FESTA PROVINCIALE DELL’ANPI DI PAVIA

ANPI PROVINCIALE DI PAVIA

PINAROLO PO

VENERDI’ 30 AGOSTO – DOMENICA 1 SETTEMBRE

In punta di piedi, come si conviene a ciò che arriva di corsa, arriva la Festa Provinciale dell’ANPI di Pavia che si terrà quest’anno da venerdì a domenica a Pinarolo Po, piccolo comune ai piedi dell’Oltrepò Pavese, a metà strada tra Voghera e Stradella. Come lo scorso anno la proposta è sostanziosa, ricca di spunti d’interesse e di ospiti di prestigio.
Ho poco tempo, perciò non la faccio lunga. Date un’occhiata a programma e ospiti, se potete divulgate (benvenuti sono mailings, blog e ogni forma di divulgazione) e, se trovate temi di stimolo o interesse, mettetevi in viaggio. Sarà occasione costruttiva per stare insieme e elaborare insieme idee e proposte per i mesi a venire.

Buon 70° della lotta di Liberazione.

Programma

VENERDI’ 30 AGOSTO

ore 17,00: IN MONTAGNA CI SEI TU
APERTURA DELLA FESTA
Saluti del Sindaco di Pinarolo Po, Cinzia Gazzaniga e di esponenti dell’ANPI

ore 17,30:PARLA CON NOI

E le Istituzioni stanno a guardare ?
Fascismi del vecchio e del nuovo millennio nel Paese mancato: cronache di ordinarie sottovalutazioni, distrazioni e non proprio incolpevoli lassismi

ore 20: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – Anpicena

ore 21: ¡FESTA!
Le fisarmoniche di Debora e dei ragazzi dell’Accademia Musicale di Stradella

SABATO 31 AGOSTO

ore 10 : IL LIBRO

La scelta. Storie di Partigiani.
con Annalisa Alessio, autrice del volume e Pierangelo Lombardi, direttore dell’Istituto Pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
A cura delle sezioni ANPI di Pavia Centro e Borgo Ticino

ore 11,30: IL PROGETTO

Centro di documentazione sulla Resistenza a Voghera e nell’Oltrepo Pavese
con Mauro Sonzini, ideatore e responsabile del progetto e Antonio Corbeletti, presidente sezione ANPI Voghera
A cura della sezione ANPI di Voghera

ore 12.30: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – Anpipranzo

ore 17: PARLA CON NOI

I giudici e gli storici.
Stragi nazifasciste e armadio delle vergogna: relazioni pericolose tra mancata giustizia e rovescismo storico

ore 20: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – Anpicena

ore 21: ¡FESTA!

Ballo liscio con Barbara e la sua Orchestra.

ore 22: RADIO BAITA

Basta uno sparo – WU MING 2
audio racconto sulla storia del partigiano italo-
somalo Giorgio Marincola, Medaglia d’Oro VM.

DOMENICA 1 SETTEMBRE

ore 10: IN MONTAGNA CI SEI TU!

Incontro di tutte le sezioni dell’ANPI Provinciale di Pavia. Al termine, omaggio al comandante partigiano Luchino Dal Verme per i suoi primi cento anni.

ore 12,30: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – Anpipranzo
risottata partigiana di Santino e della sua brigata lomellina

SOLO su prenotazione cell. 335. 372362

ore 15,30:CICLICAMENTE RESISTENTI

Ciclo-passeggiata con posa dei fiori ai cippi della memoria dei caduti partigiani di Pinarolo Po e dintorni.

ore 17: PARLA CON NOI

Salute, ambiente, lavoro, cittadinanza.
L’esperienza di Medicina Democratica, con un
ricordo del suo fondatore, Giulio A. Maccacaro

ore 20: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA – Anpicena

Il programma della festa potrebbe subire variazioni
aggiornamenti sui siti lombardia.anpi.it/voghera e pavia.anpi.it




28 AGOSTO 1963 MARTIN LUTHER KING

28 AGOSTO 1963 – 28 AGOSTO 2013

Il testo seguente é quello dell’indimenticabile discorso tenuto da Martin Luther King davanti al Lincoln Memorial durante la marcia a Washington per l’occupazione e la libertà, il 28 agosto 1963

IO HO UN SOGNO

Oggi sono felice di essere con voi in quella che nella storia sarà ricordata come la più grande manifestazione per la libertà nella storia del nostro paese.

Un secolo fa, un grande americano, che oggi getta su di noi la sua ombra simbolica, firmò il Proclama dell’emancipazione.

Si trattava di una legge epocale, che accese un grande faro di speranza per milioni di schiavi neri, marchiati dal fuoco di una bruciante ingiustizia.

Il proclama giunse come un’aurora di gioia, che metteva fine alla lunga notte della loro cattività.

Ma oggi, e sono passati cento anni, i neri non sono ancora liberi.

Sono passati cento anni, e la vita dei neri é ancora paralizzata dalle pastoie della segregazione e dalle catene della discriminazione.

Sono passati cento anni, e i neri vivono in un’isola solitaria di povertà, in mezzo a un immenso oceano di benessere materiale.

Sono passati cento anni, e i neri ancora languiscono negli angoli della società americana, si ritrovano esuli nella propria terra.

Quindi oggi siamo venuti qui per tratteggiare a tinte forti una situazione vergognosa.

In un certo senso, siamo venuti nella capitale del nostro paese per incassare un assegno.

Quando gli architetti della nostra repubblica hanno scritto le magnifiche parole della Costituzione e della Dichiarazione d’indipendenza, hanno firmato un “pagherò” di cui ciascun americano era destinato a ereditare la titolarità.

Il “pagherò” conteneva la promessa che a tutti gli uomini, sì, ai neri come ai bianchi, sarebbero stati garantiti questi diritti inalienabili: “vita, libertà e ricerca della felicità”.

Oggi appare evidente che per quanto riguarda i cittadini americani di colore, l’America ha mancato di onorare il suo impegno debitorio.

Invece di adempiere a questo sacro dovere, l’America ha dato al popolo nero un assegno a vuoto, un assegno che é tornato indietro, con la scritta “copertura insufficiente”.

Ma noi ci rifiutiamo di credere che la banca della giustizia sia in fallimento.

Ci rifiutiamo di credere che nei grandi caveau di opportunità di questo paese non vi siano fondi sufficienti.

E quindi siamo venuti a incassarlo, questo assegno, l’assegno che offre, a chi le richiede, la ricchezza della libertà e la garanzia della giustizia.

Siamo venuti in questo luogo consacrato anche per ricordare all’America l’infuocata urgenza dell’oggi.

Quest’ora non é fatta per abbandonarsi al lusso di prendersela calma o di assumere la droga tranquillante del gradualismo.

Adesso ’ il momento di tradurre in realtà le promesse della democrazia.

Adesso é il momento di risollevarci dalla valle buia e desolata della segregazione fino al sentiero soleggiato della giustizia razziale.

Adesso é il momento di sollevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale per collocarla sulla roccia compatta della fraternità.

Adesso é il momento di tradurre la giustizia in una realtà per tutti i figli di Dio.

Se la nazione non cogliesse l’urgenza del presente, le conseguenze sarebbero funeste.

L’afosa estate della legittima insoddisfazione dei negri non finirà finché non saremo entrati nel frizzante autunno della libertà e dell’uguaglianza.

Il 1963 non é una fine, é un principio.

Se la nazione tornerà all’ordinaria amministrazione come se niente fosse accaduto, chi sperava che i neri avessero solo bisogno di sfogarsi un pò e poi se ne sarebbero rimasti tranquilli rischia di avere una brutta sorpresa.

In America non ci sarà né riposo né pace finché i neri non vedranno garantiti i loro diritti di cittadinanza.

I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione finché non spunterà il giorno luminoso della giustizia.

* Ma c’é qualcosa che devo dire al mio popolo, fermo su una soglia rischiosa, alle porte del palazzo della giustizia: durante il processo che ci porterà a ottenere il posto che ci spetta di diritto, non dobbiamo commettere torti.

Non cerchiamo di placare la sete di libertà bevendo alla coppa del rancore e dell’odio.

Dobbiamo sempre condurre la nostra lotta su un piano elevato di dignità e disciplina.

Non dobbiamo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica.

Sempre, e ancora e ancora, dobbiamo innalzarci fino alle vette maestose in cui la forza fisica s’incontra con la forza dell’anima.

Il nuovo e meraviglioso clima di combattività di cui oggi é impregnata l’intera comunità nera non deve indurci a diffidare di tutti i bianchi, perché molti nostri fratelli bianchi, come attesta oggi la loro presenza qui, hanno capito che il loro destino é legato al nostro.

Hanno capito che la loro libertà si lega con un nodo inestricabile alla nostra.

Non possiamo camminare da soli.

E mentre camminiamo, dobbiamo impegnarci con un giuramento: di proseguire sempre avanti.

Non possiamo voltarci indietro.

C’é chi domanda ai seguaci dei diritti civili: “Quando sarete soddisfatti?”.

Non potremo mai essere soddisfatti, finché i neri continueranno a subire gli indescrivibili orrori della brutalità poliziesca.

Non potremo mai essere soddisfatti, finché non riusciremo a trovare alloggio nei motel delle autostrade e negli alberghi delle città, per dare riposo al nostro corpo affaticato dal viaggio.

Non potremo mai essere soddisfatti, finché tutta la facoltà di movimento dei neri resterà limitata alla possibilità di trasferirsi da un piccolo ghetto a uno più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti, finché i nostri figli continueranno a essere spogliati dell’identità e derubati della dignità dai cartelli su cui sta scritto “Riservato ai bianchi”.

Non potremo mai essere soddisfatti, finché i neri del Mississippi non potranno votare e i neri di New York crederanno di non avere niente per cui votare.

No, no, non siamo soddisfatti e non saremo mai soddisfatti, finché la giustizia non scorrerà come l’acqua, e la rettitudine come un fiume in piena.

Io non dimentico che alcuni fra voi sono venuti qui dopo grandi prove e tribolazioni.

Alcuni di voi hanno lasciato da poco anguste celle di prigione.

Alcuni di voi sono venuti da zone dove ricercando la libertà sono stati colpiti dalle tempeste della persecuzione e travolti dai venti della brutalità poliziesca.

Siete i reduci della sofferenza creativa.

Continuate il vostro lavoro, nella fede che la sofferenza immeritata ha per frutto la redenzione.

Tornate nel Mississippi, tornate nell’Alabama, tornate nella Carolina del Sud, tornate in Georgia, tornate in Louisiana, tornate alle baraccopoli e ai ghetti delle nostre città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare e cambierà.

* Non indugiamo nella valle della disperazione.

Oggi, amici miei, vi dico: anche se dobbiamo affrontare le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno.

E un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.

Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Ho un sogno, che un giorno sulle rosse montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità.

Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, dove si patisce il caldo afoso dell’ingiustizia, il caldo afoso dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e di giustizia.

Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per l’essenza della loro personalità.

Oggi ho un sogno.

Ho un sogno, che un giorno, laggiù nell’Alabama, dove i razzisti sono più che mai accaniti, dove il governatore non parla d’altro che di potere di compromesso interlocutorio e di nullification delle leggi federali, un giorno, proprio là nell’Alabama, i bambini neri e le bambine nere potranno prendere per mano bambini bianchi e bambine bianche, come fratelli e sorelle.

Oggi ho un sogno.

Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà innalzata, ogni monte e ogni collina saranno abbassati, i luoghi scoscesi diventeranno piani, e i luoghi tortuosi diventeranno diritti, e la gloria del Signore sarà rivelata, e tutte le creature la vedranno insieme.

Questa é la nostra speranza.

Questa é la fede che porterò con me tornan­do nel Sud.

Con questa fede potremo cavare dalla montagna della disperazione una pietra di speranza.

Con questa fede potremo trasformare le stridenti discordanze della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fraternità.

Con questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme, andare in prigione insieme, schierarci insieme per la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi.

Quel giorno verrà, quel giorno verrà quando tutti i figli di Dio potranno cantare con un significato nuovo: “Patria mia, é di te, dolce terra di libertà, é di te che io canto.

Terra dove sono morti i miei padri, terra dell’orgoglio dei Pellegrini, da ogni vetta riecheggi libertà”.

E se l’America vuol essere una grande nazione, bisogna che questo diventi vero.

E dunque, che la libertà riecheggi dalle straordinarie colline del New Hampshire.

Che la libertà riecheggi dalle possenti montagne di New York.

Che la libertà riecheggi dagli elevati Allegheny della Pennsylvania.

Che la libertà riecheggi dalle innevate Montagne Rocciose del Colorado.

Che la libertà riecheggi dai pendii sinuosi della California.

Ma non soltanto.

Che la libertà riecheggi dalla Stone Mountain della Georgia.

Che la libertà riecheggi dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Che la libertà riecheggi da ogni collina e da ogni formicaio del Mississippi, da ogni vetta, che riecheggi la libertà.

E quando questo avverrà, quando faremo riecheggiare la libertà, quando la lasceremo riecheggiare da ogni villaggio e da ogni paese, da ogni stato e da ogni città, saremo riusciti ad avvicinare quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, protestanti e cattolici, potranno prendersi per mano e cantare le parole dell’antico inno: “Liberi finalmente, liberi finalmente.

Grazie a Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”

MOZZATE, 15 SETTEMBRE

Il 15 settembre 2012 è stata inaugurata la sede di ANPI SEPRIO a Mozzate. A distanza di un anno festeggiamo questo evento con due manifestazioni. La prima, al mattino, è dedicata a Marina (Mimma) Rossanda ed affronta il problema dei diritti umani in Palestina. È questo un incontro di studio e di riflessione che intende sensibilizzare i partecipanti sulle condizioni materiali ed umane di esistenza del popolo palestinese e fare comprendere le radici storico-culturali e sociali di un problema, la cui soluzione sembra sempre a portata di mano, ma che nei fatti si allontana sempre.

La seconda, nel pomeriggio, è un concerto in piazza organizzato dal gruppo ALCHECHENGI, che fa parte dei progetti innovativi del Dipartimento Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria di Como.



Auditorium Ex Scuola elementare di Mozzate (Co)

Domenica, 15 settembre 2013 ore 10-13


ANPI SEPRIO in collaborazione con la Sezione internazionale della Fondazione Lelio e Lisli Basso, con Gazzella Onlus e Cooperativa di Studio e Ricerca Sociale Marcella Onlus e con il patrocinio del Comune di Mozzate, di Anpi Nazionale ed Anpi Regione Lombardia organizza un incontro di studio e riflessione su

I diritti umani in Palestina

dedicato a Marina (Mimma) Rossanda



Programma:

Mattino

ore 9,30 -10,00  Iscrizioni e saluti autorità

ore 10,00-10,30 Giuseppe De Luca “Scienza e Salute” – Mimma Rossanda  alla Cooperativa Marcella

ore 10,30- 11,00 Giorgio Forti, L’Associazione Eco – Ebrei contro  l’occupazione: origini, storia, finalità

ore 11,00-11,30 Ugo Giannangeli – La situazione dei diritti umani in  Palestina

ore 11,30-12,00 Vera Pegna, Sezione Internazionale Fondazione  Internazionale Lelio e Lisli Basso – Le radici storiche,  culturali e sociali della questione palestinese

ore 12,00-12,15 Francesca Bettini ed Antonella Nestola – L’adozione a  distanza di Gazzella Onlus

Renato Suaton i- Il piombo fuso della memoria

ore 12,15-13,00 Dibattito

ore 13,00  Conclusioni

Presiede l’incontro Giuseppe De Luca, Presidente ANPI SEPRIO


Pomeriggio

ore 18,00-19,30 Concerto in piazza del gruppo Alchechengi diretto da Gianda Bedetti

Chi sono i relatori

Giuseppe De Luca, psicoterapeuta, responsabile dei programmi di cooperazione europea della Cooperativa di Studio e Ricerca Sociale Marcella Onlus, direttore della rivista Percorsi di Integrazione.

Giorgio Forti, prof. emerito di Bioenergetica all’Università degli Studi di Milano, Socio Nazionale dell’Accademia Dei Lincei, membro di ECO, di Salaam Ragazzi Dell’Olivo.

Ugo Giannangeli, avvocato, socio di Per Gazzella, attivista per i diritti umani, tra i promotori del Forum nazionale contro la guerra.

Vera Pegna, discende da un’antica famiglia ebraica che dalla Spagna fuggì a Livorno ai tempi dell’Inquisizione. Da Livorno, i suoi antenati si trasferirono nel primo Ottocento ad Alessandria d’Egitto, la città più cosmopolita del vicino Oriente. Visse in prima persona il periodo storico che precedette la proclamazione dello stato d’Israele. In Italia, da militante comunista e antimperialista, ha sempre sostenuto le ragioni del popolo palestinese insieme ad una critica radicale del progetto sionista di uno stato ebraico.

Francesca Bettini ed Antonella Nestola, presidente e tesoriera di Gazzella Onlus, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di assistenza, cura e riabilitazione dei bambini palestinesi feriti da armi da guerra e alle loro famiglie, in particolare le madri e di adozioni a distanza.

Per informazioni ed iscrizioni :

anpiseprio@gmail.com

blog: anpisepriowordpress.com

cell. 335.6356430

Spunti per riflettere

(tratti da “Lotta del popolo palestinese”, introduzione di Guido Valabrega e a cura di Carlo Pancera, Feltrinelli Editore, 1969, Milano)

“Di tutti questi popoli oppressi (Angola, Sud Africa, Zimbawe) solo i palestinesi sono stati totalmente sradicati dalle loro terre, essendo loro negato il diritto di viverci e di goderne i frutti” (Seconda Conferenza Internazionale di Appoggio ai Popoli Arabi, Il Cairo, 25-28 gennaio 1969, pag. 179 ).

” Se volete veramente sapere quanto è  accaduto possiamo dirvelo noi vecchi ebrei stabiliti in Palestina, noi che siamo stati testimoni della lotta: possiamo dirvi come noi ebrei abbiamo costretto gli arabi ad abbandonare città e villaggi…alcuni furono cacciati con la forza delle armi; l’inganno, la menzogna e le false promesse costrinsero altri ad andarsene” (Natan Chofshi, p. 177).

“Si dice spesso che gli arabi sono fuggiti, che hanno lasciato il paese di loro volontà e che sono quindi responsabili della perdita delle loro terre e dei loro beni, ma nel diritto internazionale generale è un principio altrettanto valido che i cittadini non perdono né i loro beni né i loro diritti di cittadinanza, e a questo diritto gli arabi palestinesi hanno de facto più titoli che non gli ebrei” (Erich Fromm, pag. 177).

Lo sapevate che

1) quando la “questione palestinese” fu creata dagli inglesi nel 1917, più del 90% della popolazione palestinese era araba?.. e che c’erano allora in Palestina non più di 56.000 ebrei?

2) allora gli arabi palestinesi erano proprietari del 97,5% delle terre, mentre gli ebrei (sia quelli nati in Palestina sia quelli di recente immigrazione) avevano solo il 2,5% delle terre?

3) che quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise la formazione di uno “Stato ebraico” in Palestina garantì loro circa il 54% del territorio palestinese e che Israele occupò immediatamente l’80,48% di tutta la Palestina? (pag. 19 e 20).

Nota biografica su Marina Rossanda

Dopo aver completato gli studi in medicina e la specializzazione in anestesia a Milano, si trasferì per brevi periodi prima a Stoccolma, dove lavorò al Karolinska Institue studiando le tecniche di rianimazione nei pazienti in coma con lesioni cerebrali, poi a Palermo. Nel 1967, insieme con Maria Luisa Bozza Marubini, aprì il primo centro anti-veleni in Italia. Accanto all’attività medica, che praticò per tutta la vita, Marina Rossanda si dedicò intensamente all’attività politica. Eletta senatrice nelle liste del Partito comunista italiano nel 1979 per la circoscrizione della Lombardia, coprì tale incarico per due legislature.

Nel 1991, in seguito alla svolta della Bolognina, aderì al nascente Partito di Rifondazione Comunista nelle cui liste fu eletta come consigliere alla Regione Lazio. Attività politica e attività scientifica, quindi, si fusero perfettamente nei continui e ripetuti viaggi in Palestina e nella creazione nel 1981 dell’Associazione medica italo-palestinese, fondata con lo scopo di fornire assistenza medico sanitaria alla popolazione palestinese e di cui Rossanda fu prima tesoriera e poi, dal 1985, presidente.

Il primo viaggio di Marina Rossanda in Palestina risale al 1982, durante l’invasione israeliana in Libano; lavorò infatti per mesi all’ospedale Gaza di Beirut.

L’ultimo viaggio risale al 2000, insieme con Marisa Musu. A Gaza riuscì  a salvare una ragazza di circa 14 anni, Gazala (Gazzella), colpita da una pallottola. In seguito a questo episodio fondò l’Associazione Gazzella Onlus per l’adozione a distanza dei bambini palestinesi (da Archivo femminista Rosa Luxembourg).

ANPI COMO – SEZIONE SEPRIO

e-mail: anpiseprio@gmail.com – Cell. 335 6356430




MEMORIE CANTATE

MEMORIE CANTATE

Perugia / 23 agosto 2013


“Memorie cantate: guerra rastrellamenti e stragi nella cultura orale dell’Appennino Umbro-marchigiano”

A Le Prata, località a otto chilometri da Nocera Umbra, a partire dalle ore 17 del 23 agosto la prima iniziativa in Umbria per il 70° anniversario della Resistenza.
L’evento è promosso e organizzato dall’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, dalla Sezione ANPI “17 Aprile” di Nocera Umbra, dall’Associazione culturale “Monte Selva” e dall’Istituto regionale per la storia del Movimento di Liberazione delle Marche.

L’area dell’Appennino Umbro marchigiano dall’ottobre 1943 al giugno 1944 fu teatro della presenza massiccia di formazioni partigiane attive intorno alle principali vie di comunicazione e nei paesi sede di presidi della Guardia Nazionale Repubblicana. Durante la resistenza delle truppe germaniche sul fronte di Cassino e, successivamente, per il periodo della “ritirata aggressiva”, quei territori vennero investiti da ondate di uccisioni, rastrellamenti sistematici, rappresaglie, stragi che portarono la guerra in casa alla gente di montagna, fino allora poco coinvolta in azioni dirette ma solidale con i partigiani. 

Di quegli eventi e di quei lutti rimangono tracce, sempre più rare, nella memoria orale della gente. Alcune hanno assunto una forma cantata, nel modo della ballata, della storia, della poesia in quartine o in ottave; espressioni che quasi mai indossano toni epici o celebrativi, e che spesso rappresentano forme di monumentalizzazione collettiva di modi intimi di sentire, di raccontare, di condividere valori universali di matrice religiosa, familiare, civile. Diffusisi nell’immediato dopoguerra come strategia di elaborazione collettiva del lutto, sono in passato sfuggiti al passaggio generazionale, ed ora per motivi “biologici”, rischiano di andare perduti.

L’iniziativa rappresenta quindi un primo tentativo di riconnettere le memorie e i valori dei vecchi con quelli dei giovani, dando un’evidenza pubblica alle rare ballate che l’attività di ricerca dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea coordinata da Dino Renato Nardelli in collaborazione con la sezione ANPI “17 Aprile” di Nocera Umbra e l’Associazione culturale “Monte Selva” ha fin qui individuato. Si tratta di tre lunghi brani, composti tra il 1945 e il 1947 da due poeti contadini, Assalonne Boccetti e Bruno Colluccini, detto “il mignattaro”, cantati da due degli ultimi depositari, Argelia Mingarelli e Settimio Riboloni. Elemento di collante intergenerazionale, il contributo alla manifestazione del gruppo folk-rock “The Gang”, da anni impegnato in una produzione fortemente connotata da influssi della tradizione musicale popolare italiana  (www.thegang.it ).

Saranno presenti alla manifestazione il deputato Walter Verini, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Perugia Donatella Porzi, Giovanni Bontempi, sindaco di Nocera Umbra e Angela Gianfelici, presidente della Sezione ANPI “17 Aprile”; coordinerà la serata il presidente dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, Mario Tosti.

Programma

Ore 17 – Saluti di Walter Verini, Deputato, Donatella Porzi,  Assessore provinciale alla cultura, Giovanni Bontempi, Sindaco di Nocera Umbra, Angela Gianfelici, Presidente Sezione Anpi “17 Aprile”.

Ore 17.15The GANG, gruppo folk rock italiano. Esecuzione di alcuni brani del loro repertorio.

Ore 17.45Carla Marcellini – Istituto regionale per la storia del Movimento di liberazione nelle Marche – Sant’Angelo di Arcevia ed altre storie nella memoria resistenziale delle Marche.

Ore 18Tommaso Rossi – Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea – Quell’aprile del ’44. Sangue tra i monti.

Ore 18.15Settimio Riboloni e Argelia  Mingarelli. Ricordar cantando. Il 17 d’ Aprile.

Ore 19The GANG –  Gruppo folk rock italiano. Esecuzione di alcuni brani del loro repertorio.

Ore 19.30 – Apertura del punto ristoro.

Ore 21.30 – The GANG –  Gruppo folk rock italiano. Esecuzione di alcuni brani del loro repertorio.

Ore 22 – Anteprima del Video: Memorie cantate. Guerra rastrellamenti e stragi  nella cultura orale dell’Appennino Umbro-marchigiano presentato dalla Sezione Anpi “17 Aprile” e dall’Associazione “Monte Selva”.

IMPEDIRE IL RADUNO DEI NAZIFASCISTI

IMPEDIRE IL RADUNO DEI NAZIFASCISTI EUROPEI

“L’Anpi provinciale di Milano esprime la propria profonda indignazione e la propria ferma condanna per il raduno neonazista promosso da Forza Nuova al quale parteciperanno formazioni  che si caratterizzano per la loro carica antisemita, xenofoba e razzista, provenienti dal nostro continente”.

Inizia così la presa di posizione di Roberto Cenati, presidente dell’Anpi milanese a proposito del cosiddetto “Festival Boreal”, una kermesse politico-musicale aperta a tutti i gruppi dell’ultra destra europera giunto alla seconda edizione.

La manifestazione dovrebbe svolgersi secondo gli organizzatori dal 12 al 14 settembre in una località non meglio precisata a Nord di Milano.

“Il raduno si pone in aperto contrasto con i principi e i valori sanciti dalla Costituzione repubblicana nata della Resistenza di cui quest’anno ricorre il settantesimo anniversario e si contrappone nettamente, per i suoi contenuti,  ai valori della nostra civiltà fondata sugli ideali nati con la rivoluzione inglese, francese e con il movimento operaio, che sono poi i valori della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della pace”.

“Mentre chiamiamo gli antifascisti e i cittadini alla massima vigilanza democratica, chiediamo alle Istituzioni e alle autorità competenti di intervenire per impedire che queste inaccettabili e provocatorie iniziative che si pongono in aperta violazione della Costituzione e delle leggi vigenti possano aver luogo a Milano capitale della Resistenza o in altri comuni della nostra Regione”.

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