HANNO UCCISO L’ART.3 DELLA COSTITUZIONE

Ieri la Camera dei Deputati ha commesso un delitto giuridico: ha assassinato l’articolo 3 della Costituzione. Quello che dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. E poi continua: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Non tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, perché uno è più uguale degli altri e la farà franca al processo Mediatrade. E la Repubblica ha rimosso non gli ostacoli alla partecipazione, ma il principio di legalità politica.

Ieri si è scritta una pagina nera, scura per la nostra democrazia e per la nostra storia parlamentare. Una maggioranza raffazzonata e prezzolata ha approvato una vergognosa norma ad personam. Ancora non è legge, perché deve essere approvata anche al Senato e la nostra battaglia continua. In Aula e nelle piazze, nelle città e nei comuni di tutta Italia. Anche per ricordare che il 12 giugno si vota per i referendum, compreso quello per abrogare il legittimo impedimento. Andiamo a votare, mandiamolo a casa.

Massimo Donadi – Il Fatto Quotidiano/- 14/04/2011

ANPI MARIANO – 17 APRILE

La Sezione di Mariano Comense – Cantù dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) si presenta ai cittadini in un incontro pubblico.

L’A.N.P.I. – nata nel 1944 per raggruppare i militanti nella Resistenza e dal 2006 aperta anche a tutti coloro che si riconoscono nell’impegno antifascista dell’associazione – intende anche nel marianese e nel canturino tenere viva la memoria degli eventi e dei caduti nella guerra partigiana di liberazione, e portare avanti i principi ed i contenuti che quella lotta hanno animato e che sono alla base dell’Italia democratica e della sua Costituzione.

LA SEZIONE A.N.P.I. DI MARIANO COMENSE – CANTU’ SI PRESENTA AI CITTADINI

DOMENICA 17 APRILE ALLE ORE 9.30

PRESSO LA SALA CIVICA DI PIAZZA ROMA

A MARIANO COMENSE

Interverranno:

Gianfranco LUCCA

Presidente Sezione A.N.P.I. Mariano-Cantù

Luciano FORNI

A.N.P.I. Como, Parlamentare D.C. dal 1976 al 1983

Matteo DOMINIONI

Storico della Resistenza

ASSEMBLEA ANPI REGIONALE

 

RELAZIONE ASSEMBLEA REGIONALE 9 APRILE 2011

Sabato 9 aprile 2011, presso la sede dell’ANPI Lombardia, a Milano, in via San Marco, 49, ha avuto luogo l’Assemblea Regionale, alla quale erano invitati le Presidenze delle ANPI Provinciali, i componenti il Consiglio Regionale, i delegati lombardi al XV Congresso Nazionale.

Due i punti all’ordine del giorno:

  1. Definizione – sulla base delle decisioni del XV Congresso Nazionale – del programma di attività;

  2. Integrazione degli organismi dirigenti regionali.

Sul primo punto hanno introdotto la discussione Tullio Montagna, Ornella Ravaglia, componente della commissione congressuale per il Regolamento, Carlo Smuraglia, presidente della commissione politica congressuale Si sono rilevati come elementi positivi l’ampia condivisione da parte dei delegati dell’impianto generale dei documenti congressuali e il loro arricchimento, di notevole entità e pregnanza, nato dai tanti apporti venuti dai congressi locali e recepiti come mai in precedenza dal documento politico finale. Ora si tratta di tradurre in iniziativa politica ed operativa quel documento. Per far questo occorre non solo accrescere il numero degli associati, ma anche (e forse soprattutto) ampliare il quadro attivo.

La parte del Regolamento su cui c’è stata coincidenza in commissione è stata ASSUNTA (non approvata) dal Congresso, con l’intesa che verrà trasmessa alle istanze territoriali, le quali avranno qualche mese di tempo per far pervenire le loro osservazioni. Si è ridefinito il numero e la composizione del Comitato Nazionale (portato da 27 a 37 membri) e del Consiglio Nazionale, consistentemente snellito.

Si è poi aperto il dibattito, a conclusione del quale si sono assunte le seguenti indicazioni operative rispetto alle scadenze più ravvicinate e alle questioni avvertite come prioritarie:

  1. Occorre immediatamente, ove non lo si sia già fatto, rilanciare presso i nostri iscritti e i loro conoscenti, la campagna per il cinque per mille all’ANPI. Immediatamente perché è prossima la scadenza della denuncia dei redditi, perché l’ANPI per assolvere i compiti che si è data, ha bisogno anche di risorse finanziarie, e perché il cinque per mille ci consente di affrancarci sempre più dalla dipendenza del Ministero della difesa, che peraltro ha già ridotto di molto il suo contributo all’ANPI;

  2. Nell’approssimarsi delle prossime elezioni amministrative l’ANPI (pensiamo a livello nazionale) dovrà dire, oltre al tradizionale appello agli elettori perché esercitino il diritto di voto riconquistato con la fine del fascismo, cosa auspica di trovare nei programmi dei candidati: un chiaro ed esplicito impegno antifascista , gli strumenti di trasparenza, informazione e partecipazione che si metteranno in campo per arginare la corruzione e l’arbitrio, le determinazioni in ordine a tutela del’ambiente, diritto al lavoro e diritti sociali

  3. perché questo avrebbe favorito una più intensa collaborazione tra l’Anpi della Provincia di Milano e le altre ANPI provinciali della nostra Regione. Carlo Smuraglia, sia in un precedente colloquio, sia in assemblea, ha dichiarato che, al di là dei già onerosi impegni, non riteneva utile una sua designazione ritenendo che la stessa non avrebbe aiutato, ma forse ostacolato, l’auspicata maggiore coesione tra Milano e le altre ANPI lombarde.

A questo punto l’Assemblea decideva di votare subito per l’elezione del nuovo Presidente, demandando allo stesso di formulare le proposte per il collettivo che dovrà lavorare alla gestione ordinaria dell’ANPI regionale (segreteria, responsabili di settore o di gruppi di lavoro a progetto , cooptazioni Presidenza e Vice Presidenze), proposte che verranno valutate e formalizzate nella prossima seduta del Comitato Regionale.

L’Assemblea ha quindi eletto all’unanimità Tullio Montagna nuovo Presidente dell’ANPI Regionale Lombardia.

Milano, 9 aprile 2001

LIBRI DI TESTO COMUNISTI

ROMA – Il Pdl critica i testi scolastici, specie quelli di storia, colpevoli di “gettare fango su Berlusconi” e chiede quindi una commissione d’inchiesta. Sono 19 i deputati del Pdl, guidati dalla ex-soubrettina Gabriella Carlucci, secondo cui nei libri vi sarebbero frasi da vero e proprio “indottrinamento” per “plagiare” le giovani generazioni a fini elettorali”. A loro giudizio i testi danno una visione della storia, specie quella attuale, asservita al centrosinistra.
Perciò di fronte a questa situazione definita “vergognosa” i parlamentari Pdl ritengono che il parlamento “non può far finta di nulla e per questo chiedono l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici”. Il progetto di legge è stato già depositato alla Camera il 18 febbraio scorso.

“Ormai i rappresentanti del Pdl vedono i comunisti dappertutto. E’ il caso di dire che, pur essendo del Partito della libertà, non sopportano la libertà e l’autonomia, e per questo vedono letteralmente rosso”. Lo dice la senatrice del Pd, Vittoria Franco, commentando la proposta di legge, depositata alla camera dall’onorevole carlucci sull’istituzione di una commissione d’inchiesta sui libri scolastici ritenuti “partigiani”.

Forse, aggiunge Franco, “l’onorevole Gabriella Carlucci non sa che esiste il principio, sancito dalla Costituzione, della libertà di insegnamento nella quale rientra anche l’autonomia nella scelta dei libri di testo. Di analoga libertà, fino a prova contraria, godono gli editori nel pubblicare i volumi. E’ chiaro che questo ennesimo tentativo liberticida della commissione d’inchiesta rientra nei ripetuti attacchi alla scuola pubblica sferrati da Berlusconi e dalla Gelmini con dichiarazioni anche recenti”.

Il Pdl, conclude la senatrice, “vorrebbe una scuola pubblica di regime, completamente asservita al potere del governo, in cui si lavori contro la capacità critica delle nuove generazioni. Sulla commissione d’inchiesta ci sarebbe da sorridere se la situazione della scuola italiana non fosse così grave proprio a causa delle politiche di tagli di questo governo”.

Durissimo il commento dell’Unione degli Studenti: “Apprendiamo sconcertati la notizia secondo cui l’On. Gabriella Carlucci, seguita da 18 deputati, voglia istituire una Commissione parlamentare di inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici” giustificando questo con il fatto che la descrizione della storia politica recente del nostro paese sia sbilanciata sui valori della Costituzione e della Resistenza. L’On. Carlucci fa intendere così che l’educazione a questi valori sia un male, nonostante siano sanciti in una carta che dovrebbe unire tutto il Paese: la carta costituzionale”.

“La giustificazione di tale proposta continua con una sequela di fatti storici accertati definiti come ‘attacchi al premier’ e ‘difesa dell’opposizione di governo’, rimaniamo sinceramente sbigottiti da come si possa costruire un’allarme e un livello di fantasticazione tale per distogliere l’attenzione dei problemi reali della scuola. Non comprendiamo come possano essere messi sotto attacco, senza alcuna competenza nel settore, degli intellettuali e studiosi come quelli citati dalla Carlucci nello stesso modo con cui sono stati additati gli insegnanti delle scuole pubbliche”, proseguono gli studenti.

“La chiara allusione di una proposta del genere ad una censura de facto che ricalca lo stile delle dittature fasciste viene liquidato dicendo che questi libri non saranno messi al rogo, ma verranno segnalati agli autori i quali se non li correggeranno subiranno il ritiro dei testi dal mercato. Queste sono evidentemente le dichiarazioni più gravi e ricordiamo all’On. Carlucci e al suo governo che la Costituzione Italiana che loro tanto attaccano, sancisce la libertà di insegnamento e la libertà di pensiero, e le loro proposte sono fuori da ogni quadro democratico e costituzionale”, conclude l’Unione degli studenti.

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