MARTEDI’ 5 MAGGIO – LUGANO

Ass. ” Cittadini Insieme”, Comune di Porlezza. Città di Lugano, CGIL, Cisl, Uil, Anpi

organizzano:

DALLA STORIA ALLA MEMORIA   1945-2015

 

MARTEDI’ 5 MAGGIO

ore 15,00

LUGANO – EX ASILO CIANI

Convegno studi

” UN CONFINE FRA LARIO E CERESIO” 1943-1945

III sessione

introduce: Giovanna Masoni Brenni, vicesindaco di Lugano

Relatori:

Renata Broggini, ricercatrice e storica

Elena Roda, ricercatrice

Gabriele Fontana, ricercatore

Coordina: Valter Merazzi, centro studi ” Schiavi di Hitler”.

 

 

Settanta anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, coincisa con la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il Comune di Porlezza e la Città di Lugano si interrogheranno martedì 5 maggio sul ruolo del passaggio di genti, idee e materiali attraverso la frontiera tra Italia e Svizzera durante la Resistenza, nell’ambito di una conferenza in programma alle ore 15 all’ex asilo Ciani (ingresso libero).

 

E’ la terza sessione di un convegno di studi intitolato “Un confine tra Lario e Ceresio”. I primi due incontri si sono tenuti a Menaggio prima e a Porlezza poi, con la partecipazione di studiosi, ricercatori, giornalisti e testimoni svizzeri e italiani, tra cui Marino Viganò, il regista Bruno Soldini, Giorgio Cavalleri, Adriano Bazzocco e Cecco Bellosi.

 

Protagonisti della giornata conclusiva saranno, nelle vesti di relatori, Renata Broggini, ricercatrice e storica, Elena Roda, ricercatrice, e Gabriele Fontana, a sua volta ricercatore. Lo studioso Valter Merazzi, del Centro Studi “Schiavi di Hitler” di Cernobbio, coordinerà i lavori che verranno introdotti da Giovanna Masoni Brenni, vicesindaco di Lugano.

 

A fianco dell’assessorato alla cultura del Comune di Porlezza, coordinatrice del convegno – e di una nutrita serie di iniziative dedicate al settantesimo anniversario della Liberazione – è l’associazione “Cittadini Insieme” di Porlezza e Valli, da anni impegnata nella rievocazione dell’eccidio di sei giovanissimi partigiani trucidati dai fascisti a Cima di Porlezza il 21 gennaio del 1945.

 

Tra Lugano e la cittadinanza di Porlezza, Valsolda e Osteno – ridenti borghi costeggianti il Ceresio – c’è molto più di un rapporto di buon vicinato. Dal dopoguerra il frontalierato è diventato la principale risorsa economica per la “vicina Italia” e nello stesso tempo una preziosa fonte di pregiata manodopera per la “vicina Svizzera”. Ma la sempre più crescente offerta culturale di Lugano – tra università, congressi, festival, concerti, mostre, cinema, teatro, TSI e RSI – è l’importante colonna sonora dello sviluppo anche culturale di chi a cavallo del confine trova insieme lavoro, benessere, e un “diverso” modo di pensare e vivere. Una “diversità” caratteristica delle genti di frontiera, sviluppatasi anche – e forse soprattutto – nei periodi bui della guerra, quando la frontiera era vissuta come una montagna da valicare con il cuore gonfio di paura e pure di speranza per i valligiani che accompagnavano partigiani, ebrei, oppositori del regime, militari sbandati, oltre il confine. (Umberto Savolini)

 

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