSCEMI

Attiva sostenitrice della lotta contro la mafia.

Cresciuta nei quartieri poveri di Palermo, la più grande di otto fratelli e sorelle.

Suo fratello Salvatore fu ucciso nel 1979 dalla mafia per avere venduto sigarette di contrabbando senza aver chiesto il permesso ai boss.

Un fratello più giovanem Rodolfo, fu a sua volta assassinato per impedirgli di vendicare la morte del fratello.

Durante il maxiprocesso svoltosi nel 1985/86 Michela testimoniò contro gli assassini.

Fu costretta a ritrattare la dichiarazione dopo aver ricevuto una telefonata in cui si minacciava di attentare alla vita della sua bambina di sei anni.

Dopo la atesimonianza di Michela sua madre interruppe ogni rapporto con lei, suo marito perse il lavoro.

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