COMUNICATO ANPI NAZIONALE
Care cittadine e cari cittadini,
mentre si discute su tutto, sulla stabilità del Governo, sugli sbarchi in Sicilia, sulla decadenza
di un uomo politico condannato con sentenza de nitiva, sulla di cilissima situazione del
lavoro in Italia, c’è un silenzio assordante, anche degli organi di informazione, su un tema di
grande importanza perché investe la Carta fondamentale della nostra convivenza, la
Costituzione.
In questo quadro, anche di di usa indi erenza, ci si appresta a compiere uno strappo vero e
proprio alla nostra Costituzione e ad impedire ai cittadini di fare sentire la propria voce.
Fra poco più di un mese, la Camera voterà, in terza ed ultima lettura, le modi che dell’art.
138 della Costituzione; e se lo farà con una maggioranza che superi i 2/3 non ci sarà la
possibilità di promuovere un referendum.
Finora, ci sono state manifestazioni, iniziative, lettere ai parlamentari, appelli; ma tutto è
caduto nel vuoto e, se non si riesce, col contributo dei cittadini a cambiare le cose, sarà inferta
una grave ferita alla Costituzione.
Sì, perché l’art. 138 della Costituzione, a cui si sta cercando di derogare, è collocato, nella
Costituzione, tra le “Garanzie Costituzionali”; e prevede un rigoroso, ma garantista, sistema
per le eventuali modi che alla Costituzione. Questo si vuole modi care, delineando
meccanismi sostanzialmente diversi, tant’è che lo stesso disegno costituzionale che si sta
votando è intitolato garbatamente “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme
costituzionali ed elettorali”.
Questo disegno di legge (che costituisce una deroga “straordinaria” all’art. 138) è inutile,
ingiusti cato e dannoso.
Inutile, perché per fare le riforme già mature e su cui si dichiarano d’accordo tutti (riduzione del numero dei parlamentari, di erenziazione del lavoro delle due Camere, riordino del
sistema delle autonomie) basterebbero le procedure ordinarie, senza toccare, appunto, le
“garanzie costituzionali”. Non c’è alcun bisogno di istituire un nuovo Comitato, quando ogni
Camera è dotata di apposita Commissione per gli a ari istituzionali e costituzionali; e non c’è
ragione di prescrivere tempi e modi al di là di quelli ordinari; dannoso, perché in pratica viene
collocata all’ultimo posto, anziché al primo, la riforma della vergognosa legge elettorale
vigente (che invece è urgentissima); perché si prevede di investire ben quattro titoli della
Costituzione, per un complesso di una cinquantina di articoli, per eventuali modi che alla
forma di Stato, alla forma di Governo, alla struttura del Parlamento, al ruolo del Presidente
della Repubblica, cioè un lavoro enorme e pericoloso (sullo sfondo, c’è il presidenzialismo o
il semipresidenzialismo), oltretutto estensibile anche ad altre disposizioni della Costituzione
(art. 2 del testo n qui osservato).
E’ vano il tentativo di dimostrare che in tutto questo non c’è nulla di male o di grave, di
accusare chi dissente di essere “conservatore” (laddove siano tutti d’accordo su alcune riforme,
già mature, che si potrebbero fare in breve tempo e senza toccare né procedure né garanzie) e
di spiegarci che il disegno di legge prevede un vantaggio, cioè la possibilità di referendum in
ogni caso, anche quando le modi che siano state approvate con la maggioranza dei 2/3. Sarà
anche un vantaggio per il futuro, ma intanto non si applica proprio a questa legge che deroga
ad una garanzia costituzionale, togliendo – ora e subito – la parola ai cittadini, nonostante si
sia a perfetta conoscenza dei dissensi e delle contrarietà esistenti nel Paese e non solo da parte
di autorevoli giuristi.
L’ANPI non ci sta; e per questo, mentre invita tutte le cittadine e i cittadini a ri ettere, a
informarsi, ad intervenire presso i parlamentari che hanno eletto, ha deciso di dedicare la
tradizionale giornata del tesseramento, che quest’anno cade domenica 24 novembre, ad una
grande campagna di informazione e di chiarimento sul tema, facendo di quella giornata un
vero e proprio appuntamento di uso per la Costituzione. I cittadini potranno avvicinarsi ai
banchetti ed ai gazebo, assumere informazioni, ricevere materiale, a nché siano consapevoli
di ciò che sta accadendo e facciano tutto quanto sta in loro con l’ANPI e con tutte le altre
Associazioni che si occupano di Costituzione, per impedire un autentico strappo a danno dei
cittadini.
L’ANPI intende poi invitare tutte le altre Associazioni ad un presidio da tenere nei pressi della
Camera dei Deputati nei giorni immediatamente precedenti al voto (attorno al 10-11
dicembre), per formulare una civile protesta, per esprimere contrarietà e per chiedere ai
parlamentari che, quanto meno, se proprio devono approvare questo disegno di legge, lo
facciano con una maggioranza inferiore ai 2/3 sì da consentire che l’ultima parola spetti ai
cittadini, col referendum.
Tutti gli organismi nazionali e periferici dell’ANPI sono mobilitati n d’ora perché l’intero
mese di novembre sia dedicato a iniziative, incontri, manifestazioni per impedire, nei modi
consentiti dalla legge, che si consumi questo ennesimo attacco alla Costituzione, con evidente
danno per i cittadini e per la stessa democrazia.
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI