VITTORIO FOA

 “Ma il fascismo è ancora un altra cosa: è lo scetticismo di larghi strati della popolazione circa la propria attitudine a decidere in modo autonomo il loro destino collettivo, è l’annosa consuetudine ad attendere che tutte le decisioni vengano dall’alto, è l’acquiescenza, la sopportazione, è nell’attesa il piccolo e mediocre opportunismo, il lasciare correre sulle piccole ingiustizie sulle quali poi si edificano le ingiustizie più grandi e radicali, è in una parola l’inerzia politica e la sfiducia nelle libertà che non è un dono ma si conquista e si difende in ogni ora della vita. Questo nemico, questo aspetto del fascismo è più pericoloso ancora dei precedenti perché si annida dentro di noi e non è riconoscibile sensibilmente e minaccia perpetuamente di pregiudicare anche le più ardite e conseguenti conquiste rivoluzionarie. Ma anche contro questo nemico i partiti antifascisti sono i soli qualificati a lottare con successo: la loro tradizione di un’attività instancabile, sorretta da un potente idealismo morale, li ha sempre portati ad approfondire i problemi politici, oltre le formalità istituzionali, nell’intimo delle coscienze, a mediare la prassi politica coll’attività pedagogica, a puntare essenzialmente sull’autonomia, così dell’individuo come del gruppo. Se ieri l’ambito della loro attività era forzatamente ristretto, oggi le circostanze sono più favorevoli, più lo saranno domani: se i partiti antifascisti non tradiranno la loro missione di libertà, il successo anche in questo campo non mancherà.”

 Quaderni dell’Italia libera. N’3, 1 Ottobre 1943. Vittorio Foa.

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