Sabato ottobre a Roma gli indignati italiani manifesteranno contro le politiche della BCE, del FMI e dei governi nazionali. Secondo gli organizzatori della manifestazione, quella di Roma sarà solo una prima tappa di un percorso più lungo che continuerà nei prossimi mesi.
Tutto è pronto per il 15 ottobre a Roma. Gli Indignados di tutto il mondo stanno manifestando, occupando strade e centri finanziari, per protestare in modo pacifico, contro chi ha causato la crisi economica. Il messaggio è partito da New York, è passato per Seattle, Detroit, e ha raggiunto Londra, Siviglia e adesso Roma. Gli indignados si sono messi d’accordo sul web, tramite Facebook, Twitter e l’obiettivo minimo degli organizzatori è portare in piazza sabato circa 150 mila persone. Sui siti on line si parla di un milione di indignados italiani pronti a raggiungere la capitale. Non solo per manifestare ma per restarci, per «portare l’assedio permanente alla city politica».
Il percorso si snoderà da Piazza Esedra a San Giovanni, passando per i Fori Imperiali e il Colosseo per poi concludersi in piazza San Giovanni. I rappresentanti del «Coordimento 15 ottobre» hanno incontrato i funzionari della Questura di Roma senza tuttavia trovare un punto di incontro, ribadendo la loro posizione («la piazza ci sta stretta»). Tutta l’Italia si sta mobilitando per raggiungere Roma; hanno già dato l’adesione, tra gli altri, Usb, Sinistra critica, Popolo Viola, Rifondazione comunista, Arci, Cobas, Rete28 aprile e moltissimi centri sociali.
Non è previsto da parte degli organizzatori un servizio d’ordine. Questa libertà d’azione che potrebbe sfociare in «blitz creativi» è un aspetto che preoccupa non poco la polizia. Potrebbe esserci la possibilità che gruppi non identificabili e fuori da qualsiasi controllo tentino azioni provocatorie contro le banche o i palazzi della politica. E’ quindi importante sottolineare che le intenzioni degli indignados sono sì di protestare ma in modo pacifico.
Patrizia Mattavelli, Roma.